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Human Rights in the Post-Uprisings Middle East: Emerging Discourses and Practices in Egypt and Tunisia

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Una ricerca sui mutamenti avvenuti in seguito alla Primavera araba nell’ambito dei diritti umani

Le rivolte della «Primavera araba» che hanno avuto inizio nel 2011 portavano con sé grandi promesse per il miglioramento dei diritti umani nella regione; ciononostante, qualsiasi tipo di progresso dipendeva dalla forza dei quadri istituzionali e dalla volontà politica.

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Un progetto finanziato da Orizzonte 2020, HURIME, ha approfondito i modelli alla base del discorso e delle pratiche relativi ai diritti umani sviluppatisi sulla scia delle rivolte avvenute nel contesto della Primavera araba nel 2011. La ricerca era intesa a migliorare le nostre conoscenze in merito alle complesse relazioni che intercorrono tra attori politici, cittadini, istituzioni pubbliche e diritti umani in tutta la regione del Medio Oriente e Nord Africa (MENA). Il progetto ha analizzato tre casi di studio principali: l’Egitto, la Tunisia e il Marocco. Tra i principali catalizzatori delle rivolte verificatesi in Egitto e in Tunisia rientrano le gravi violazioni dei diritti umani avvenute, che hanno inoltre svolto un ruolo essenziale nel corso del periodo di transizione di questi paesi. Questa ricerca è stata intrapresa con il sostegno del programma Marie Skłodowska-Curie.

Contesto regionale

In primo luogo, sono stati delineati i quadri storici, culturali e politici di ciascuno dei paesi per situare la ricerca in un contesto più ampio. Una volta stabilito il contesto di riferimento, il gruppo responsabile di HURIME ha effettuato analisi approfondite di ogni paese e rivoluzione basandosi su testimonianze provenienti da più fonti, tra cui testi giuridici, relazioni organizzative, programmi di partito, libri, periodici, discorsi e copertura mediatica. Combinando dati qualitativi ed empirici, la squadra del progetto è stata in grado di svelare i modelli necessari a spiegare cosa fosse successo in questi paesi prima e dopo l’insorgere delle rivolte. «Le prove empiriche sono state ricavate da informazioni raccolte in viaggi di ricerca sul campo nei paesi selezionati e da interviste semi-strutturate con attori politici e nell’ambito dei diritti umani appartenenti a realtà e partiti politici diversi», afferma Melek Saral della School of Oriental and African Studies dell’Università di Londra, ricercatrice principale del progetto HURIME. Nella regione il gruppo di ricerca di HURIME ha portato a termine casi di studio qualitativi; tuttavia, a causa della sensibilità dell’oggetto trattato, è stato necessario raccogliere alcune informazioni a distanza. «Svolgendo le ricerche sul campo in Egitto, abbiamo dovuto affrontare problemi dovuti a questioni di sicurezza e alla sensibilità dell’argomento di ricerca. Le interviste sono state condotte con gli attori politici residenti al di fuori del paese, in nazioni quali, tra le altre, Turchia, Regno Unito, Stati Uniti e Canada», afferma Saral.

Stabilità istituzionale

Le rivolte del 2011 in Tunisia ed Egitto e la caduta dei regimi autoritari al potere avevano destato molte speranze di miglioramento dei diritti umani. «Ciononostante, in entrambi i paesi le forze controrivoluzionarie, tra cui i militari, le forze di sicurezza e gli attori politici provenienti dal passato regime, si sono attivate subito dopo l’insorgere delle rivolte e si sono impegnate per contrastare le istanze di rivoluzione», aggiunge Saral. Il progetto ha rivelato che gli attori politici hanno in genere affrontato la questione dei diritti umani più frequentemente e intensamente in seguito alle rivolte, anche se ciò non si è sempre tradotto in un cambiamento concreto nel conseguente trattamento di tali diritti. Affinché nei paesi avvengano mutamenti significativi nell’ambito delle pratiche relative ai diritti umani, è necessario stabilire dei quadri istituzionali che contribuiscano ad agevolare un miglioramento costante e tangibile. «Per promuovere i diritti umani nella regione, è necessario concretizzare una società civile vivace e stabilire i quadri istituzionali pertinenti», dichiara Saral.

Diffondere il messaggio

HURIME ha arricchito la letteratura in materia di diritti umani con nuove conoscenze in un’area che presenta ampie carenze di analisi approfondite sugli sviluppi dei diritti umani nei paesi in transizione della regione MENA. I risultati della ricerca hanno inoltre raggiunto un pubblico più ampio di quello puramente accademico. Saral aggiunge che il progetto continuerà ad apportare incessanti contributi allo sviluppo dei diritti umani nella regione MENA mediante attività divulgative a livello accademico e non. Saral ha pubblicato uno studio relativo al progetto sulla rivista «Muslim World Journal of Human Rights». Il gruppo responsabile di HURIME si augura che tale pubblicazione estenda e accentui la consapevolezza sul valore dei diritti umani in questi paesi, in un periodo in cui continuano ad attraversare transizioni significative dal punto di vista storico.

Parole chiave

HURIME, diritti umani, discorso, Primavera araba, Medio Oriente, istituzioni, trattamento, Egitto, Tunisia, Marocco

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