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Contenuto archiviato il 2023-04-03

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Per raggiungere gli obiettivi relativi al riscaldamento globale con estati artiche senza ghiaccio sono necessarie zero emissioni entro il 2045

È noto che la retroazione tra ghiaccio e albedo come conseguenza dello scioglimento del ghiaccio marino, in particolare nell’Artide, rafforza il riscaldamento globale. Ciò che è meno noto, tuttavia, è l’impatto di uno scenario con estati senza ghiaccio sull’ambizione mondiale di tenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C entro il 2100. Uno studio condotto nell’ambito del progetto TRANSRISK traccia un’immagine alquanto cupa, evidenziando la necessità di comprendere meglio l’impatto del rapido cambiamento climatico nella regione.

“Sforzi di mitigazione più rigorosi su scala globale.” Questo è ciò che i ricercatori del Centro basco per il cambiamento climatico (BC3) sono arrivati a raccomandare dopo aver studiato le possibili conseguenze di un mese artico senza ghiaccio, il mese di settembre del 2050, un qualcosa destinato a succedere secondo la quinta relazione di valutazione dell’IPCC. Anche se in linea con un crescente numero di studi pessimistici sul ritmo e sull’impatto del cambiamento climatico, il nuovo studio adotta un nuovo approccio, evidenziando le rimanenti lacune nella nostra conoscenza riguardante il ruolo dell’Artide nella regolazione della temperatura della Terra. Esso considera le implicazioni della mitigazione del cambiamento climatico a livelli inferiori ai 2°C in presenza del SIAF, ossia un processo che vede lo scioglimento del ghiaccio marino, portando a più acque aperte esposte alla radiazione solare che assorbono più energia e generano un meccanismo di riscaldamento auto rinforzante. Anche se è importante, questo processo di retroazione non è attualmente incluso nei modelli di valutazione integrata. Questo ha portato il team di TRANSRISK a studiare le conseguenze di un mese di settembre del 2050 senza ghiaccio marino e, alla luce dell’attuale dibattito relativo a un potenziale recupero del ghiaccio marino artico in uno scenario a basse emissioni di carbonio, essi hanno deciso di considerare tre possibili traiettorie a seguito di questo scenario senza ghiaccio: recupero parziale, stabilizzazione, e persistente perdita di ghiaccio marino. “Quanto prima si verifica la condizione di assenza del ghiaccio marino, e tanto più difficile sarà il controllo del cambiamento climatico, in particolare se non si verifica il recupero del ghiaccio marino,” indica lo studio. “Le riduzioni delle emissioni dovrebbero aumentare significativamente in confronto agli attuali scenari di mitigazione che non includono la perdita del ghiaccio marino artico.” Il team evidenzia le misure che dovrebbero essere adottate, in particolare una più veloce sostituzione delle esistenti infrastrutture energetiche e un’adozione più rapida di strumenti politici in grado di rendere tali miglioramenti possibili. Nel complesso, lo scenario studiato mostra che il solo modo per raggiungere l’obiettivo di 1,5°C in presenza del SIAF sarebbe attraverso delle emissioni negative, il che significa che le implicazioni del prendere in considerazione le condizioni di assenza del ghiaccio artico marino per la trasformazione del sistema energetico globale sono “gravi”. “Riteniamo che le emissioni globali di CO2 dovrebbero raggiungere livelli zero 5-15 anni prima del previsto e che il bilancio del carbonio dovrebbe essere ridotto del 20-51% per compensare questa ulteriore fonte di riscaldamento,” conclude lo studio. “Lo sforzo addizionale di mitigazione comporterebbe un costo per la mitigazione superiore del 18-59% per la società. I nostri risultati mostrano anche che per raggiungere l’obiettivo di 1,5°C in presenza delle estati senza ghiaccio sarebbero necessarie delle emissioni negative.” Il team afferma inoltre che la ricerca futura si dovrebbe concentrare su scenari più precisi della perdita di ghiaccio marino derivati direttamente da modelli fisici. Infatti, il SIAF non è il solo processo di retroazione che deve ancora essere preso in considerazione. Per maggiori informazioni, consultare: Sito web del progetto

Paesi

Regno Unito

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