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Rilevare le impronte digitali dei modelli energetici per il clima

Un team di ricercatori è riuscito a quantificare in modo affidabile le differenze nei principali modelli energetici utilizzati per studiare gli scenari di mitigazione delle emissioni.

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Lo storico accordo di Parigi, adottato nel 2015 per combattere i cambiamenti climatici, ha incentivato la ricerca di soluzioni per ridurre le emissioni di gas serra. Sebbene da allora siano stati creati vari modelli energetici per studiare diversi percorsi volti a mitigarle, essi sono spesso caratterizzati da parametri, strutture e obiettivi differenti, e anche il loro livello di dettaglio può variare. Di conseguenza, se utilizzati per prevedere l’esito di specifiche politiche climatiche, possono originare risultati molto eterogenei. Come si possono quantificare in modo affidabile le differenze nei risultati prodotti da tali modelli energetici? Una squadra di ricercatori sostenuta dai progetti ECEMF e ENGAGE, finanziati dall’UE, ha affrontato questo problema identificando le «impronte digitali» dei modelli energetici che ne delineano le relative caratteristiche uniche. Il loro studio è stato pubblicato sulla rivista «Nature».

Gettare nuova luce sul comportamento dei modelli energetici

Il team di ricerca ha innanzitutto eseguito una serie di test diagnostici per mettere a confronto i risultati forniti da diversi modelli energetici, con l’obiettivo di esprimere gli esiti in termini di indicatori diagnostici. «L’idea di creare delle “impronte digitali” dei modelli, anziché di limitarsi a raffrontare singolarmente tali indicatori (come effettuato nella letteratura in materia precedente), mi è venuta nel corso della fase di analisi dei risultati», riferisce l’autore principale dello studio, il dott. Mark Dekker dell’Agenzia olandese per la valutazione ambientale (PBL), che fa parte del dipartimento olandese del forum ECEMF e del Ministero delle Infrastrutture e della Gestione idrica, partner del progetto ENGAGE. «Un comportamento unico di un modello in una dimensione getta nuova luce sul suo comportamento in un’altra, ed è questo il motivo per cui abbiamo cercato di combinare numerose dimensioni in un quadro semplice, riuscendo infine nel nostro intento», spiega il ricercatore in un articolo pubblicato su «Phys.org». Il team ha deciso di quantificare gli indicatori diagnostici dei modelli energetici sulla base di cinque dimensioni principali, ovvero la reattività del modello, le strategie di mitigazione proposte, l’approvvigionamento energetico, il fabbisogno di energia e, infine, i costi e gli sforzi di mitigazione associati. «I modelli energetici sono fondamentali per comprendere il futuro della nostra economia e del clima, in quanto ci forniscono indicazioni sulla provenienza dell’energia futura, sulle sue modalità di utilizzo e sulle leve per le politiche», spiega il dottor Dekker. «Tuttavia, le differenze tra questi modelli rendono difficile sia per gli scienziati che per i politici il compito di orientarsi tra queste conoscenze. Questo documento segna un importante passo in avanti verso la comprensione delle nostre previsioni sull’energia, grazie alla sua mappatura delle unicità di comportamento di ciascun modello e dei punti in cui tali modelli, invece, corrispondono tra loro.» I test diagnostici sono stati eseguiti su otto modelli energetici che i ricercatori hanno applicato a 10 diversi scenari di mitigazione delle emissioni di gas serra incentrati sull’Europa. Raffrontando gli indicatori, il team ha potuto creare «impronte digitali» complete che rappresentano in modo univoco i modelli energetici. «La più importante implicazione pratica del nostro studio riguarda il fatto che, adesso, le persone hanno la possibilità di contestualizzare gli studi di modellizzazione, soprattutto quelli che si basano su un solo modello», afferma il dottor Dekker. «La distorsione o il comportamento del modello specifico vengono ora esplicitati in relazione ad altri modelli. Per esempio, un modello può prevedere con regolarità una maggior quantità di energia rinnovabile rispetto ad altri modelli, un’informazione importante da sapere quando si leggono le sue previsioni sulle fonti rinnovabili.» Il lavoro, che è stato sostenuto dall’ECEMF (European Climate and Energy Modelling Forum) e da ENGAGE (Exploring National and Global Actions to reduce Greenhouse gas Emissions), potrebbe contribuire a migliorare le previsioni sugli esiti delle politiche climatiche, fungendo pertanto da guida per la politica in materia di clima per l’UE. Per maggiori informazioni, consultare: sito web del progetto ECEMF sito web del progetto ENGAGE

Parole chiave

ECEMF, ENGAGE, energia, clima, emissione, emissioni di gas serra, modello energetico

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