Guardare alla visione artificiale come a qualcosa di più di una semplice tecnologia
Dalla manipolazione delle immagini all’intelligenza artificiale (IA) generativa e al riconoscimento facciale, la visione artificiale è diventata una parte centrale della nostra vita quotidiana. Ma in che modo queste macchine e la loro capacità di registrare, analizzare, elaborare e rappresentare le informazioni visive ci influenzano? Per rispondere a questa domanda, il progetto Machine Vision, finanziato dall’UE, ha deciso di guardare oltre la tecnologia. «Se da un lato sono molte le informazioni sulla tecnologia in sé e su come può essere utilizzata, dall’altro mancano ricerche che considerino la visione artificiale come qualcosa di culturale, estetico e come mezzo di comunicazione», afferma Jill Walker Rettberg, docente di Cultura digitale presso l’Università di Bergen e ricercatrice principale del progetto Machine Vision. Il progetto, che ha ricevuto il sostegno del Consiglio europeo della ricerca, si è concentrato sulla comprensione del modo in cui la visione artificiale quotidiana influisce sul modo in cui le persone comuni intendono se stesse e il loro mondo. Per farlo, ha analizzato l’arte, i giochi e le narrazioni digitali che utilizzano la visione artificiale come tema o interfaccia. Ha inoltre esaminato l’uso di applicazioni di visione artificiale di livello consumer nei social media e nella comunicazione personale.
Comprendere le situazioni di visione artificiale
Il fulcro del progetto è il concetto di situazioni di visione artificiale, che Rettberg definisce come il momento in cui le tecnologie di visione artificiale entrano in gioco e fanno la differenza nel corso degli eventi. «Le tecnologie di visione artificiale devono essere interpretate nel contesto specifico in cui vengono utilizzate», spiega Rettberg. Questo concetto ha gettato le basi per la creazione di una banca dati che comprende 500 opere creative che utilizzano o rappresentano tecnologie di visione artificiale. «La banca dati si rivelerà utile per gli studiosi di scienze umane e sociali interessati al rapporto tra tecnologia e cultura, nonché per i progettisti, gli artisti e gli scienziati che sviluppano tecnologie di visione artificiale», osserva Rettberg.
Le tecnologie di visione artificiale nella vita quotidiana
Per capire come le tecnologie di visione artificiale vengono utilizzate nella vita di tutti i giorni, il progetto ha condotto ricerche etnografiche in diversi contesti, da luoghi come Taipei, Hong Kong e Chicago, a spazi digitali come i social media e le comunità online. Per fare un esempio: i ricercatori hanno tracciato il ruolo delle infrastrutture di vigilanza dei quartieri di Chicago, collegandole alla storia passata e alla politica presente della città. Hanno inoltre documentato le pratiche sociali dei creatori di deepfake cinesi che si riuniscono su specifiche piattaforme di streaming video. «Attraverso l’osservazione dei partecipanti, le interviste e la raccolta di dati qualitativi, questa ricerca etnografica ci ha permesso di triangolare le nostre analisi delle opere creative con l’uso quotidiano delle tecnologie di visione artificiale», osserva Rettberg.
Una fonte di riferimento per gli approcci culturali all’intelligenza artificiale
Dall’avvio del progetto, nel 2018, molte cose sono cambiate. «Quando abbiamo iniziato a studiare la visione artificiale, i modelli di IA generativa erano ancora agli inizi e i deepfake erano nuovi e strani, ma non ancora facili da creare», osserva Rettberg. Quando nel 2023 è entrata in scena l’IA generativa, il progetto era già in fase di ricerca da anni. «Quando la visione artificiale si è diffusa, eravamo pronti e siamo diventati rapidamente una fonte di informazioni, fornendo consulenza ai politici, insegnando agli studenti e tenendo conferenze all’industria e ad altre università», conclude Rettberg. Rettberg e il suo team proseguono la ricerca sull’IA attraverso il progetto AI STORIES, finanziato dall’UE, e il progetto ALGOFOLK, finanziato dalla Trond Mohn Research Foundation.
Parole chiave
Machine Vision, tecnologie, IA generativa, riconoscimento facciale, arte digitale, social media, intelligenza artificiale, AI STORIES