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Contenuto archiviato il 2023-04-03

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Meno probabile che le persone obese tengano conto del loro prossimo pasto quando valutano le dimensioni della porzione

In parte supportati dal progetto NUDGE-IT finanziato dall’UE, dei ricercatori hanno intrapreso uno studio dettagliato che mostra come le persone obese siano in grado di non tenere in considerazione in modo decisivo i tempi dei pasti futuri.

Scegliere cosa mangiare, quanto mangiare e quando mangiare comporta molte pressioni e conseguenze tra loro in conflitto. Di conseguenza, prendere delle decisioni salutari è spesso difficile e l’obesità continua ad essere un serio problema sanitario in Europa, con quasi 1 adulto ogni 6 nell’UE e oltre il 20 % nel Regno Unito che sono classificati come obesi (Eurostat). Molti componenti influenzano le cattive scelte alimentari, da quelli culturali, sociali, cognitivi e familiari ai tratti genetici ed epigenetici. Grazie a uno studio effettuato dall’Università di Bristol, un membro del consorzio NUDGE-IT, i ricercatori hanno adesso scoperto un altro tratto forte. I soggetti con un indice di massa corporea (IMC) elevato, ovvero di 30 o più, tendono a ignorare il momento in cui è probabile che avvenga il pasto successivo quando scelgono le dimensioni della loro porzione, mentre al contrario quelli con un IMC inferiore tendono a riconoscere i tempi del loro pasto successivo. “Le tempistiche dei pasti e la programmazione futura sono un’area importante della ricerca sull’obesità. Queste scoperte sono emozionanti poiché sono le prime a dimostrare che il non tenere in considerazione interviene nella programmazione tra un pasto e quello successivo e che le persone obese potrebbero non tenere conto di quello nelle loro scelte”, ha detto Annie Zimmerman, studentessa del corso di dottorato e autrice principale dello studio. In passato, gli psicologi hanno esaminato lo “sconto del tempo”, ovvero la tendenza a trattare una cosa come meno significativa in base alla distanza nel tempo in cui si verificherà, in compiti riguardanti il denaro. Tuttavia, per la prima vota, qui i ricercatori hanno valutato come le persone classificate come obese applicano uno “sconto del tempo” alle informazioni riguardanti la tempistica del pasto futuro, mostrando così segni di impulsività e ignorando ricompense future o conseguenze. Ai partecipanti è stato chiesto di prendere parte a una serie di compiti computerizzati, che includevano la scelta delle dimensioni della porzione dopo essere stati informati quanto tempo dopo il pranzo sarebbe stato il loro pasto successivo (arrivando fino a 8 ore più tardi). “I nostri risultati sono coerenti con l’idea che l’alimentazione eccessiva è promossa dalla sensazione del momento, trascurando le conseguenze future delle decisioni. Questa nuova scoperta potrebbe aiutare a spiegare perché il fatto di essere sovrappeso è associato con una tempistica irregolare dei pasti. Potenzialmente ci potrebbero essere degli interventi mirati per l’obesità al fine di promuovere un ragionamento futuro nella pianificazione dei pasti,” ha sottolineato Zimmerman. Tali risultati forniscono sicuramente molti spunti di riflessione quando si cerca di comprendere meglio i processi decisionali alla base delle nostre scelte alimentari. In un mondo dove le malattie collegate al cibo, come ad esempio l’obesità, sono in aumento e molti fattori guidano le nostre scelte, lo sviluppo di appropriati modelli per la definizione di politiche sull’alimentazione salutare è diventato ancora più importante. Ciononostante, malgrado porti a una migliore comprensione dei fattori che guidano la scelta alimentare, “per comprendere del tutto il ruolo dello sconto dietetico nei comportamenti alimentari e i collegamenti con l’obesità abbiamo bisogno di sviluppare un modello sfaccettato dello sconto,” ha spiegato Zimmerman. Il progetto NUDGE-IT, che proseguirà fino a dicembre 2018, ha ricevuto poco meno di 9 milioni di euro e si impegna a livello internazionale con importanti esperti in varie discipline per sviluppare strumenti innovativi, comprendere meglio il processo decisionale nelle scelte alimentari e creare modelli predittivi per migliorare la politica sulla salute pubblica. Per maggiori informazioni, consultare: Sito web del progetto

Paesi

Regno Unito

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