Migliorare la protezione dalla povertà e dall’esclusione sociale
Oltre un quinto delle persone che vivono nell’UE, ovvero quasi 100 milioni, era a rischio di povertà o esclusione sociale nel 2021. Sono state messe in atto varie politiche di protezione sociale, che includono l’acquisizione di nuove competenze. Ma affrontano il problema con efficacia? Ed esercitano conseguenze indesiderate? Il progetto EUROSHIP, finanziato dall’UE, si è prefisso di rispondere a tali interrogativi e di sviluppare raccomandazioni politiche intese a rafforzare la cittadinanza sociale concludendo che è necessaria una collaborazione tra i responsabili delle politiche e i cittadini per individuare esigenze reali e soddisfarle. La «democrazia partecipativa» incentiva l’impegno, l’iniziativa e il successo.
Un approccio collaborativo antropocentrico di supporto
Secondo Rune Halvorsen, coordinatore scientifico di EUROSHIP e ricercatore presso l’Università metropolitana di Oslo: «Il nostro “approccio nel corso della vita” studia in maniera sistematica le esperienze e le conseguenze generate dalla difficoltà economica vissute dalle persone a maggior rischio di povertà ed esclusione sociale, concentrando l’attenzione su parametri come la fascia d’età, il genere, l’etnia, le esigenze sanitarie a lungo termine, l’accesso alle tecnologie digitali e gli accordi istituzionali di diverso tipo.» I giovani coinvolti nella transizione dalla scuola al lavoro sono stati oggetto di una crescente spinta verso l’approccio «lavoro prima di tutto», caratterizzato da sollecitazioni e condizionalità, sulla base del quale le persone disoccupate vengono sollecitate o motivate a trovare un posto di lavoro in modo forzato e i benefici sociali, tra cui le opportunità di formazione, risultano subordinati all’adozione di determinati comportamenti. Tuttavia, è apparso evidente che gli stessi giovani traggono più vantaggio da politiche che incrementano le loro opportunità di acquisire esperienza lavorativa, di trovare un impiego permanente o di apprendere nuove competenze senza la minaccia del fallimento o della stigmatizzazione. Il progetto ha riscontrato che, se alle persone a rischio di povertà vengono offerte opportunità concrete di influenzare i servizi che ricevono mediante una collaborazione più stretta con le autorità pubbliche, aumentano le probabilità che dimostrino impegno e iniziativa e ciò vale anche per il settore privato. EUROSHIP ha accertato il ruolo fondamentale delle organizzazioni non governative di vari paesi nell’aiutare le persone in condizioni socioeconomiche particolarmente svantaggiate a migliorare le loro competenze. Questo avviene tramite esperienze pratiche informali, adattate alle circostanze e alle abilità specifiche dei vari individui, che non generano alcun timore di fallimento o stigmatizzazione. Gli esiti relativi ai soggetti altamente emarginati suggeriscono la necessità di fornire, oltre alla formazione formale o prima di essa, un considerevole sostegno in altri contesti, tra cui l’assistenza sanitaria, l’alloggio e diverse tipologie di consulenza. Un giovane uomo trasferitosi in Inghilterra dall’Europa meridionale dopo aver perso i propri genitori e nonni ha prestato volontariato in alcuni comitati e ha lavorato per contribuire a migliorare le politiche rivolte ai senzatetto, sviluppando le proprie competenze e mettendo da parte denaro per effettuare la transizione alla vita indipendente. Secondo le sue stesse parole, le esperienze vissute presso l’associazione caritativa lo hanno fatto sentire utile e hanno migliorato la sua autostima, facendogli capire non solo l’importanza, ma anche la possibilità concreta di svolgere un lavoro significativo.
Un contratto sociale più forte tra le persone e i governi
«La promozione di un’Europa sociale più forte non comporta solamente rendere i servizi assistenziali più efficaci in termini strumentali, ma riguarda in egual misura i diritti democratici e il raggiungimento di un maggior equilibrio di potere tra fornitori e destinatari, il che aiuterebbe al contempo i rappresentati di queste agenzie a collaborare meglio con i gruppi bersaglio stimolando l’auto-organizzazione degli stessi e incentivandoli a intraprendere iniziative ritenute preziose a livello individuale e dell’intera società», spiega Halvorsen. EUROSHIP ha sviluppato nuovi strumenti per il monitoraggio e il miglioramento della cittadinanza sociale dell’UE, tra cui il cosiddetto «indicatore dei diritti sociali europei», un prodotto eterogeneo e multidimensionale. «I modelli, i concetti e gli indicatori che abbiamo sviluppato andranno a sostegno del monitoraggio e dell’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali, a vantaggio di tutti», conclude Halvorsen. EUROSHIP ha lasciato gli ormeggi, producendo una bussola che funge da guida per l’UE verso un futuro senza povertà.
Parole chiave
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