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Contenuto archiviato il 2023-04-13

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Come sviluppare un trattamento personalizzato del diabete

Alcuni ricercatori hanno suddiviso il diabete di tipo 2 in diversi sottogruppi per analizzarne la progressione. Il loro lavoro potrebbe aiutare a fornire soluzioni di assistenza personalizzata ai pazienti.

Il diabete può portare a cecità, insufficienza renale, infarto miocardico, ictus, amputazione degli arti inferiori e morte prematura. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, esso ha rappresentato la settima principale causa di morte nel 2016. Il Diabetes Atlas della Federazione internazionale del diabete (IDF, International Diabetes Federation) prevede che, entro il 2045, circa 629 milioni di persone (di età compresa tra 20 e 79 anni) contrarranno il diabete se non viene intrapresa alcuna azione. L’IDF rileva inoltre che nei paesi ad alto reddito si stima che tra tutte le persone con diabete, quelle affette dal diabete di tipo 2 si attestano su una percentuale compresa tra l’87 % e il 91 %, rispetto al 7 % - 12 % delle persone affette da diabete di tipo 1. Considerando il fatto che il diabete di tipo 2 sta aumentando in tutte le regioni del mondo e che l’efficacia delle terapie esistenti varia in modo significativo a seconda delle persone, gli scienziati si stanno concentrando sempre più su trattamenti mirati. Il progetto RHAPSODY, finanziato dall’UE, ha deciso di esaminare il diabete di tipo 2, e i partner ritengono che abbia il potenziale per rivoluzionare il modo in cui i medici affrontano tale condizione. Citato in un articolo della Commissione europea, il vice coordinatore del progetto, Leif Groop, dell'Università di Lund in Svezia, afferma che RHAPSODY comporta «l’individualizzazione del trattamento del diabete» e aggiunge: «Per troppo tempo abbiamo proposto una soluzione univoca a tutti». Medicina personalizzata In base allo stesso articolo, RHAPSODY, insieme al progetto BEAt-DKD finanziato dall’UE, tra gli altri, ha suddiviso il diabete di tipo 2 in cinque sottogruppi. La ricerca ha attinto ai risultati di uno studio svedese noto come ANDIS e avviato da Groop. «I sottogruppi dividono i pazienti di tipo 2 in pazienti con grave diabete autoimmune, pazienti con grave carenza di insulina, pazienti con grave insulino-resistenza e pazienti il cui diabete è lieve e legato all’obesità o all’età». Grazie a tale classificazione, il rischio di complicanze potrebbe essere affrontato in maniera appropriata e, contestualmente, i pazienti potrebbero beneficiare di un trattamento corretto. «Ad esempio, mentre le persone con grave insufficienza di insulina sono ad alto rischio di sviluppare problemi agli occhi, quelle con una grave insulino-resistenza hanno una probabilità cinque volte maggiore di contrarre una malattia renale rispetto alle persone negli altri sottogruppi». RHAPSODY sta inoltre sviluppando uno strumento computerizzato per personalizzare la cura del diabete. «Utilizzando un campione di sangue, il cosiddetto sistema di supporto clinico sarà in grado di abbinare una persona con un sottogruppo e quindi di suggerire il miglior programma di trattamento. Prenderà in considerazione il rischio di complicazioni, contribuendo a garantire che sia fatto tutto il possibile per tenerle sotto controllo». Le verifiche inizieranno in Svezia e Finlandia entro la fine del 2018. Il progetto RHAPSODY (Assessing risk and progression of prediabetes and type 2 diabetes to enable disease modification) è stato lanciato «per definire una tassonomia molecolare del diabete mellito di tipo 2 (T2D, type 2 diabetes) che supporterà la segmentazione del paziente, [e] informerà la sperimentazione clinica» come osservato sul sito web del progetto. Un volantino del progetto spiega che il progetto esaminerà «la diversità dei meccanismi che portano al diabete e al suo deterioramento e identificherà nuovi biomarcatori (indicatori di misurazione di uno stato o condizione biologica) per stratificare i pazienti, portando in definitiva alla terapia di precisione e alla prevenzione del diabete». I partner ritengono che ciò contribuirà a migliorare la salute in Europa e nel mondo offrendo ai pazienti diabetici la migliore assistenza possibile per la loro condizione specifica, riducendo al contempo i costi per la salute pubblica. Per ulteriori informazioni, si consulti: sito web del progetto RHAPSODY

Paesi

Svizzera

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