Studio della Commissione evidenzia disparità tra i generi nell'istruzione
La maggior parte degli Stati membri ha adottato politiche atte a minimizzare le disparità tra i generi nell'ambito dell'istruzione, ma una ricerca pubblicata dalla Commissione europea dimostra che nel vecchio continente queste differenze esistono ancora e riguardano anche i risultati ottenuti dagli studenti. Come base dello studio sono stati utilizzati i dati raccolti da Eurydice ("Information on education systems and policies in Europe"), frutto di una raccolta e di un'analisi condotta sui sistemi educativi in 29 paesi, ovvero i 27 Stati membri (ad eccezione della Bulgaria) più Islanda, Lichtenstein e Norvegia. Quasi tutti i paesi europei hanno o stanno per avviare politiche in materia di uguaglianza di genere nel campo dell'istruzione. Le politiche, volte a sradicare la tradizionale suddivisione dei ruoli e gli stereotipi, sono state concepite anche per aumentare il numero delle donne in seno agli enti con potere decisionale, per contrastare i modelli professionali legati al genere e bilanciare il livello di istruzione legato allo stesso. Lo studio ha, tuttavia, evidenziato come un maggiore sostegno da parte dell'UE potrebbe addirittura alimentare le discrepanze: le ragazze ottengono generalmente voti più alti nel corso dell'anno e alla maturità rispetto ai coetanei maschi, mentre è maggiore il numero dei ragazzi che abbandona gli studi o deve ripetere gli anni scolastici. I ragazzi inoltre ottengono risultati meno eccellenti nella lettura mentre le ragazze, in media, hanno voti più bassi in matematica. Le scuole europee "oggi sono ancora lontane dallo sfruttare tutti i mezzi potenzialmente disponibili per sradicare i ruoli tradizionalmente legati ai generi", evidenzia lo studio. "Il futuro professionale (e privato) dei ragazzi e delle ragazze è ancora fortemente influenzato dalla suddivisione tradizionale dei ruoli". Androulla Vassiliou, commissario europeo per l'Istruzione, è concorde nell'affermare che le politiche in materia di generi devono evolversi in base ai cambiamenti che hanno colpito società e istruzione nel corso degli ultimi decenni. "La relazione tra genere e livello d'istruzione è variata in modo significativo negli ultimi cinquanta anni e le differenze assumono oggi forme più complesse", ha commentato il commissario. "La netta maggioranza del personale che lavora nelle scuole è composto da donne, ma il settore dell'istruzione è gestito dagli uomini. La maggior parte dei laureati sono donne e il tasso più alto di abbandono scolastico si registra tra i ragazzi. Le politiche che attuiamo per promuovere l'uguaglianza di genere deve basarsi su queste realtà". Lo studio ha però messo in luce che pochi paesi considerano i risultati inferiori alle aspettative dei ragazzi come una priorità politica, mentre solo alcuni hanno attuato programmi specifici per migliorare le capacità di lettura dei ragazzi e i risultati delle ragazze in matematica e nelle materie scientifiche. I ricercatori evidenziano anche che all'interno dell'UE sono rare le iniziative governative avviate per informare i genitori sulle questioni legate all'uguaglianza di genere e per coinvolgerli maggiormente nella promozione di questa tematica. I ricercatori hanno aggiunto che "lo status socio-economico continua a essere un fattore determinante per i risultati dei ragazzi. Il background familiare è quindi un dato importante, insieme al genere, quando si aiutano bambini che ottengono scarsi risultati". In generale, lo studio ha dimostrato che le bambine ottengono in media più attenzione dei maschi, in particolare per quanto concerne gli studi professionali. "Sebbene esistano iniziative e progetti individuali interessanti, le strategie nazionali per combattere gli stereotipi legati al genere nella scelta della carriera e nelle iniziative correlate destinate ai ragazzi sono carenti", ha evidenziato lo studio. La iniziative di orientamento professionale che tengono conto del genere, presenti in appena la metà dei paesi europei, sono spesso indirizzate alle ragazze e mirano a incoraggiarle e intraprendere carriere professionali in campo tecnologico o nel campo delle scienze naturali. Analogamente, circa due terzi dei paesi UE ha avviato politiche per le parità di genere nell'istruzione superiore, ma quasi la totalità delle iniziative e dei progetti di questo genere si rivolge esclusivamente alle ragazze. Le politiche volte a eliminare le disparità di genere nell'istruzione superiore hanno spesso come obiettivo quello di aumentare il numero delle donne tra le fila di scienziati e ingegneri e tra il personale docente. Come ha evidenziato lo studio, il fatto che la quantità di donne che siede in cattedra nelle università si concentri nei livelli più bassi della carriera accademica ha portato circa un terzo dei paesi a implementare politiche mirate.