Strumenti digitali per rafforzare il ruolo del patrimonio culturale
Gli istituti di tutela del patrimonio culturale, come biblioteche, musei e teatri, sono i pilastri dell’identità democratica delle comunità di tutto il mondo. Il rapido ritmo del cambiamento tecnologico minaccia di ridurre il ruolo che tali istituzioni svolgono nella società, in caso di mancato ingresso nel panorama digitale delle stesse e dei beni che gestiscono. Il progetto inDICES, finanziato dall’UE, ha individuato delle soluzioni digitali che miglioreranno l’accessibilità e la persistente rilevanza degli istituti di tutela del patrimonio culturale per le generazioni a venire.
Le risorse di conoscenza danno maggiore potere ai responsabili delle politiche
In quanto progetto di collaborazione che coinvolge 14 partner, inDICES ha riunito esperti in materia di economia culturale, diritto della proprietà intellettuale e scienze umane digitali. Secondo la coordinatrice del progetto, Simonetta Buttò: «L’obiettivo era quello di sviluppare una serie di raccomandazioni politiche volte ad assistere gli istituti di tutela del patrimonio culturale nell’adempimento della loro missione pubblica nel regno digitale, a promuovere la trasformazione digitale democratica e incentrata sulla comunità di tali istituzioni e a sostenere l’accesso e la riutilizzabilità del patrimonio culturale digitale.» inDICES ha sviluppato le risorse di conoscenza attraverso una serie di analisi fondamentali. Il progetto ha esaminato i dati relativi alla rivoluzione digitale e alle modalità in cui si producono i contenuti creativi e poi vi si accede. Il team ha analizzato le normative europee sul diritto d’autore e sulla proprietà intellettuale nel contesto della digitalizzazione. Una raccolta delle migliori prassi ha fornito delle raccomandazioni preziose e gli strumenti necessari per prendere decisioni informate.
Una cassetta degli attrezzi metodologica costituita da risorse tecnologiche
Sono stati creati numerosi strumenti digitali per supportare le istituzioni di tutela culturale. Molti di questi, come lo Spazio partecipativo, la Dashboard di analisi visiva (VAD) e lo Strumento di autovalutazione (SAT), fanno parte del sito Osservatorio aperto, la spina dorsale del progetto. Lo Spazio partecipativo è un insieme di strumenti e spazi digitali progettati per migliorare la raccolta dei dati e facilitare il processo decisionale collaborativo, mentre la VAD è uno strumento analitico avanzato e multilingue che consente ai leader degli istituti di tutela del patrimonio culturale di seguire in tempo reale il discorso pubblico relativo a tale patrimonio e alla rivoluzione digitale. Il SAT, infine, che ricorre all’impiego di questionari e raccomandazioni mirate, è progettato per aumentare la capacità di trasformazione digitale. Oltre a fornire raccomandazioni politiche ben studiate e strumenti digitali, inDICES ha sviluppato un corso online aperto e di massa (MOOC). Il corso è stato progettato per aiutare i portatori di interessi delle istituzioni di tutela culturale a comprendere le implicazioni della trasformazione digitale e le modalità con cui supervisionare il processo a livello istituzionale.
La collaborazione, chiave per ottenere risultati
Inizialmente, inDICES sperava di integrare l’Osservatorio aperto con le piattaforme di servizi della comunità di esperti Europeana Network Association (ENA). Tuttavia, il grado di integrazione previsto si è rivelato irrealizzabile. Buttò ha dichiarato: «Si è quindi deciso di optare per un’integrazione più leggera, in cui l’Osservatorio aperto rimane una piattaforma indipendente, ma può essere collegato a European Pro, il sito web molto visitato gestito dalla Europeana Foundation con ampie risorse rivolte ai professionisti del patrimonio culturale.» Un’altra strada per amplificare gli sforzi di inDICES è l’integrazione con il progetto RECHARGE, finanziato dall’UE e attualmente in corso. RECHARGE si basa su alcuni aspetti di inDICES e i due team hanno già concordato attività coordinate per ottimizzare la collaborazione. InDICES si è concentrato sulle generiche esigenze delle istituzioni di tutela culturale nel momento in cui esse si preparano alla trasformazione digitale. In questo modo, il progetto ha creato solide basi per la conservazione del patrimonio culturale, anche se la società continua a cambiare in modo rapido e radicale.
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