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Contenuto archiviato il 2024-06-18

Microbiome Influence on Energy balance and Brain Development-Function Put into Action to Tackle Diet-related Diseases and Behavior.

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Il ruolo del bioma intestinale nella nostra salute e nel nostro benessere diventa sempre più chiaro

Le prove si stanno accumulando: il microbioma intestinale influenza lo sviluppo e il funzionamento del sistema immunitario, di quello endocrino e di quello nervoso, che regolano il bilancio energetico e il comportamento. Il progetto MyNewGut ha esaminato il ruolo del bioma e il potenziale dell’intervento sull’alimentazione nella riduzione del rischio di malattie.

Il progetto MyNewGut ha ricevuto un sostegno dall’UE per fare luce sul contributo del microbioma umano al metabolismo delle sostanze nutritive e al bilancio energetico. La professoressa Yolanda Sanz, coordinatrice del progetto e direttrice dell’Unità per la ricerca su ecologia microbica, nutrizione e salute con sede presso il Consiglio nazionale della ricerca (IATA-CSIC) a Valencia, spiega: «Volevamo inoltre identificare caratteristiche collegate al microbioma che contribuiscono a obesità e disturbi associati, o che ci permettono di prevederli. Abbiamo osservato in che modo il microbioma è influenzato da fattori ambientali e anche il suo ruolo nello sviluppo immunitario e del cervello, e del loro funzionamento, negli esseri umani». Un caso di studio effettuato dal consorzio ha coinvolto il trasferimento del microbiota intestinale da donatori sani a soggetti affetti da sindrome metabolica mediante trapianti di microbiota fecale (FMT). Hanno così dimostrato che un «microbiota in salute» incrementa l’espressione del recettore di dopamina striatale nel cervello (SPECTscans), che è un sistema coinvolto in un maggiore controllo dell’appetito. Questo porta a riduzioni dell’assunzione di cibo in uno studio di intervento umano. «Le scoperte dimostrano uno dei meccanismi causali in cui il microbiota intestinale influenza positivamente il bilancio energetico e migliora quindi la salute metabolica», spiega la prof.ssa Sanz. «Queste scoperte potrebbero consentire ai ricercatori di prendere di mira in modo specifico l’asse intestino-cervello. Questo potrebbe essere fatto o da diete che arricchiscono il nostro microbiota intestinale con questi batteri, o fornendo i batteri o metaboliti identificati come nuovi agenti terapeutici. Questo potrebbe modificare vantaggiosamente l’assunzione di cibo e il comportamento alimentare negli esseri umani in futuro». Le diete iperproteiche (HPD, high-protein diet) sono di gran moda al momento. Il progetto ha preso in considerazione il loro impatto mediante uno studio di intervento randomizzato in doppio cieco, controllato con placebo e progettato in parallelo. Questo ha esaminato gli effetti sia della quantità che dei tipi di proteine (caseina o proteine della soia) su volontari sani in sovrappeso. «Anche se le diete iperproteiche sono spesso efficaci per perdere peso, la maggiore assunzione di proteine aumenta anche la quota di prodotti proteici che raggiungono l’intestino crasso e che vengono metabolizzati dal microbiota del colon. Questo genera composti tossici, che dipendono anche dal tipo di proteine, e dovrebbero essere presi in considerazione nelle raccomandazioni relative alla dieta». Queste scoperte sono dettagliate ed estremamente rilevanti per i nostri stili di vita moderni. Mediante uno studio longitudinale condotto su bambini, il consorzio ha preso anche in considerazione l’impatto di una dieta poco sana, che include un consumo elevato di zuccheri semplici e grassi. Questa dieta è associata a un microbiota poco vario e a un’infiammazione maggiore in bambini di peso normale che successivamente sviluppano l’obesità, rispetto a bambini che rimanevano di peso normale. «Questa scoperta suggerisce che il microbioma intestinale faccia parte delle caratteristiche dell’individuo che contribuiscono a prevedere un guadagno di peso normale o eccessivo e l’inizio dell’obesità. Queste informazioni potrebbero aiutare nell’individuazione precoce del rischio di obesità e nella messa in campo anticipata di misure dietetiche preventive». I membri del consorzio MyNewGut hanno dimostrato che i giovani adulti nati con parto cesareo hanno risposte più elevate allo stress rispetto a quelli nati con parto naturale. «Questo è importante vista la relazione tra stress e malattia mentale e metabolica e i tassi di parto cesareo, che stanno aumentando a livello globale». I tassi di parto cesareo nell’UE superano il 30 %, mentre l’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda livelli attorno al 12 %. Questi hanno mostrato un chiaro impatto negativo sul neurosviluppo di giovani bambini combinato con l’uso di antibiotici nei primi giorni di vita. L’identificazione da parte del progetto di nuovi ceppi batterici potrebbe dare luogo a una nuova generazione di probiotici, in grado di affrontare più efficacemente l’obesità e le sue complicazioni metaboliche. «La biobanca di batteri intestinali umani indigeni generata da CSIC offre rifugio a del materiale biologico prezioso, che può essere ulteriormente sfruttato per applicazioni future nel campo della nutrizione e della pratica clinica».

Parole chiave

MyNewGut, probiotici, batteri intestinali, microbiota, diete iperproteiche, microbioma intestinale, asse intestino-cervello

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