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Contenuto archiviato il 2024-05-27

Superconducting Qubits: Quantum computing with Josephson Junctions

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Oltre il limite quantistico standard

Nella ricerca di nuove tecniche di trattamento delle informazioni, lo sviluppo di processori quantici elementari e scalabili e il controllo della memorizzazione delle informazioni quantiche erano alcune delle maggiori sfide affrontate dai partner del progetto SQUBIT-2.

I componenti dei circuiti integrati dei computer convenzionali si stanno rapidamente avvicinando al cosiddetto "limite quantistico" e gli scienziati non stanno lavorando per evitare gli effetti quantici. Al contrario, la possibilità di sfruttarli come mezzo per un calcolo più efficace era l'obiettivo principale della ricerca condotta dai partner del progetto SQUBIT-2. Le proprietà intrinseche dei sistemi quantistici potrebbero consentire ai computer quantistici di effettuare calcoli paralleli, di ridurre il tempo di trattamento e di risolvere problemi considerati difficili per i computer convenzionali. Presso i laboratori dell'Università tecnica di Delft è stato studiato il potenziale unico delle giunzioni tunnel superconduttive per costruire dei sistemi abbastanza grandi ma ancora controllabili di bit quantistici (qubit). Nel computer convenzionali, le informazioni vengono spesso salvate come carica elettrica su piccoli condensatori. La presenza o l'assenza della carica in un singolo condensatore rappresenta un bit, corrispondente ai due diversi stati di carica. I qubit multipli si possono invece posizionare in una combinazione di tutti gli stati possibili, un fenomeno noto come intreccio. La manipolazione complessa di stati intrecciati è stata comunicata per la prima volta dai partner del progetto SQUBIT-2. Nello specifico, un qubit di flusso superconduttore, contenente tre giunzioni Josephson in linea è stato unito ad un dispositivo superconduttore a interferenza quantistica (SQUID). Quest'ultimo ha fornito il sistema di misurazione per rilevare gli stati quantici, oltre a fungere da oscillatore armonico. Tramite spettroscopia a microonde si potrebbe controllare lo stato intrecciato generato e si potrebbero rilevare le oscillazioni di Rabi del sistema accoppiato così ottenute. Questi risultati della ricerca forniscono una prova valida che i dispositivi quantistici allo stato solido si potranno usare in futuro come elementi per manipolare le informazioni quantistiche.

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