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Contenuto archiviato il 2023-03-24

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Tendenze scientifiche: Gli antichi papiri contengono un nuovo segreto – l’inchiostro metallico

Ricercatori del Laboratorio europeo delle radiazioni al sincrotrone, con l’aiuto di una potente apparecchiatura a raggi X, hanno scoperto che per scrivere sul papiro veniva usato inchiostro metallico, già secoli prima di quanto si pensasse in precedenza.

I papiri di Ercolano, scoperti nel XVIII secolo, furono sepolti dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. che distrusse le città romane di Pompei ed Ercolano. L’eruzione lasciò questa collezione di 2 000 papiri strettamente arrotolati anneriti e fragili. I precedenti tentativi di leggerli hanno danneggiato o completamente distrutto i papiri. Usando uno strumento chiamato acceleratore di sincrotroni, che genera raggi X 100 miliardi di volte più luminosi rispetto a quelli usati in un moderno ospedale, gli scienziati del Laboratorio europeo delle radiazioni al sincrotrone si sono resi conto che i papiri erano scritti con inchiostro metallico. Questa scoperta è sorprendente perché fino a questo momento gli studiosi si basavano su testimonianze lasciate dallo storico romano Plinio il Vecchio secondo il quale nel mondo classico si usava un inchiostro fatto di nerofumo proveniente dalle fornaci di legna. Lo stesso Plinio fu una delle molte vittime dell’eruzione del Vesuvio. La scoperta A gennaio 2015, il team di ricerca ha usato l’acceleratore per identificare singole lettere dell’alfabeto greco e persino intere parole nei testi. Si è così scoperto che i rotoli di papiro contenevano alti livelli di piombo che possono essere ricondotti solo a un suo uso intenzionale nell’inchiostro. Gli scienziati sono arrivati a questa conclusione dopo aver calcolato che i livelli di metallo rilevati erano troppo alti per essere spiegati dalla contaminazione dell’acqua causata dai tubi di piombo usati dai romani o da calamai in rame o contenitori in bronzo. “Abbiamo trovato del metallo – del piombo – nell’inchiostro, una pratica che si pensava risalisse a quattro secoli dopo [l’eruzione del Vesuvio],” ha commentato il dott. Emmanuel Brun del Laboratorio europeo delle radiazioni al sincrotrone. E ha continuato: “Si pensava che i romani avessero introdotto l’inchiostro metallico nel quarto secolo.” Le scoperte, pubblicate sulla rivista “Proceedings of the National Academy of Sciences” danno l’opportunità di studiare le tecnologie di inchiostro e carta usate durante il punto culminante dell’Impero romano e a provare il fatto che l’invenzione dell’inchiostro metallico risalga a diversi secoli prima rispetto a quanto si pensasse in precedenza. Nuove opportunità per gli studiosi Adesso gli studiosi possono studiare più a fondo la scrittura del mondo antico e lavorare per essere in grado di leggere testi antichi considerati per lungo tempo perduti. Possono anche prendere in considerazione la possibilità di decifrare testi precedentemente sconosciuti o non letti. “Questa scoperta è interessante per gli aspetti storici, ma per noi è importante anche per l’imaging dei rotoli di papiri,” ha spiegato il dott. Brun. “Le diverse fasi del presente studio sull’inchiostro ci permetteranno di ottimizzare i prossimi esperimenti sulla lettura di testi invisibili sui papiri.” Di 2 000 rotoli portati alla luce da Ercolano, circa 600 rimangono chiusi. La maggior parte dei rotoli sono lavori filosofici scritti in greco antico, ma altri lavori comprendono una commedia scritta in latino. Con queste scoperte e un ulteriore raffinamento dei metodi di imaging a raggi X usati per la prima volta in questo studio, potrebbe presto essere possibile decifrare i rotoli rimanenti ed espandere considerevolmente le nostre conoscenze sulla cultura, la letteratura e lo stile di vita del mondo classico.

Paesi

Francia

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