Skip to main content
European Commission logo
italiano italiano
CORDIS - Risultati della ricerca dell’UE
CORDIS
Contenuto archiviato il 2024-05-28

SMART CULTURE

Article Category

Article available in the following languages:

L’impegno congiunto delle parti interessate potrebbe plasmare la cultura digitale di domani

La digitalizzazione della cultura, già cominciata, richiede una visione comune da parte di tutti i gruppi interessati per poter veramente decollare. Il progetto SMARTCULTURE ha riunito 13 partner di otto regioni europee per dar forma ai futuri sviluppi del settore.

Economia digitale icon Economia digitale

La digitalizzazione del patrimonio culturale è una delle più grandi sfide per i musei europei e le altre istituzioni culturali. Biblioteche, musei e siti del patrimonio culturale stanno sempre di più sperimentando e adottando le nuove tecnologie in grado di trasformare un pubblico prima passivo in partecipanti attivi della cultura. Questo processo è fondamentale non solo per proteggere l’arte e l’architettura dagli effetti del tempo, ma anche per attirare una nuova generazione di appassionati che sono cresciuti circondati da dispositivi tattili e dal Web 2.0. C’è una cosa però che ostacola lo sviluppo di questo nuovo metodo di consumo della cultura: la mancanza di influenza incrociata. SMARTCULTURE era un progetto triennale che si è concluso a novembre 2015 e che ha visto la collaborazione tra 13 partner e ha riunito otto centri di ricerca regionali di tutta Europa. Quello che questi partner hanno in comune è il loro interesse per la cultura, il patrimonio cultural e le TIC. La maggior parte delle regioni coinvolte ha una popolazione molto densa, un patrimonio culturale molto ricco che comprende luoghi come il Louvre-Lens, il Museo Guggenheim e il Museo del Prado, e una produzione dinamica di contenuti. Alcuni sono leader in Europa nel campo dell’informazione e della comunicazione e delle industrie creative e culturali e tutti hanno uno stretto rapporto con le “Capitali europee della cultura”, che siano vincitori precedenti o candidati. “Il settore del Patrimonio culturale digitale ha bisogno di un’ampia gamma di competenze,” dice Anca Draghici, coordinatrice del progetto per il centro tecnologico francese Euratechnologies. “Di conseguenza, l’influenza incrociata tra imprese TIC, industrie creative e culturali (specialmente PMI), parti coinvolte nella ricerca, istituzioni culturali ed enti pubblici in tutta Europa attraverso l’apprendimento reciproco e il mentoring reciproco diventa necessaria per uno sviluppo più ampio del mercato.” Attraverso la loro azione di coordinamento e sostegno (Coordination and support action, CSA), i partner di SMARTCULTURE hanno promosso la creazione di esperienze culturali coinvolgenti per chi desidera accedere alle risorse culturali. “Questi rapporti sono stati un’opportunità per liberare il potenziale sociale ed economico nascosto del patrimonio e delle collezioni culturali per mezzo delle tecnologie digitali e hanno avuto un impatto sulla qualità della vita di cittadini diversi dal punto di vista culturale,” sottolinea Draghici. Grandi risorse per aiutare la cultura digitale a prosperare Tra le varie sfide che il settore del patrimonio culturale digitale deve affrontare, Draghici ne cita tre, che dovrebbero essere affrontate immediatamente: istruzione e sensibilizzazione per evitare che i cittadini che attualmente non possono accedere facilmente alla cultura e alla tecnologie siano penalizzati due volte, l’armonizzazione delle politiche europee in termini di accesso ai contenuti e la fornitura di risposte chiare a tutte le questioni riguardanti la proprietà intellettuale. Per aiutare il settore a far fronte a queste sfide, il consorzio SMARTCULTURE ha prodotto un totale di 26 analisi e relazioni. Questi comprendono: l’inventario delle parti interessate, le infrastrutture, le iniziative e gli strumenti del Patrimonio culturale digitale in tutte e otto le regioni partecipanti, un piano d’azione congiunto per le istituzioni dell’UE e un business plan, un’analisi del potenziale umano nel campo del Patrimonio culturale digitale e un’Agenda strategica per la ricerca. Il progetto ha inoltre stilato raccomandazioni tecniche e politiche per una strategia internazionale sull’agenda digitale. Altri risultati importanti riguardavano l’organizzazione di eventi e workshop di mentoring reciproco in Europa e oltre, il potenziamento di una rete di 2 500 professionisti e la progettazione di un set di strumenti dedicati a quattro categorie di parti interessate – enti pubblici, accademia, istituzioni culturali e aziende. “Le informazioni e gli esempi forniti dai documenti di SMARTCULTURE testimoniano grande varietà e ingegno nei modi in cui i materiali del patrimonio culturale – pre-digitale o digitale – sono usati per rallegrare le comunità stimolando allo stesso tempo la ricerca e l’innovazione. È molto incoraggiante e costituisce una base solida per ulteriori sviluppi e per attrarre più regioni in progetti collaborativi,” dice Draghici. 2015 e oltre Tutte le parti interessate – pubbliche amministrazioni, aziende private e pubbliche, mondo accademico e il pubblico generale – trarranno vantaggio dai risultati del progetto. Le relazioni stilate nel corso del progetto sono state consegnate alla Commissione europea, che userà questi dati in futuro per strategie e inviti. Inoltre le regioni partner si occuperanno di divulgare SMARTCULTURE attraverso quattro canali principali: la brochure “Nuove tecnologie e crescita digitale nelle industrie culturali e creative: 8 casi studio”, il sito web del progetto, i canali dei social media e le pubblicazioni di ricerca del progetto. La fine del progetto non significa però che l’impegno di ricerca di SMARTCULTURE è finito. “I partner accademici di SMARTCULTURE dell’Università di Birmingham e dell’Università internazionale di lingue e media a Milano hanno in programma una pubblicazione comune nel 2016 per mezzo di Routledge per riunire i contributi scientifici che sono emersi dal progetto e per esplorare ulteriormente l’innovativo concetto dell’economia della cultura intelligente,” spiega Draghici. “Studierà, per mezzo di casi di studio europei e ricerca contestuale all’avanguardia, l’ambiente attuale ed emergente per una cultura intelligente basata sulla coproduzione di patrimonio culturale digitale interattivo, la capitalizzazione delle competenze locali e la presentazione del patrimonio regionale e della sua singolarità a un pubblico più ampio.” Il volume avrà una parte teorica divisa in due capitoli: uno dedicato al concetto di Cultura 3.0 e uno sulle capacità di innovazione dell’approccio quadruplo di SMARTCULTURE. Questa parte teorica sarà seguita da casi studio regionali sulle migliori pratiche in iniziative di cultura intelligente e da gruppi che si occuperanno di studiare le dinamiche regionali, i meccanismi di innovazione e le loro implicazioni economiche e politiche.

Parole chiave

Digitalizzazione, patrimonio culturale, risorse culturali

Scopri altri articoli nello stesso settore di applicazione