Skip to main content
European Commission logo
italiano italiano
CORDIS - Risultati della ricerca dell’UE
CORDIS
CORDIS Web 30th anniversary CORDIS Web 30th anniversary

Links between warming Arctic and climate extremes in northern Eurasia

Article Category

Article available in the following languages:

Il ruolo del riscaldamento dell’Artico negli eventi climatici estremi

Le nostre conoscenze sui processi che legano il riscaldamento dell’Artico (o l’amplificazione dell’Artico) alle condizioni meteorologiche e climatiche nelle medie latitudini sono incomplete. Tuttavia, per effettuare previsioni accurate dei cambiamenti climatici è fondamentale disporre di una comprensione completa di tali processi e degli eventi estremi associati.

Nel corso degli ultimi tre decenni l’Artico si è riscaldato più velocemente del resto del pianeta, subendo cambiamenti fisici senza precedenti come mostrato dai record minimi registrati relativamente alla presenza di ghiaccio marino e di zone innevate durante le estati. Gli impatti di questi cambiamenti sulle condizioni meteorologiche e climatiche al di fuori della regione artica, come ad esempio nell’Eurasia settentrionale, potrebbero essere considerevoli, essendo l’Artico una parte integrante del sistema climatico globale. Possibilmente, nell’ultimo decennio tali impatti sono già stati osservati nell’emisfero settentrionale: tra questi figurano una maggior frequenza di ondate di calore, inverni eccezionalmente freddi e inondazioni, spesso di forza e durata senza precedenti. Il progetto LAWINE, finanziato dall’UE, si è prefisso di comprendere meglio i complessi processi che, potenzialmente, legano l’amplificazione dell’Artico alle condizioni meteorologiche e climatiche nell’Eurasia settentrionale, contribuendo a ridurre i danni provocati dagli eventi climatici estremi. Questa ricerca è stata intrapresa con il supporto del programma Marie Curie. Raffronto di osservazioni e modelli Gli scienziati hanno studiato le interazioni combinatorie dei sistemi aria-ghiaccio-oceano regionali che circondano l’Eurasia settentrionale. «Abbiamo approfondito le relazioni che intercorrono tra le condizioni meteorologiche e le temperature della superficie marina dell’Atlantico su larga scala, da una parte, e la temperatura atmosferica e l’umidità nell’Eurasia settentrionale, dall’altra, e quelle tra l’influenza esercitata dal modello Artico caldo/Siberia fredda e la circolazione atmosferica dell’emisfero settentrionale», afferma Petteri Uotila, il coordinatore del progetto. Questi sistemi interagenti, definiti come «teleconnessioni», influenzano le condizioni meteorologiche e climatiche. «Ipotizziamo che l’amplificazione dell’Artico stia incidendo sugli estremi climatici dell’Eurasia mediante teleconnessioni con altre regioni, quali l’Atlantico e il Pacifico», spiega il prof. Uotila. La comprensione scientifica delle teleconnessioni è incompleta a causa dell’imperfezione dei modelli e dell’insufficienza delle osservazioni. I modelli di previsione, pertanto, patiscono tuttora numerosi limiti e sono tutt’altro che perfetti, il che rende l’individuazione dei meccanismi fisici alla base delle teleconnessioni impegnativa e i risultati incerti. I ricercatori hanno affrontato queste lacune di conoscenza approfondendo le teleconnessioni che legano le caratteristiche della superficie oceanica e terrestre al verificarsi di eventi climatici estremi. «Abbiamo raffrontato i risultati di osservazioni e modelli e selezionato i modelli più realistici in termini della loro capacità di rappresentare le teleconnessioni», spiega il prof. Uotila. La complessità climatica in evidenza Il progetto ha progettato, svolto e analizzato simulazioni di cambiamenti climatici per determinare i meccanismi alla base delle teleconnessioni e migliorare la capacità di previsione dei modelli. Ciò ha portato a minori incertezze per quanto concerne le stime dei cambiamenti negli estremi climatici in Eurasia. Secondo il prof. Uotila: «Relativamente ai modelli accoppiati delle condizioni meteorologiche e climatiche e all’analisi retrospettiva, abbiamo identificato i problemi che riducono la precisione delle previsioni ambientali. Successivamente, siamo stati in grado di spiegare diversi meccanismi fisici che originano questi problemi». I risultati di LAWINE hanno messo in evidenza la complessità del sistema climatico, l’importanza relativa di varie teleconnessioni e le loro interazioni. «Ad esempio, gli effetti dell’amplificazione dell’Artico a livello regionale nell’Eurasia settentrionale sono praticamente impossibili da separare dai contemporanei effetti attivi delle teleconnessioni che nascono nelle regioni circostanti, come i tropici e l’Atlantico», evidenzia il prof. Uotila. Dato che gli eventi estremi possono provocare considerevoli danni e minacciare vite umane, è estremamente importante acquisire una migliore conoscenza dei meccanismi che facilitano il loro insorgere e intensità. Di conseguenza, LAWINE beneficia direttamente i responsabili dello sviluppo di modelli di previsione ambientale e, indirettamente, gli utenti finali, la cui vita e sostentamento può dipendere dalla loro precisione. «Ottimizzare la prevedibilità degli eventi climatici e meteorologici estremi è un importante fattore per conseguire una migliore resilienza e adattamento della società», conclude il prof. Uotila.

Parole chiave

LAWINE, clima, Artico, estremo, teleconnessione, Eurasia, riscaldamento, amplificazione

Scopri altri articoli nello stesso settore di applicazione