Studiare la vitamina D e la sua modalità di attivazione della tolleranza del sistema immunitario
I ricercatori sostenuti dall’UE, provenienti dall’Istituto di ricerca sulla leucemia Josep Carreras e dall’ospedale Germans Trias i Pujol, in Spagna, hanno fatto una scoperta importante relativa alla risposta immunitaria dell’organismo nei confronti della sclerosi multipla e di altre malattie autoimmuni. Nel loro studio sostenuto dai progetti RESTORE e INsTRuCT, finanziati dall’UE, hanno rivelato il meccanismo epigenetico per cui la vitamina D attiva la tolleranza immunitaria delle cellule dendritiche, svolgendo un ruolo fondamentale nel controllo della risposta immunitaria contro malattie di questo tipo. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista «Cell Reports». Le cellule dendritiche sono gruppi di cellule immunitarie presenti nel sangue e nei tessuti, come ad esempio la cute e il rivestimento interno di naso, polmoni, stomaco e intestino, che svolgono un ruolo fondamentale nell’innescare le risposte immunitarie adattative e fungono da messaggeri tra i sistemi immunitari innati e adattativi, elaborando il materiale antigenico e manifestandolo sulla superficie cellulare. Quando attivate, le cellule dendritiche si spostano verso i linfonodi locali e presentano l’antigene ai linfociti, ovvero cellule immunitarie del sistema immunitario adattativo, affinché diano il via alla risposta immunitaria. Nel caso della sclerosi multipla, il sistema immunitario non funziona come dovrebbe: le cellule immunitarie dell’organismo attaccano la guaina mielinica che protegge le fibre nervose nel cervello e nella spina dorsale, privando della protezione i nervi e comportando danni neurologici progressivi. Trattando le cellule dendritiche con la vitamina D, queste sviluppano la tolleranza immunitaria, il che suggerisce che il trattamento con cellule dendritiche tolleranti potrebbe rallentare la progressione della malattia nelle persone affette da sclerosi multipla. Una sperimentazione clinica dedicata alla verifica di questa ipotesi è attualmente in corso presso l’ospedale Germans Trias i Pujol Hospital di Barcellona, nell’ambito del progetto RESTORE.
Portare alla luce il meccanismo di attivazione della tolleranza immunitaria
Nonostante le prove a sostegno di questa ipotesi, il meccanismo effettivo tramite il quale si induce la tolleranza era però rimasto sconosciuto fino alla scoperta effettuata dal gruppo di ricerca spagnolo. Nello studio condotto, il gruppo di ricerca dimostra per la prima volta che quando il recettore della vitamina D si lega con la proteina STAT3 si attiva un agente demetilante del DNA, la proteina TET2, che a sua volta attiva i geni della tolleranza immunitaria nelle cellule dendritiche. L’interazione tra i recettori della vitamina D, la proteina STAT3 e il gene codificante la proteina TET2 apre le porte alla possibilità di modulare le proprietà immunogeniche delle cellule dendritiche. Come dichiarato nello studio, questa ricerca «potrebbe rivelarsi clinicamente importante sia nel contesto di condizioni patologiche in cui non sono desiderate proprietà tollerogeniche, come nel microambiente tumorale o nei processi metastatici…, che in quelle in cui sono perseguite volontariamente…, anche per quanto riguarda l’uso terapeutico nel trattamento di condizioni infiammatorie, tra cui l’artrite reumatoide e la sclerosi multipla». Il progetto RESTORE (NEURONAL SELF-RENEWAL BY ANTIGEN-SPECIFIC TOLERIZATION IN MULTIPLE SCLEROSIS REINSTALLING THE BALANCE BETWEEN INFLAMMATION AND REGENERATION) riunisce ricercatori e medici di Belgio, Germania, Spagna e Paesi Bassi nella ricerca di una cura per la sclerosi multipla. Il consorzio INsTRuCT (INnovative Training in Myeloid Regulatory Cell Therapy) è una rete composta da scienziati europei che si propone di sviluppare immunoterapie innovative basate su cellule mieloidi regolatrici. Per maggiori informazioni, consultare: sito web del progetto RESTORE sito web del progetto INsTRuCT
Parole chiave
RESTORE, INsTRuCT, cellula dendritica, sclerosi multipla, malattia autoimmune, STAT3, TET2, tolleranza, vitamina D