Tracciare il contributo scientifico delle donne alchimiste
Trasformare metalli di base in oro, trovare l’elisir di lunga vita: l’alchimia ha ispirato la letteratura nel corso dei secoli. A metà degli anni Novanta alcuni studiosi hanno ricostruito una tradizione letteraria britannica rinascimentale di uomini alchimisti, ma la loro ricerca è stata pubblicata prima che la scrittura femminile della prima età moderna si affermasse come campo di studio. Negli ultimi decenni, studiosi femministi hanno riscoperto le opere create da donne del XVI e XVII secolo, stampate e manoscritte. Ora possiamo utilizzare questo corpus riscoperto di scrittura femminile per sviluppare una comprensione più ampia e inclusiva delle culture letterarie alchemiche della prima età moderna. L’attuale volontà di avvicinare le donne alla scienza trae beneficio da una prospettiva storica: l’impegno scientifico non è soltanto un fenomeno maschile, ma esistono notevoli contributi femminili alla storia della scienza.
Ascoltare le voci dimenticate
Il progetto WALCHEMY porta alla ribalta le voci di queste scrittrici dimenticate e rivela i diversi ruoli delle alchimiste donne del periodo. «L’alchimista donna assume diverse sembianze negli scritti di queste donne: è una medica e una distillatrice, una meditatrice religiosa, una poetessa, un’amica, una patrocinatrice, una poetessa vedova trasformativa e una visionaria spirituale», spiega il ricercatore principale Sajed Chowdhury, attivo presso l’Università di Leida nei Paesi Bassi. Chowdhury, che ha ricevuto sostegno tramite il programma di azioni Marie Skłodowska-Curie dell’UE, afferma: «La medicina e la teologia erano interessi accettati per molte donne letterate della prima età moderna e l’interscambio proficuo dell’alchimia tra il medico e lo spirituale ha favorito il coinvolgimento femminile». Il ricercatore porta Grace Mildmay (ca. 1552-1620) come esempio del perché il loro ruolo è importante da comprendere. «Donne come Mildmay praticavano l’alchimia medica e spirituale nelle loro case e aree locali. Se intendiamo ottenere una comprensione più accurata e inclusiva delle culture rinascimentali scientifiche, mediche e spirituali, allora dobbiamo reinserire in quella storia l’identità e le pratiche dell’alchimista donna.»
Ricostruire la storia delle donne alchimiste
Il progetto è risultato nel primo studio approfondito, una monografia intitolata: «Women Writers and Alchemy in Early Modern Britain» (ovvero scrittrici e alchimia nella Gran Bretagna della prima età moderna), in corso di revisione paritaria. «Le 12 scrittrici della prima età moderna trattate nella monografia utilizzavano, a mio parere, il discorso alchemico per porre in primo piano il ruolo trasformativo, fisico, spirituale e intellettuale delle chimiche donne», commenta Chowdhury. La monografia prende in considerazione opere di 12 donne con diversi background, tra cui: la gentildonna d’élite, Lady Grace Mildmay (ca. 1552-1620); la figlia di un musicista di corte, Aemilia Lanyer (1569-1645); la repubblicana, Lucy Hutchinson (1620-1681); e la leader religiosa protestante dissidente, Jane Lead (1624-1704). Analizzando parallelamente gli scritti di queste donne, Chowdhury ha ricostruito una cultura letteraria alchemica femminile finora dimenticata che non mette al centro il chimico uomo, ma porta alla ribalta l’autorità dell’alchimista donna. Chowdhury ha attinto dai registri nel Northamptonshire Record Office, che ospita alcuni degli articoli scientifici manoscritti di Grace Mildmay. «Questi testi manoscritti documentano le pratiche mediche e chimiche di Mildmay. Anche se Grace Mildmay era una donna d’élite, sono arrivate fino a noi prove testuali a suggerire il fatto che praticava medicina e chimica in un ambiente interclasse. In una lettera ancora esistente indirizzata alla domestica di Mildmay, Bess, per esempio, Mildmay le insegna come preparare un balsamo curativo», aggiunge Chowdhury.
La natura alchemica della letteratura
Uno dei modi in cui il discorso scientifico e letterario si è sovrapposto nel Rinascimento è stato tramite l’alchimia. L’alchimia è citata sia in testi scientifici che letterari. In «An Apology for Poetry or The Defence of Poesy» (stampato nel 1595), Sir Philip Sidney descrive il poeta come un alchimista per la sua capacità di trasformare l’ottone in oro. In «The Art of English Poesy» (stampato nel 1589), George Puttenham paragona il poeta a un guaritore alchemico. «Ma per Sidney e Puttenham il poeta-alchimista è esclusivamente uomo. La mia monografia esplora il modo in cui le scrittrici hanno costruito l’identità della chimica e autrice alchemica donna», spiega Chowdhury.
Parole chiave
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