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Contenuto archiviato il 2023-03-07

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Progetto UE pensato per chi ha meno dimestichezza con la tecnologia

I progressi fatti nell'ambito delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione si sono rivelati estremamente utili per le persone. Tuttavia, non tutti hanno accesso a queste innovazioni. Il progetto I2HOME ("Intuitive interaction for everyone with home appliances based...

I progressi fatti nell'ambito delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione si sono rivelati estremamente utili per le persone. Tuttavia, non tutti hanno accesso a queste innovazioni. Il progetto I2HOME ("Intuitive interaction for everyone with home appliances based on industry standards"), che ha ricevuto dall'UE finanziamenti per 2,7 milioni di euro in riferimento all'area tematica "Tecnologie della società dell'informazione" del Sesto programma quadro (6° PQ), è stato ideato per ovviare a questo problema mediante la progettazione e l'implementazione di queste tecnologie secondo un approccio definito di "Design per tutti". Il fatto che coloro che non hanno dimestichezza con la tecnologia non utilizzino alcuni dispositivi tecnologici, come telefoni cellulari e telecomandi, ne ostacola la partecipazione alla società, li rende dipendenti da altri e ne limita il potenziale. I partner del progetto, coordinati dal Centro di ricerca tedesco sull'intelligenza artificiale (DFKI) GmbH, hanno spiegato che per far fronte al problema è stato scelto un approccio basato su standard industriali esistenti e in corso di sviluppo. Il consorzio, composto da otto partner, si è occupato dell'utilizzo degli elettrodomestici da parte di anziani e persone affette da disabilità cognitive. Il team ha lavorato inoltre per standardizzare o sviluppare strategie d'accesso che potessero essere utilizzate anche al di fuori delle mura domestiche. I partner del progetto I2HOME hanno usato il middleware, un software in grado di collegare componenti del software o applicazioni. Il middleware garantisce un'interoperabilità che supporta e semplifica con efficacia le applicazioni più complesse. Per perseguire gli obiettivi di questo progetto, il middleware è stato impiegato in modo da garantire che dispositivi e apparecchiature - come ad esempio l'aria condizionata e il riscaldamento - potessero essere utilizzate a partire dall'interfaccia selezionata dall'utente. "A svolgere il ruolo chiave in questo progetto sono stati gli utenti di questa tecnologia: tutte le soluzioni tecniche, infatti, sono state adottate sulla base di un'attenta analisi delle esigenze e dei desideri degli utenti", ha spiegato il dottor Jan Alexandersson, del dipartimento dedicato alle interfacce utente intelligenti del DFKI, a capo del progetto I2HOME. I partner del progetto raccontano di avere lavorato a stretto contatto con alcuni gruppi in modo tale da sviluppare la tecnologia sulla base delle loro necessità. Tra i gruppi coinvolti vi erano giovani con deficit cognitivi, persone affette da Alzheimer e soggetti non vedenti e ipovedenti. Il team del progetto I2HOME sta valutando ora i risultati del progetto e sono già stati in grado di dimostrare in che modo è possibile sfruttare la tecnologia nel mock-up di una cucina. "Ecco finalmente qualcosa che funziona", avrebbe detto - secondo la BBC - la tedesca Ginger Classen, una non vedente specialista di accessibilità. "Se questa tecnologia verrà adottata da molti produttori, avrò finalmente la possibilità di acquistare questo tipo di prodotti in un negozio normale, come coloro che ci vedono, e avrò la possibilità di comprare prodotti belli e di stile. I partner di I2HOME hanno sottolineato che per garantire un funzionamento efficace della piattaforma è necessario che tutti gli apparecchi domestici facciano parte di una stessa rete. Il team ha già testato, tra le altre cose, telefoni cellulari che sfruttano piattaforme Windows Mobile e Android e touch-screen. "Il progetto I2HOME dimostra che la tecnologia, tradizionalmente ritenuta troppo complessa da parte di numerosi utenti, può essere resa accessibile anche alle persone più anziane e ai disabili", hanno spiegato i ricercatori. Il dottor Alexandersson ha affermato: "All'inizio del 2010 già più di 100 organizzazioni e aziende europee utilizzavano la tecnologia I2HOME". I2HOME riunisce ricercatori e industriali provenienti da Repubblica Ceca, Spagna, Germania, Portogallo e Svezia.

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