L'indice BIT fornisce informazioni sul ciclo globale del carbonio
La comprensione della variabilità naturale del ciclo di carbonio globale del passato ci può aiutare ad interpretare meglio la variabilità di oggi, incluso l'impatto delle emissioni antropiche del biossido di carbonio. Il Netherlands Institute for Sea Research (NIOZ) ha ampliato le ricerche precedenti usando campioni di carote dai fondali oceanici per gettare luce sul ciclo di carbonio durante il periodo Quaternario. Il progetto 6C, supportato dal Programma Energia, Ambiente e Sviluppo Sostenibile, si è occupato del materiale organico trasportato dagli iceberg. Gli scienziati dell'istituto sono andati oltre gli indici tradizionali del carbonio, come l'indice del carbonio organico totale (TOC) e la relativa misurazione della proporzione di C13 a C12, d13C di TOC (d13Corg), per i glicerol diachil glicerol tetraeteri (GDGT). Le carote di sedimento del fondo dell'Oceano Atlantico sono state analizzate per i GDGT risalendo a 30.000 fa. Hanno considerato i GDGT ramificati e il crenarcheol, un GDGT isoprenoide marino, che hanno combinato in un indice di tetraeteri isoprenoidi ramificati (BIT). L'indice BIT ha retto il confronto con le indicazioni d13Corg del trasporto organico elevato per apporto glaciale. Questi fenomeni, noti come eventi di Heinrich, erano più diffusi durante i periodi glaciali, anche se delle variazioni significative erano evidenti durante le rapide variazioni del clima della Terra. La datazione al carbonio ha anche confermato l'esistenza di materiali più antichi del previsto nei depositi. A seguito dei risultati incoraggianti con l'indice BIT, NIOZ e i suoi partner 6C hanno pubblicato articoli nelle riviste scientifiche specifiche. Sono stati anche progettati studi per usare l'indice per quantificare il trasferimento di carbonio prima del periodo Quaternario.