Del DNA antico getta nuova luce sull’elefante africano in via di estinzione
A bordo di una nave fenicia affondata al largo delle coste spagnole quasi 2500 anni fa c’era un carico di avorio di elefante. Se per alcuni si tratta di una curiosità storica, per altri è una rara opportunità di studiare un commercio che ancora oggi ha un impatto devastante. «Lo studio dell’avorio storico importato in Europa negli ultimi 5000 anni può insegnarci la storia degli elefanti africani, attualmente minacciati dall’estinzione, e degli esseri umani che li commerciavano», spiega Patrícia Chrzanová Pečnerová, ex borsista del programma azioni Marie Skłodowska-Curie (MSCA) presso Università di Copenaghen. Con il supporto del progetto STAMPEDE, finanziato dal programma MSCA, Pečnerová ha cercato di capire da dove provenisse l’avorio.
Estrarre DNA antico dalle zanne
Il primo passo è stato quello di estrarre il DNA antico dalle zanne, un processo che secondo Pečnerová equivale a comprare qualcosa a scatola chiusa. «È praticamente impossibile prevedere quanto DNA sia rimasto e in che misura l’avorio sia stato contaminato dall’ambiente circostante o dalla manipolazione da parte dell’uomo», spiega l’autrice. Nel caso della nave fenicia affondata, si è scoperto che c’era molto DNA. Purtroppo, la maggior parte di esso non apparteneva agli elefanti. «Fortunatamente, grazie a tecniche di laboratorio avanzate e ad analisi computazionali dei dati, siamo riusciti a recuperare alcune informazioni sugli elefanti», aggiunge Pečnerová. Nonostante le difficoltà legate alla scarsa conservazione del DNA, la ricercatrice è stata in grado di tracciare i campioni su una mappa di riferimento della diversità degli elefanti moderni, consentendole di identificare da quale specie di elefante e da quale parte dell’Africa provenisse una delle zanne. «Generando la serie di dati di riferimento sulla diversità genetica degli elefanti moderni, forniamo una risorsa facilmente disponibile e utile per la salvaguardia degli elefanti», osserva Pečnerová.
Collaborare per proteggere gli elefanti oggi
Questa serie di dati di riferimento è stata utilizzata dalla San Diego Zoo Wildlife Alliance che sta lavorando per creare un atlante della diversità del genoma degli elefanti in Africa. Questa organizzazione ha sfruttato i dati del progetto STAMPEDE sulla diversità degli elefanti moderni per creare un potente strumento per proteggere gli elefanti africani in via di estinzione. Lo strumento aiuta i biologi a identificare gli elefanti in base al loro DNA che, secondo un articolo pubblicato da «Illumina», può essere confrontato con le registrazioni storiche dei luoghi in cui la mandria è stata in precedenza. Questo potrebbe rivelare i modelli di migrazione e aiutare le persone a decidere, ad esempio, dove costruire tenendo conto della coesistenza, assicurandosi che gli animali abbiano spazio per passare pacificamente. «Sono orgogliosa che il mio progetto volto a dimostrare il concetto non solo mostri che è possibile studiare gli elefanti nel passato, ma anche che queste informazioni storiche possono essere utilizzate per aiutare a proteggere gli elefanti oggi», conclude Pečnerová. La ricercatrice sta attualmente lavorando allo sviluppo di ulteriori strumenti genetici da applicare al monitoraggio e alla salvaguardia degli elefanti sul campo. Recentemente le è stato assegnato anche una borsa di studio Branco Weiss Fellowship per approfondire il tema del commercio dell’avorio.
Parole chiave
STAMPEDE, elefanti africani, DNA, avorio di elefante, estinzione, biologi