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Contenuto archiviato il 2024-04-22

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Storie di successo dei progetti - Aiutare gli anziani a riacquistare la propria autonomia

L'invecchiamento è una fase naturale della vita. Spesso però, quando il corpo comincia a cedere al passare del tempo, ci rendiamo conto di perdere la nostra capacità di portare a termine i compiti più semplici. Un progetto finanziato dall'UE potrebbe aver trovato una soluzione.

Col passare del tempo cominciamo a perdere le fuzioni sensoriali, motorie e cognitive. La semplice azione di andare in cucina o salire le scale può essere un'impresa difficile e a volte persino un ostacolo insormontabile. L'inaccessibilità si trasforma in mancanza di autonomia. Perdere la propria autonomia e indipendenza comporta uno sforzo sia fisico che psicologico. Considerate le risorse umane necessarie per assistere una popolazione di anziani sempre più numerosa e la forza lavoro che invece diminuisce, è evidente l'importanza di trovare soluzioni attuabili per garantire una maggiore autonomia. Per contribuire ad affrontare il problema, il progetto SHARE-it ("Supported human autonomy for recovery and enhancement of cognitive and motor abilities using information technologies"), finanziato dall'UE, ha sviluppato una nuova tecnologia che aiuterà i pazienti anziani a mantenere la propria autonomia e vivere più a lungo nell'ambiente che preferiscono." Questo riguarda chiunque abbia delle disabilità. Per molti la casa rappresenta il luogo della tranquillità, dove il corpo può rilassarsi e guarire. Offrire a chi ne ha bisogno un regime di mobilità più flessibile contribuisce ad aumentare la loro indipendenza e può potenzialmente migliorare il loro benessere e la loro qualità della vita. Intelligenza ambientale L'innovativa tecnologia che sta alla base della ricerca di SHARE-it è riuscita a sviluppare e integrare sistemi di intelligenza ambientale (AmI) e sensori in quattro diverse piattaforme di mobilità. AmI è una tecnologia di sistemi in grado di osservare e interagire - indipendentemente, proattivamente e razionalmente - con il proprio ambiente e con coloro che ne hanno bisogno. Anche se l'intelligenza ambientale esiste già da un po', il progetto SHARE-it è riuscito a fare in modo che i sistemi possano anche imparare e adattarsi. SHARE-it dimostra come l'intelligenza ambientale può aiutare i cittadini anziani con disabilità cognitive e/o fisiche a gestire meglio le attività quotidiane, suggerisce il professor Ulises Cortés, coordinatore del progetto. Le piattaforme di mobilità costruite da SHARE-it comprendono Rolland IV, Carmen, Spherik e i-Walker. Eccetto l'i-Walker, sono tutte sedie a rotelle. I sensori, che siano essi indossati dall'utente o montati nell'ambiente, permettono alle piattaforme di fare i necessari aggiustamenti, localizzare e monitorare l'utente. Le piattaforme funzionano con tradizionali interfaccia uomo/computer, come joystick o pad, o con più sofisticati comandi a voce per coloro che hanno disabilità più gravi. I sensori biometrici delle piattaforme inoltre monitorano, per esempio, la frequenza cardiaca dell'utente. Questo lavoro è stato condotto sotto la supervisione della prof.ssa Kerstin Schill dell'Università di Bremen. I veicoli forniscono inoltre dati sullo stato dell'hardware, la navigazione e la pianificazione del percorso, e sui livelli di carica delle batterie. Le piattaforme devono elaborare simultaneamente tutti i diversi input ed eseguire decisioni complesse. Per gestire tutte queste variabili, SHARE-it ha sviluppato un sistema multi-agente che fornisce i cosiddetti "servizi di assistenza per gli utenti". "Secondo noi, SHARE-it rappresenta un approccio innovativo alle cure al sostegno dei nostri pazienti perché racchiude in un singolo strumento la risposta a due problemi: motorio e cognitivo. In effetti, questi due problemi di solito vengono curati separatamente," dice la dott.ssa Roberta Annicchiarico, coordinatore medico di SHARE-it. Il team di ricerca ha testato i propri dispositivi con veri pazienti in circostanze reali. Per esempio, la Casa Agevole è una casa interamente munita di sensori ed è stata usata come terreno per esperimenti e test. La casa è anche progettata in modo che chiunque, a prescindere dalle sue condizioni fisiche, possa avere un facile accesso. I risultati positivi hanno allargato lo scopo generale di SHARE-it fino allo sviluppo di una nuova generazione di tecnologia del