Una nuova tecnologia di diagnostica per immagini potrebbe prevedere la reazione del paziente al trattamento delle MNM
L’obiettivo del progetto era permettere il monitoraggio della rispota del paziente a nuove terapie per le malattie neuromuscolari (MNM), usando la DMD come esempio tipico. Come spiega il dott. Andrew Blamire, Direttore del Centro per l’in vivo imaging dell’Università di Newcastle, ci sono due principali fattori determinanti per lo sviluppo di tecnologie di monitoraggio di questo tipo. Il primo è il bisogno di identificare differenze significative dal punto di vista statistico nella reazione al trattamento. “Molte MNM hannno un impatto profondo sulla forza e la funzione dei muscoli. Nelle sperimentazioni di nuovi trattamenti quindi si valuterà, per esempio, la distanza che il paziente può percorrere in 6 minuti come indicazione del danno muscolare per poi vedere come questo cambia nel tempo o con le cure,” spiega il dott. Blamire. “D’altra parte, la tecnologia di imaging può quantificare il grado di danno muscolare in modo diretto e non invasivo e fornire preziose misurazioni per la sperimentazione.” Il secondo fattore è il bisogno di sapere quanto il farmaco interagisce con il paziente. Per fare ciò, il team del progetto ha creato tecnologie di imaging che, per mezzo di approcci di etichettatura dei farmaci, potrebbero in futuro permettere ai medici di seguire il farmaco all’interno del corpo. Nuovi metodi di scansione La scelta della DMD come malattia esemplare è stata semplice. I membri del consorzio avevano un interesse comune per la malattia e, quando è stato definito il programma di BIOIMAGE-NMD, diversi nuovi trattamenti per la DMD erano vicini alla fase di sperimentazione clinica. Il team del progetto ha cominciato il suo lavoro facendo una valutazione completa di diverse forme di risonanza magnetica (MRI). I ricercatori hanno sviluppato un metodo chiamato imaging con diffusione, oltre a nuovi metodi per analizzare e quantificare le scansioni. Contemporaneamente, hanno sviluppato un metodo che usa la tomografia a emissione di positroni (positron emission tomography o PET) – una forma di imaging con molecole traccianti etichettate radioattivamente – per etichettare un nuovo farmaco chiamato oligonucleotide antisenso (AON) che stava per essere sperimentato sui pazienti di DMD. “Abbiamo sviluppato un modo di aggiungere un atomo radioattivo al farmaco e renderlo visibile dal di fuori del corpo usando uno scanner PET,” dice il dott. Blamire. “Abbiamo mostrato in modelli animali che questo nuovo metodo di etichettatura non impedisce al farmaco di agire nel modo per il quale è stato progettato. Si tratta di uno sviluppo importante, perché gli AON non sono usati solo nella DMD ma hanno un ruolo potenzialmente più ampio in malattie con una causa genetica.” I progressi del nuovo imaging con diffusione di BIOIMAGE-NMD devono ancora essere applicati in sperimentazioni cliniche, l’uso dell’attuale MRI quantitativa durante sperimentazioni cliniche con AON ha permesso di mappare il progresso della DMD con le immagini. “Abbiamo osservato che l’imaging può rilevare in modo chiaro lievi cambiamenti della progressione della malattia ed è più sensibile rispetto all’accertamento clinico di routine. Abbiamo osservato anche che la progressione della malattia varia molto tra un paziente e l’altro, anche quando a causare la malattia sono mutazioni genetiche molto simili, e abbiamo stabilito che è necessario capire meglio la causa di tale variazione per migliorare l’utilità dell’imaging come misura di risultato”. Anche se il progetto si è adesso concluso, i partner del consorzio continuano a collaborare per valutare e interpretare i dati raccolti nel corso di BIOIMAGE-NMD e stanno sviluppando piani per ampliare in futuro la ricerca. “Tutti i partner continuano progetti separati (e collaborativi) e stanno facendo confluire le loro competenze sull’imaging in sperimentazioni con MNM condotte da altri partner commerciali al di fuori del consorzio originale di BIOIMAGE-NMD. Stiamo prendendo in considerazione tutte le opportunità per ottenere ulteriori finanziamenti per questa ricerca, ma dobbiamo ancora assicurarci un finanziamento,” conclude il dott. Blamire.
Parole chiave
BIOIMAGE-NMD, distrofia muscolare di Duchenne, DMD, MNM, malattia neuromuscolare, diagnostica per immagini, reazione del paziente, etichettatura dei farmaci, sperimentazione clinica, MRI, imaging con diffusione, scansione PET, oligonucleotide antisenso