Il rapporto tra l’UE e la Turchia: come superare la costante instabilità della cooperazione conflittuale
L’UE e la Turchia hanno sempre vacillato tra negoziati di adesione e difficoltà originate dalle incertezze in merito a instabilità politica, problematiche relative al rispetto dei diritti umani, dispute di natura economica e divergenze in materia di politica estera. Gli ultimi quattro anni mostrano in maniera condensata questi problemi: nel 2015 e nel 2016, le crisi connesse alla migrazione hanno spinto entrambe le parti a rilanciare i negoziati di adesione e ad avvicinarsi più che mai alla risoluzione della questione di lunga data di Cipro. Da quel momento in poi, il processo di deterioramento è ricominciato ed è culminato nel marzo del 2019 con l’ultima risoluzione del Parlamento europeo, attraverso la quale è stata richiesta la sospensione della procedura di adesione. «La ricerca sui rapporti tra l’UE e la Turchia è sempre stata e continua oggi ad essere un compito impegnativo, in quanto l’oggetto di studio è un “bersaglio mobile”», spiega la dott.ssa Funda Tekin, direttrice del progetto FEUTURE (The Future of EU-Turkey Relations. Mapping Dynamics and Testing Scenarios) per conto dell’Università di Colonia. «Inoltre, le realtà dei fatti potrebbero cambiare non solo rapidamente, ma anche in modo estremo. Ciò significa che i cosiddetti jolly (circostanze impossibili da prevedere, eventi improbabili ma profondamente destabilizzanti) possono materializzarsi e modificare completamente il futuro rapporto tra le parti». Delimitare l’ampiezza dei rapporti tra l’UE e la Turchia La dott.ssa Tekin e il suo team hanno riunito 15 partner provenienti da UE, Turchia e regioni limitrofe e hanno fornito uno spazio protetto per discutere apertamente di questioni chiave di essenziale importanza. Insieme, i partner del progetto hanno cercato di generare la comprensione di tutti i fattori che determinano il rapporto tra l’UE e la Turchia. Hanno preso in considerazione la natura variabile del rapporto al fine di determinarne un’«ampiezza» sulla base di tre scenari-tipo ideali (adesione all’UE, cooperazione e conflitto), mappato le dinamiche dei rapporti tra l’UE e la Turchia in termini di narrazioni storiche sottostanti e principali fattori tematici e considerato i jolly (eventi improbabili ma profondamente destabilizzanti) nella costruzione, nell’ambito del progetto, dello scenario relativo al futuro rapporto tra le parti. Prendendo in considerazione sei dimensioni tematiche, ovvero politica, economia, sicurezza, energia, migrazione e identità, il consorzio è giunto alla definizione di uno scenario di «cooperazione conflittuale». «Malgrado le dinamiche conflittuali in termini di politica e costruzione dell’identità, l’UE e la Turchia non hanno altra scelta se non quella di cooperare. La complessa interdipendenza nei settori relativi a economia, energia, migrazione e sicurezza è tale da far sì che la cooperazione, sebbene a volte conflittuale, rimanga una necessità nel prossimo futuro e determini i limiti soglia al di sotto dei quali il rapporto, semplicemente, non può scendere. In altre parole, il rapporto tra l’UE e la Turchia continuerà molto probabilmente ad oscillare tra i limiti soglia, concretizzando la costante instabilità della cooperazione conflittuale», spiega Nathalie Tocci, coordinatrice scientifica di FEUTURE. Un’«associazione dinamica» per rapporti migliori Un altro dubbio che il consorzio ha cercato di sciogliere riguarda l’eventualità che questo scenario sia inevitabile. I partner, insieme, hanno cercato di scoprire il modo in cui l’UE potrebbe massimizzare la portata della cooperazione e mitigare le prospettive di conflitto, integrando al contempo tale cooperazione in un quadro basato su delle regole. «La nostra proposta è di realizzare un’associazione dinamica che, mantenendosi comunque aperta a ogni tipo di possibilità (e che quindi non propugni la sospensione definitiva del processo di adesione), intenda massimizzare la cooperazione e si sforzi di integrarla in un quadro basato su delle regole», afferma la dott.ssa Tocci. «Riteniamo che un’unione doganale modernizzata sulla quale possano essere aggiunti elementi costitutivi della cooperazione nei settori relativi a economia, energia, migrazione e sicurezza sia la strada da seguire più vantaggiosa e realistica». Il consorzio ha già discusso le proprie raccomandazioni politiche con funzionari e parti interessate sia ad Ankara che a Bruxelles e ha inoltre avuto l’opportunità di presentarle nelle capitali di singoli Stati membri dell’UE.
Parole chiave
FEUTURE, UE, Turchia, adesione, dinamiche conflittuali, migrazione, unione doganale