Preoccupa la resistenza dei gabbiani agli antibiotici
Sono allarmanti le scoperte fatte nell�ambito di una ricerca finanziata dall'UE che mostrano che il 50% dei gabbiani del Mediterraneo sono portatori di batteri resistenti a determinati antibiotici. Visto che - alquanto sorprendentemente - questi uccelli presentano lo stesso modello di resistenza agli antibiotici degli esseri umani, la scoperta apre uno spiraglio nella lotta contro una delle maggiori minacce della società: i batteri che sviluppano una resistenza ai farmaci. Queste scoperte del progetto NEW-FLUBIRD sono pubblicate nella rivista PLoS (Public Library of Science) ONE. NEW-FLUBIRD ha ricevuto un finanziamento di 1,86 milioni di euro attraverso la linea di bilancio "Ricerca a sostegno delle politiche" del Sesto programma quadro (6°PQ). Il suo obiettivo primario era quello di creare una rete di esperti che potesse fornire sistemi essenziali di avvertimento precoce e valutazione del rischio in tempo reale, nel caso di individuazione di minacce sanitarie da virus dell'influenza aviaria negli uccelli migratori. In questo studio un team di ricercatori dell'università di Uppsala in Svezia ha esaminato la presenza della resistenza agli antibiotici in due popolazioni di Larus michahellis (gabbiano reale mediterraneo o zampegialle) nel sud della Francia. "I gabbiani hanno sviluppato dei comportamenti che implicano un contatto sempre più stretto con l'uomo, e [così] aumentano le probabilità di interscambio di batteri," ha detto il capo delle ricerca Mirva Drobni. "Questo li rende quindi estremamente interessanti allo studio." Le scoperte del team hanno rivelato un alto livello di resistenza antibiotica generale in campioni di Escherichia coli (E. coli) prelevati dai gabbiani. "Quasi la metà dei batteri isolati (47,1%) presentava una resistenza a uno o più antibiotici (dei 6 antibiotici usati) ed è risultata molto diffusa anche la resistenza alla tetraciclina, ampicillina e streptomicina." Quasi il 10% dei gabbiani erano portatori di batteri che producono enzimi ESBL (beta-lattamasi a spettro esteso). Questi batteri, come la E. coli e la clebsiella, si sono manifestati negli anni ottanta e sono ora catalogati tra le principali infezioni ospedaliere. La duplice minaccia associata a questi batteri è rappresentata dal fatto che essi sono sia resistenti agli antibiotici forti, sia capaci di diffondersi molto velocemente. Da notare che il team di Uppsala è stato anche in grado di mostrare che il modello di resistenza di questi gabbiani era identico a quello dell'uomo, con uno scambio reciproco di batteri e sistemi di resistenza. Detto diversamente, gli uccelli e gli esseri umani condividono le stesse popolazioni di E. coli. "Diversi E. coli produttori di ESBL isolati negli uccelli erano identici o molto simili a quelli isolati negli esseri umani," scrivono gli scienziati. "Perciò, gli uccelli selvatici raccolgono gli E. coli di origine umana - con i tratti della resistenza umana - e potrebbero di conseguenza anche agire da riserva ambientale e raccoglitore di resistenza batterica, con la capacità potenziale di ri-infettare la popolazione umana." La dott.ssa Drobni ha aggiunto: "Queste scoperte sono molto preoccupanti perché indicano un più alto livello di resistenza batterica nei gabbiani di quanto non venga riscontrato negli umani della stessa regione. Attualmente non sappiamo se i gabbiano rappresentino una mera riserva della resistenza antibiotica, oppure costituiscano anche una fonte di ulteriore diffusione verso l'uomo."
Paesi
Svezia