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Upscaling and optimizing subsurface, in situ carbon mineralization as an economically viable industrial option

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Convertire la CO2 in pietra per l’azzeramento delle emissioni di carbonio

Il tempo stringe per i paesi impegnati a raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni entro il 2050. Una nuova soluzione per convertire la CO2 in pietra potrebbe cambiare lo status quo.

Il metodo di stoccaggio del carbonio di Carbfix converte la CO2 iniettata all’interno di rocce contenenti carbonato stabile in modo sicuro ed efficiente. Sulla scia del proprio successo, il progetto Carbfix2, finanziato dall’UE, ha concepito una catena di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS, Carbon Capture and Storage) completa e sostenibile a livello economico, combinata a un trasporto transfrontaliero del carbonio in tutta Europa.

Incrementare l’efficienza di cattura della CO2 e dell’H2S

Carbfix2 continua a ottimizzare la cattura della CO2 presso la centrale geotermica Hellisheidi. Attualmente, la tecnologia di Carbfix cattura, inietta e mineralizza il 33 % delle emissioni di CO2 e il 75 % delle emissioni di idrogeno solforato (H2S) generate dalla centrale. Questa tecnologia ha dimostrato una rapida mineralizzazione sia della CO2 che dell’H2S nel sottosuolo. Edda Sif Pind Aradóttir, la coordinatrice del progetto, spiega: «Ad oggi, abbiamo iniettato oltre 65 000 tonnellate di CO2 e 35 000 tonnellate di H2S nel sottosuolo senza influenzare negativamente le prestazioni della centrale elettrica. Abbiamo dimostrato il funzionamento a lungo termine di un sistema di iniezione che non produce perdite.» Il progetto sta lavorando per incrementare ulteriormente l’efficienza di cattura della CO2 e dell’H2S presso la centrale elettrica Nesjavellir, situata nelle vicinanze di Hellisheidi, nonché per tradurre al contempo la tecnologia di Carbfix su scala reale in quest’ultima centrale geotermica e catturare più del 95 % delle emissioni di CO2 e H2S da essa generate nel corso del suo normale funzionamento.

Accrescere ed espandere le operazioni marittime e terrestri

«Sfruttando i risultati ottenuti da Carbfix2, abbiamo in programma un progetto dimostrativo da svolgere nel 2022 allo scopo di co-iniettare la CO2 e l’acqua marina in una formazione rocciosa di basalto situata in Islanda», aggiunge Aradóttir. In tal modo sarà possibile acquisire l’esperienza necessaria per effettuare le operazioni in mare aperto. Sulla base di una combinazione di successo della tecnologia per la cattura diretta dell’aria di Climework e del metodo di stoccaggio minerale della CO2 sviluppato da Carbfix alla centrale Hellisheidi, la collaborazione sta attualmente incrementando la propria capacità da 50 a 4 000 tonnellate all’anno grazie alla costruzione dell’impianto ORCA. Questa struttura rappresenta un importante traguardo e si configura come il primo impianto commerciale al mondo che si avvale delle tecnologie di cattura diretta dell’aria e di stoccaggio minerale della CO2. Orca diventerà operativo nell’estate del 2021. Il metodo di Carbfix è stato accettato dal Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite come tecnica alternativa di CCS. Inoltre, il Parlamento islandese ha implementato la direttiva sulla CCS dell’UE, differenziando lo stoccaggio minerale della CO2 dall’iniezione convenzionale di CO2 in fase supercritica o in forma gassosa all’interno di falde acquifere saline profonde.

Un polo per lo stoccaggio e il trasporto transfrontaliero del carbonio

Sono attualmente in corso le preparazioni per la realizzazione di Coda Terminal, un polo per lo stoccaggio e il trasporto transfrontaliero del carbonio in Islanda. La CO2 catturata presso siti industriali nell’Europa settentrionale verrà inviata alla struttura per poi essere scaricata all’intero di serbatoi su terraferma, affinché venga effettuato lo stoccaggio temporaneo. Successivamente, la CO2 verrà pompata in una rete di pozzi di iniezione situati nelle vicinanze, dove verrà disciolta in acqua prima di essere iniettata all’interno di un basamento roccioso di puro basalto. Il polo Coda Terminal inizierà le proprie attività nel 2025 e raggiungerà una capacità di 3 Mt di CO2 all’anno una volta completato, nel 2030. I costi associati alla catena del valore della tecnologia di CCS implementata da Carbfix a Hellisheidi ammontano all’incirca a 20 euro per tonnellata, meno della metà del prezzo relativo alle scambio di quote di emissioni sul corrispettivo mercato dell’UE. «Sebbene si preveda che i costi saranno leggermente superiori una volta che la catena del valore verrà trasmessa ad altre industrie con scarichi gassosi che contengono una minore quantità di emissioni di CO2, essi sono già competitivi rispetto ai prezzi delle quote di emissioni in molti casi», conclude Aradóttir.

Parole chiave

CarbFix2, diossido di carbonio (CO2), carbonio, idrogeno solforato (H2S), cattura e stoccaggio del carbonio (CCS), emissioni di carbonio, Coda Terminal

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