Mitigare il rischio di eruzioni vulcaniche
L’Europa ospita oltre 60 vulcani attivi, tra cui due dei più attivi al mondo. Come hanno dimostrato le recenti eruzioni in luoghi come l’Italia e l’Islanda, i vulcani possono causare danni significativi alle infrastrutture, all’agricoltura, ai trasporti e alla salute. Per mitigare questi rischi è necessario sapere quando, perché e come i vulcani eruttano. Per il progetto VESPER finanziato dall’UE, le risposte a queste domande si trovano nello zircone. «Lo zircone minerale è un ingrediente minore presente nella “zuppa di magma” che alimenta le eruzioni vulcaniche», afferma Jenni Barclay, professoressa di vulcanologia all’Università di East Anglia e coordinatrice del progetto. «Poiché lo zircone è chimicamente e fisicamente resistente, può registrare diversi eventi nella storia di un vulcano», ha aggiunto Jane Scarrow borsista di Azioni Marie Skłodowska-Curie. Per rivelare la storia del magma di un vulcano, compresi i cambiamenti che hanno portato all’eruzione, il progetto VESPER si è concentrato sull’analisi dei cristalli di zircone.
Da Montserrat all’isola dell’Ascensione
L’obiettivo principale del progetto è stato quello di capire come lo zircone possa contribuire a mitigare i rischi e i pericoli vulcanici per le comunità che vivono nelle vicinanze. Per fare ciò, i ricercatori hanno indagato la periodicità e lo stile delle eruzioni vulcaniche del passato in luoghi come Montserrat nei Caraibi e l’isola dell’Ascensione nell’Oceano Atlantico meridionale. A Montserrat, i ricercatori hanno studiato il vulcano Soufrière Hills, che ha eruttato per l’ultima volta dal 1995 al 2010. Nonostante sia uno dei vulcani più studiati al mondo, lo zircone trovato nelle rocce di Montserrat non è mai stato analizzato. Le recenti eruzioni hanno creato un’opportunità unica per i ricercatori di trovare lo zircone e di indagare, ad esempio, la sua età e la sua composizione nelle inclusioni intermedie femiche e nelle andesiti dal crollo del duomo di lava del 2010. I ricercatori hanno anche datato lo zircone proveniente dall’unica transizione vulcanica esplosiva conosciuta sull’isola dell’Ascensione. Questo lavoro ha rivelato due grandi eventi magmatici, uno avvenuto circa 110 000 anni fa e l’altro quasi 60 000 anni fa. Il team ha trovato prove del riciclaggio di minerali provenienti da altri eventi magmatici, anche più vecchi (0,6-1,3 milioni di anni fa). «Questi risultati ci permettono di capire come il sistema idraulico del magma si evolve e cambia nel sottosuolo durante la fase di preparazione alle eruzioni», ha spiegato Scarrow. «Queste informazioni si riveleranno preziose per costruire strategie di pianificazione dei rischi a medio e lungo termine per mitigare i rischi di future eruzioni vulcaniche».
Aprire la porta a nuove prospettive
Secondo Scarrow, offrendo l’opportunità di avviare una nuova direzione di ricerca applicata, il progetto VESPER ha aperto le porte a nuove prospettive di carriera. «Lavorare con il professor Barclay mi ha dato l’opportunità di apprezzare come un approccio multidisciplinare alla scienza possa essere applicato a questioni e problemi rilevanti per la società», afferma. Un fattore importante per il successo del progetto è stato l’utilizzo di molteplici prospettive nell’interpretazione dei dati geochimici. «Questo ci ha permesso di utilizzare meglio i dati geochimici per comprendere i tempi rilevanti per la valutazione del rischio vulcanico», ha concluso Barclay. Scarrow sta ora continuando a lavorare sui dati e sui campioni acquisiti durante il progetto VESPER da un incarico permanente presso l’Università di Granada, in Spagna.
Parole chiave
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