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Contenuto archiviato il 2023-03-07

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Più facile la comunicazione sottomarina

Come possono fare gli scienziati a monitorare quello che succede sott'acqua? Per esempio, per osservare le popolazioni di pesci nell'Artico gli scienziati generalmente raccolgono dati manualmente durante costose crocere di ricerca. Un team di ricercatori norvegesi crede che is...

Come possono fare gli scienziati a monitorare quello che succede sott'acqua? Per esempio, per osservare le popolazioni di pesci nell'Artico gli scienziati generalmente raccolgono dati manualmente durante costose crocere di ricerca. Un team di ricercatori norvegesi crede che istallare una rete di sensori wireless sia una soluzione molto più efficace. Hanno testato il loro concetto nel fiordo di Oslo e adesso sono pronti a portare la loro idea a un livello superiore: Le organizzazioni norvegesi Kongsberg Maritime e SINTEF parteciperanno ai nuovi progetti finanziati dall'UE CLAM ("Collaborative embedded networks for submarine surveillance") e UAN ("Underwater acoustic network"), entrambi finanziati nell'ambito del Settimo programma quadro (7? PQ). "Si tratta di costruire una specie di GSM (sistema globale di comunicazioni mobili) sottomarino," spiega lo scienziato della SINTEF Tor Arne Reinen. Lo scorso dicembre, un piccolo gruppo di scienziati ha percorso lo Oslofjord, ha gettato in mare 5 tubi di plastica pieni di dispositivi elettronici e batterie a intervalli regolari di diverse centinaia di metri. Questa rete di sensori si può ormeggiare o si può lasciare galleggiare liberamente e i nodi possono sia mandare che ricevere informazioni tra cui temperatura, vibrazione o composizione chimica. "Per esempio, se uno dei sensori registra un'alta concentrazione di una particolare tossina ambientale potrebbe fa si che tutta la rete monitori solo quell'elemento," suggerisce il dott. Reinen. "In questo modo si otterebbe una mappatura più rapida e affidabile di tali eventi rispetto a un sensore singolo che potrebbe dare lo stesso allarme diverse settimane o persio mesi più tardi. I risultati dei test sono stati positivi e hanno mostrato che i nodi funzionano bene insieme. Per coprire un'area vasta, il network avrà bisogno di centinaia di migliaia di unità. Anche così, la tecnologia sarebbe probabilmente usata per concentrarsi su aree ed eventi specifici. Per esempio, gli scienziati sono riusciti a mettere su una fila di sensori lungo la rotta di migrazione delle specie di pesci per misurare il numero. Insieme a diversi partner europei in Italia e nei Paesi Bassi, Kongsberg Maritime e SINTEF stanno intraprendendo due progetti di ricerca che porteranno la tecnologia un gradino più in alto, aprendo la strada a interessanti possibilità di monitorare l'inquinamento e sorvegliare le infrastrutture critiche. La rete CLAM è formata da piccoli sensori che comunicano tra loro sott'acqua fino a 1.500 metri di profondità. Questa nuova tecnologia si potrebbe usare per misurare i livelli di inquinamento, per esempio. Il nuovo progetto UAN, inoltre, riunisce esperti del campo dell'industria, dei laboratori universitari e delle agenzie governative. Insieme svilupperanno ulteriormente e testeranno un sistema che integra sensori da piazzare sott'acqua, sulla terra e in aria. UAN in particolare studia le possibilità di stabilire una trasmissione del suono sottomarina. Queste nuove tecnologie potrebbero permettere un monitoraggio più affidabile e reattivo delle infrastrutture sensibili.

Paesi

Norvegia

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