benessere intelligente e semi autonoma integrata nelle case, negli ospedali, negli istituti geriatrici e in altri posti. La tecnologia del benessere è un'area di ricerca emergente per aiutare gli anziani e le persone con disabilità fisiche. i-Walker A prima vista l'i-Walker sembra un normale deambulatore, ma dopo un esame più attento mostra motori, sensori e diversi cavi avvolti ordinatamente da un'unità centrale alla sua base. Questa unità centrale nasconde una tecnologia che non solo comunica con l'utente, ma prende anche decisioni e reagisce agli ostacoli e alle condizioni presenti nell'ambiente circostante. Il sistema, che si attiva con la voce, permette agli individui di enunciare gli ordini ed è stato progettato da un team di ricercatori del Politecnico della Catalogna (UPC). Sotto la guida del prof. Cortés e Antonio B Martínez Velasco, i ricercatori hanno sviluppato l'i-Walker per aiutare le persone in diversi ambienti e durante la riabilitazione medica. La consulenza medica per questa parte del progetto è stata fornita dal dott. Fabio Campana (Centro Assistenza Domiciliare ASL RM B) e dalla dott.ssa Annicchiarico. Un acceleratore permette all'i-Walker di rilevare automaticamente possibili cadute. Il dispositivo regola e corregge i percorsi, aiuta l'utente a girare gli angoli e a controllare le frenate. Per coloro che cercano di recuperare le forze e migliorare le loro abilità motorie, l'i-Walker misura gli sforzi fatti dall'utente, la distanza percorsa e le calorie bruciate. Questi dati, sotto l'esperta supervisione di un medico, possono essere usati nel tempo. Sedie a rotelle La maggior parte delle sedie a rotelle sono azionate manualmente o con l'ausilio di motori. Ciò che distinguee le sedie a rotelle SHARE-it è che possono svolgere diversi compiti in un ambiente dinamico senza una continua guida umana. Tutte e tre le sedie a rotelle sono progettate per cooperare con la mobilità umana in modo che le persone possano mantenere o persino migliorare le loro capacità residue. La sedia a rotelle Spherik, per esempio, è ideata per essere usata in ambienti chiusi. Le sue ruote sferiche permettono una massima manovrabilità all'interno di uno spazio limitato. Rolland IV, invece, somiglia di più a una normale sedia a rotelle. È però provvista di una guida differenziale, due scanner laser, sensori odometrici e un PC integrato che usa un software brevettato. Questo lavoro è stato condotto sotto la guida del prof. Thomas Röfer presso il DFKI Lab Bremen. Questi software, come il Safety Assistant, il Driving Assistant, il MultiModal Driving Assistant e Route Assistant sono stati in parte sviluppati anche per l'i-Walker. La sedia a rotelle Carmen offre un controllo condiviso con l'utente mai raggiunto prima. L'individuo e il robot integrato collaborano in ogni momento. Carmen ha un sensore laser frontale, un computer di bordo e un router Wi-Fi collegato a un software esterno. In ogni momento l'operatore può tuttavia passare al controllo manuale della sedia a rotelle. Se per esempio la sedia a rotelle rileva una collisione imminente, userà automaticamente un algoritmo reattivo per evitare l'ostacolo. L'operatore della sedia a rotelle può quindi intervenire manualmente. Questo lavoro è stato condotto dalla dott.ssa Cristina Urdiales presso l'Università di Malaga (UMA). Un passo avanti La tecnologia di SHARE-it è già usata in diversi ambienti e istituzioni. L'IRCCS Fondazione Santa Lucia di Roma, un istituto per la riabilitazione neuromotoria dei malati, ha in programma di utilizzare i prodotti del progetto per la cura dei pazienti. "All'IRCCS Fondazione S.Lucia dopo alcuni test preliminari, abbiamo in programma un esperimento clinico sui nostri pazienti per valutare l'efficacia dell'i-Walker nella riabilitazione," commenta la dott.ssa Annicchiarico. "Sulla base dei risultati che otterremo, prenderemo in considerazione la possibile introduzione dell'i-Walker come parte della cura. Ma permettetemi di chiarire che in questa fase l'i-Walker non può essere usato come strumento di diagnosi." Diversi altri partner del progetto SHARE-it hanno espresso il loro interesse in possibili imprese comuni e altre opportunità commerciali. Per tutto il mese di agosto, i risultati di SHARE-it sono stati presentati presso il padiglione italiano della Shangai World Expo 2010. Il risultato finale sarà un netto miglioramento della vita e del benessere dei disabili fisici. Il progetto SHARE-it ha ricevuto sovvenzioni dal Sesto programma quadro dell'UE per la ricerca IST.