Un innovativo dispositivo cardiovascolare aiuterà a ridurre le nuove ostruzioni delle arterie
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, le malattie cardiovascolari causano la morte di 17,9 milioni di persone ogni anno, rappresentando circa il 31 % di tutte le morti a livello globale. Il loro tipo più comune, la stenosi dell’arteria coronarica (CAS, coronary artery stenosis), ovvero il restringimento delle arterie coronariche che riduce il flusso di sangue al cuore, è una causa frequente di morte in Europa. L’impianto di uno stent è un modo comune di trattare la CAS, ma le arterie si possono ostruire nuovamente nel corso del tempo, una condizione nota come restenosi. Questa può avvenire quando cellule come ad esempio i macrofagi, presenti nelle pareti dei vasi sanguigni e nel tessuto connettivo lasso, e le cellule muscolari lisce provenienti dal sangue del paziente crescono sulla superficie dello stent. Per affrontare questa sfida, un team di esperti ha progettato e prodotto un nuovo stent che utilizza anticorpi umani per prevenire l’attivazione della risposta immunitaria del paziente. Supportato dal progetto EPICSTENT, finanziato dall’UE, il team ha pubblicato le sue scoperte nel «Journal of Biomedical Materials Research Part B: Applied Biomaterials». «In questo studio, stent cardiovascolari in acciaio inossidabile sono stati funzionalizzati con frammenti di anticorpi ricombinanti scFv [singole catene frammentate variabili] specifici per il recettore-2 del fattore di crescita dell’endotelio vascolare (VEGFR2, vascular endothelial growth factor receptor-2) che viene espresso sulle EPC [endothelial progenitor cells, ovvero cellule progenitrici endoteliali] e sulle EC [endothelial cells, ossia cellule endoteliali]». Anticorpi ingegnerizzati Una notizia dell’Università Nazionale d’Irlanda (NUI, National University of Ireland) di Galway spiega il processo: «Gli anticorpi sono isolati in laboratorio grazie all’impiego della tecnologia phage display, un approccio di ingegneria genetica che imita il sistema immunitario umano, seguita dalla produzione in batteri E. coli per legarli sulla struttura a reticolo dello stent in condizioni sterili di fabbricazione». La stessa notizia riporta che gli stent in acciaio che sono ricoperti con anticorpi umani contengono le «cellule endoteliali provenienti dal sangue del paziente e dall’arteria circostante». E aggiunge: «Questo porta gli stent a diventare rapidamente “camuffati” all’interno delle pareti dei vasi sanguigni nativi, consentendo loro di evitare il rigetto da parte del sistema immunitario del paziente mentre forniscono la resistenza meccanica necessaria per tenere aperta l’arteria». Il coordinatore del progetto, il prof. Gerard Wall della NUI Galway, sottolinea che il prototipo di stent «ha dimostrato la sua efficacia in studi preclinici ed è adesso in fase di sviluppo da parte del produttore in Polonia con la speranza di ridurre gli eventi di restenosi (ripetersi di un restringimento di un vaso sanguigno) nei pazienti e di migliorare l’esito a lungo termine degli interventi chirurgici». Nel corso dei suoi 4 anni di durata, il progetto EPICSTENT (Antibody-functionalised cardiovascular stents for improved biocompatibility and reduced restenosis) ha inoltre cercato di favorire lo scambio di conoscenze e di creare un nuovo gruppo di ricercatori specializzati. La loro formazione ha riguardato ingegneria delle proteine, scienza dei materiali e produzione e analisi di dispositivi medici. La relazione finale riepilogativa del progetto su CORDIS afferma: «Questo lavoro ha aumentato la base di capacità umane nel campo dei materiali avanzati e della nanobiotecnologia in Europa e ha contribuito allo sviluppo dell’industria europea dei dispositivi medici. L’obiettivo biomedico a lungo termine del lavoro è quello di realizzare uno stent valido dal punto di vista commerciale, biocompatibile e bioattivo che dimostri prestazioni in vivo migliorate, portando a notevoli miglioramenti negli esiti per i pazienti e a una corrispondente riduzione nei costi dell’assistenza sanitaria essenziale». Per maggiori informazioni, consultare: sito web del progetto EPICSTENT
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