La tecnica di imaging offre uno screening per i pazienti oncologici per le terapie di nanomedicina
Una delle barriere significative per l’industria nanofarmaceutica che affronta il cancro è che mentre alcuni pazienti trattati con la nanomedicina (NM) mostrano importanti miglioramenti nei tassi di sopravvivenza e qualità della vita, molti altri non rispondono bene. Ciò può causare ritardi in quei pazienti che ricevono un trattamento appropriato. Una mitigazione efficace sarebbe la capacità di stratificare i probabili responder dai non responder, prima della loro selezione per studi o trattamenti. Il progetto CONQUEST (Companion Nanodiagnostics for Quantifying EPR and Stratifying Patients to Targeted Nanotherapies), finanziato dall’UE, affronta questo gap clinico attraverso lo sviluppo di un imaging di nanomedicina che utilizza etichette (radio-)traccianti per preselezionare i pazienti da includere negli studi clinici. Una ricerca di mercato tra gli opinion leader per accertare quali traccianti, metodi di imaging, protocolli clinici e modelli di rimborso fossero da preferire, ha inoltre permesso al gruppo di ricerca di proporre soluzioni terapeutiche. Profili EPR individuali per ciascun tumore Le nanomedicine per agire dipendono dal cosiddetto effetto EPR (Enhanced Permeability and Retention), per cui si pensa che le molecole si accumulino più facilmente nei tumori che nei tessuti normali. Tuttavia, l’effetto EPR è variabile tra i pazienti e può anche presentarsi in modo diverso all’interno delle lesioni nello stesso paziente. A differenza di quasi tutti i nuovi farmaci antitumorali che hanno protocolli per stratificare i potenziali responder dai non responder, la tecnologia di nanomedicina orientata ai tumori non possiede la stessa salvaguardia. CONQUEST è stato in grado di condurre un imaging non invasivo di nanocarrier marcati con tracciante che si accumulano nei tumori attraverso l’effetto EPR. I pazienti che evidenziano un basso grado di EPR, e per cui è improbabile che rispondano, possono quindi essere esclusi dal trattamento e indirizzati verso interventi già collaudati o sperimentali. Allo stesso modo, i pazienti con un alto livello di EPR possono attendersi un trattamento di una certa efficacia. «La preselezione dei pazienti negli studi di nanomedicina garantisce che le formulazioni promettenti transitino in modo più efficiente dalla fase uno alla due e alla tre, e che solo i pazienti che hanno più probabilità di rispondere saranno trattati con il sistema di somministrazione dei farmaci in questione», spiega il prof. Twan Lammers, ricercatore principale del progetto. Il gruppo di ricerca ha applicato approcci sia nanodiagnostici che nanoteranostici. Nel primo caso i farmaci sono preclusi dalla fase di screening del nanocarrier, mentre con l’approccio teranostico, sia il farmaco che l’agente di imaging sono presenti nella stessa formulazione, fornendo preziose informazioni in situ sull’accumulo nel sito target del nano-farmaco in esame. «Le opzioni sono attualmente in fase di studio, da noi e da altri; non solo in termini di creazione e ampliamento dell’applicazione terapeutica dei nanoprodotti, ma anche per definire i biomarcatori e le misure ottimali da utilizzare per la preselezione dei pazienti», riassume il prof. Lammers. «Questi includono cose quali la percentuale di dose iniettata, la distribuzione della dose all’interno del tumore e la cinetica dell’accumulo della sonda». Uno strumento terapeutico fondamentale per il futuro Per sfruttare il potenziale commerciale della tecnologia per l’industria farmaceutica e diagnostica, il gruppo di ricerca CONQUEST si sta impegnando per personalizzare la tecnica per l’integrazione con l’imaging PET-MRI. Tuttavia, oltre ad essere la più promettente, risulta essere anche la tecnologia di imaging più difficile, costosa e meno disponibile, per cui il gruppo sta valutando anche i pro e i contro dell’utilizzo della PET-CT o della SPECT-CT. «In futuro, le tecniche teranostiche saranno probabilmente utilizzate per sfruttare la nanomedicina in modo più efficace in ambito clinico, a scopo immunoterapico», afferma il prof. Lammers con entusiasmo, prima di aggiungere, «Attualmente stiamo esplorando diverse opzioni in questa direzione. La nanomedicina è ancora agli inizi, ma con il crescente interesse e le storie di successo, sono convinto che diventerà uno strumento terapeutico fondamentale per i malati di cancro».
Parole chiave
CONQUEST, Nanomedicina, terapia del cancro, tumore, farmaci, imaging, sperimentazioni cliniche, nanocarrier, nanodiagnostica, nanoteranostica, biomarcatori