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Contenuto archiviato il 2023-03-24

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Calibrare le atmosfere esoplanetarie usando le nane brune come riferimento

Un ricercatore finanziato dall’UE ha sviluppato un nuovo strumento innovativo che migliora la nostra conoscenza delle atmosfere dei pianeti giganti e, in sostanza, di come si formano i pianeti.

Gli scienziati cercano continuamente di comprendere come sono fatti i pianeti, un compito che richiede loro di osservare gli esopianeti e di misurarne la composizione, una cosa più facile a dirsi che a farsi. Anche se nel corso degli ultimi anni ci sono stati molti nuovi strumenti costruiti sui telescopi capaci di scattare immagini dirette di pianeti e stelle, le atmosfere nuvolose dei loro bersagli rendono difficoltosa l’interpretazione di queste osservazioni. Attraverso il progetto CALEXOPLAN, finanziato dall’UE, il dott. Ben Burningham, borsista Marie Curie, ha sviluppato un nuovo codice che consente l’esame di questi dati e la misurazione di composizione, profilo della temperatura, gravità sulla superficie, e proprietà della nube nei casi dove sono presenti nuvole che oscurano la visuale. Lo strumento è stato testato su nane brune luminose di luce propria, che potrebbero effettuare la transizione verso la fase di esopianeta nel prossimo futuro. “Poiché abbiamo a che fare con casi dove sono presenti delle nuvole che bloccano la luce proveniente dall’atmosfera più profonda, è fondamentale calibrare i nostri strumenti in modo da assicurarci che funzionino come previsto,” spiega il dott. Burningham. Modello di prova Le nane brune sono simili a pianeti giganteschi, ma si formano da sole anziché da dischi attorno alle stelle, e questo le rende più facili da osservare da più punti di vista. “Esse non hanno la luce di una stella luminosa accanto, e quindi noi possiamo ottenere migliori dati e partire con un’idea migliore relativa a ciò di cui sono fatte,” afferma il dott. Burningham. “Noi le possiamo usare come punti di riferimento, e proprio ora ci troviamo nella fase in cui le stiamo utilizzando per calibrare il nostro nuovo strumento di rilevamento a distanza.” “Nessuno ha mai fatto ciò in questo tipo di oggetti dove sono presenti delle nuvole, quindi il progetto CALEXOPLAN sta effettuando i primi test sul campo sulle nane brune dove troviamo differenti tipi di nuvole,” ha aggiunto Burningham. Lo strumento del dott. Burningham utilizza una tecnica chiamata recupero atmosferico, una tecnica comune per chi studia i pianeti all’interno del nostro sistema solare, ma non per coloro che studiano le nane brune e i pianeti giganti che brillano di luce propria. “Si tratta di prendere uno strumento usato nelle ricerche sul sistema solare e di modificarlo per i pianeti che brillano di luce propria al di fuori del sistema solare, giovani pianeti che emettono luce da soli anziché essere visibili a causa della luce riflessa di una stella,” ha detto. Obbiettivo finale I risultati non saranno evidenti per il grande pubblico nell’immediato futuro, ma questa capacità di osservare le nane brune, persino con una copertura nuvolosa, è una tecnica importante per studi futuri sul modo in cui sono fatti i pianeti e sulla loro abitabilità. “Ad esempio, noi potremmo scoprire che la nostra conoscenza relativa all’interazione dei gas atmosferici con la luce non è così buona come ritenevamo, e questo si inserisce in un quadro più ampio per coloro che vogliono studiare i segni distintivi biologici in futuro,” conclude il dott. Burningham. “Si tratta di scienza guidata dalla curiosità piuttosto che un’applicazione industriale, ma queste sono le domande che attestano le nostre origini e a cui l’uomo ha provato a rispondere da lungo tempo.” Per maggiori informazioni, consultare: Pagina del progetto su CORDIS

Paesi

Regno Unito

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