Dati satellitari per una stima della clorofilla negli oceani
Il Mare del Nord ospita alcune delle più ricche risorse ittiche d'Europa. I pesci usano il fitoplancton come principale risorsa alimentare; è quindi necessario un attento monitoraggio della sua attività se vogliamo assicurare un tranquillo futuro all'industria della pesca. D'altro canto, cosa altrettanto importante, la clorofilla è un parametro critico della qualità dell'acqua e permette di rilevare la proliferazione delle alghe, che può essere pericolosa, soprattutto nelle aree costiere. In tale ottica, il progetto REVAMP, finanziato dal Quinto programma quadro, ha voluto analizzare i dati forniti dallo spettrometro MERIS (Medium Resolution Imaging Spectrometer) installato a bordo di Envisat, un satellite di osservazione della Terra. Più in particolare, i dati di riflessione raccolti da MERIS sono stati usati in un algoritmo di qualità dell'acqua per estrarre le misure della clorofilla-a (CHL), uno dei principali indicatori della salute del filoplancton. La ricerca è stata coordinata dall'università di Oslo, che è andata oltre i precedenti semplicistici approcci e ha implementato il codice di trasferimento radiativo Hydrolight. Il codice tiene conto di tutti i fenomeni ottici pertinenti, inclusi riflessione, assorbimento, diffusione e trasmissione. Viene poi applicato lo schema di ottimizzazione non lineare Levenberg-Marquardt e i dati modellizzati vengono adattati alle osservazioni. Tra i vantaggi della soluzione REVAMP vi sono la velocità, grazie alle tecniche di approssimazione polinominale di alto livello, e la semplicità di calibrazione. Inoltre, una misura della qualità dei gruppi particolari di concentrazione CHL creata dall'algoritmo permette all'utilizzatore di sapere se il modello sta dando buoni risultati. Nel corso del progetto REVAMP, l'algoritmo è stato usato per mappare la CHL nel Mare del Nord. L'università di Oslo sta adesso brevettando il nuovo algoritmo.