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Cosa alimenta i buchi neri?

Un nuovo studio svela un collegamento importante tra le galassie interagenti e le grandi quantità di gas che alimentano i buchi neri supermassicci.

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La morte di una stella massiccia dà vita a un buco nero: dopo il suo collasso, infatti, si crea una regione dello spazio dove la gravità è così forte che nulla può sfuggirvi, nemmeno la luce. Generalmente i buchi neri, sparsi per tutto l’universo, hanno una massa da 10 a 24 volte superiore a quella del Sole, ma alcuni sono milioni di volte più massicci della nostra stella. Come si formino esattamente questi buchi neri supermassicci, o come si alimentino, ci è ancora ignoto. Un recente studio sostenuto dal progetto CR-GAS, finanziato dall'UE, ha ora fatto luce su questo mistero, dimostrando che i buchi neri supermassicci si nutrono di nubi di gas che li raggiungono dopo aver percorso grandi distanze da una galassia all'altra. Questo importante collegamento tra l’interazione delle galassie vicine e l’enorme quantità di gas che alimenta tali buchi neri viene spiegato nell’articolo pubblicato sulla rivista «Nature Astronomy». «L’attività dei buchi neri supermassicci si alimenta, in parte, grazie al graduale accumulo di gas dall'ambiente circostante. Questi buchi neri possono fare brillare il centro della galassia con grande intensità quando catturano il gas. Si pensa che tale processo possa influenzare notevolmente l'aspetto attuale delle galassie. Gli astronomi non hanno ancora chiarito come i buchi neri supermassicci riescano a recuperare abbastanza carburante per sostenere la propria attività e la loro crescita. Ma il lavoro da noi svolto rappresenta un passo avanti verso la comprensione di questo fenomeno», spiega in un comunicato stampa pubblicato su EurekAlert! la professoressa Sandra Raimundo, autrice principale dello studio e ricercatrice presso l’Università di Copenaghen, in Danimarca, l’organizzazione che ha coordinato CR-GAS.

Un filo rosso evidente

Dopo aver studiato le orbite di gas e stelle in oltre 3 000 galassie, la squadra di ricerca ha identificato quelle che presentano un fenomeno noto come gas non allineato. Come spiega il comunicato stampa, si tratta di gas che, in una particolare galassia, ruota in una direzione diversa dalle stelle, indicando che nel passato esisteva un’interazione tra due galassie. Il team ha scoperto che le galassie in cui è presente gas disallineato presentano una percentuale maggiore di buchi neri supermassicci attivi. I risultati dello studio suggeriscono che il gas si trasferisca nel punto in cui due galassie si incontrano, viaggi per centinaia di migliaia di anni luce nello spazio e venga poi risucchiato dalle forze gravitazionali del buco nero supermassiccio, che lo utilizza come importante fonte di carburante. «È la prima volta che si osserva un collegamento diretto tra la formazione e la presenza di gas non allineato e l'alimentazione dei buchi neri supermassicci attivi», osserva la prof.ssa Raimundo, che è inoltre assistente ricercatrice in visita presso l'Università della California, negli Stati Uniti, ateneo partner del progetto CR-GAS. Scoperte come questa sono al centro del progetto CR-GAS (Black hole growth fuelled by counter-rotating gas), il quale si propone di scoprire il meccanismo che alimenta la crescita dei buchi neri attivi. La coautrice dello studio, la prof.ssa Marianne Vestergaard, anch'essa dell'Università di Copenhagen, commenta: «L'aspetto entusiasmante di queste osservazioni è che oggi, per la prima volta, possiamo identificare il gas catturato e tracciare il suo percorso fino al centro, dove il buco nero lo sta divorando.» Per maggiori informazioni, consultare: progetto CR-GAS

Parole chiave

CR-GAS, buco nero, stella, galassia, buco nero supermassiccio, gas, gas disallineato

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