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Contenuto archiviato il 2023-04-17

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Secondo uno studio, lavarsi le mani, utilizzare la mascherina e mantenere il distanziamento fisico sono le migliori modalità per combattere la Covid-19

Un nuovo modello ha rivelato che, se una comunità diventa rapidamente consapevole in merito alla natura della malattia da coronavirus e adotta misure imposte sia autonomamente sia a livello governativo, essa può limitarne, ritardarne o persino impedirne completamente la diffusione.

Dato che la maggior parte della popolazione mondiale è tuttora sensibile alla Covid-19, mantenere il distanziamento fisico, utilizzare la mascherina e lavarsi le mani frequentemente sono diventati comportamenti più importanti che mai. Oltre a tali misure, l’Organizzazione mondale della sanità (OMS) raccomanda sin dall’inizio dell’epidemia un’individuazione rapida dei casi e il tracciamento dei contatti. In un recente briefing alla stampa, il dott. Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’istituzione, ha commentato: «È stato possibile spezzare le catene di trasmissione grazie a una combinazione di individuazione rapida dei casi, tracciamento approfondito dei contatti, assistenza clinica adeguata per i pazienti, distanziamento fisico, utilizzo della mascherina, lavaggio frequente delle mani e astensione dal tossire in direzione di altre persone». Parzialmente sostenuto dal progetto One Health EJP, finanziato dall’UE, un team di ricercatori ha inoltre sottolineato l’importanza delle misure di prevenzione imposte autonomamente. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista «PLOS Medicine». «Enfatizziamo l’importanza che la consapevolezza sulla malattia riveste nel controllo dell’epidemia in corso e raccomandiamo che, oltre alle politiche in materia di distanziamento sociale, i governi e le istituzioni di sanità pubblica mobilitino le persone verso l’adozione di misure dotate di efficacia dimostrata e imposte autonomamente allo scopo di affrontare con successo la Covid-19».

Consapevolezza sulla Covid-19

Nello studio, i ricercatori hanno sviluppato un modello computazionale relativo alla diffusione della Covid-19 utilizzando le informazioni esistenti sull’epidemiologia della malattia. «Impiegando un modello di trasmissione, abbiamo valutato l’impatto esercitato dalle misure imposte autonomamente (lavaggio delle mani, utilizzo della mascherina e distanziamento sociale) grazie alla consapevolezza in merito alla Covid-19 e da un intervento a breve termine di distanziamento sociale imposto dal governo sul picco dei casi diagnosticati, sul tasso di attacco e sul tempo trascorso dal primo caso diagnosticato al picco dei contagi». Secondo quanto da loro affermato, i loro risultati «aiuteranno gli operatori sanitari pubblici a raffrontare e selezionare una combinazione di interventi per l’elaborazione di politiche efficaci volte al controllo dell’epidemia». E aggiungono: «Tutte le misure imposte autonomamente e il distanziamento sociale imposto dai governi si ripercuotono sulle dinamiche alla base dell’epidemia da Covid-19. L’impatto qualitativo e quantitativo, tuttavia, dipende fortemente dalla misura di prevenzione e dal tasso di diffusione della consapevolezza». I ricercatori «concludono che comportamenti quali lavarsi le mani, utilizzare la mascherina e mantenere il distanziamento sociale adottati da persone consapevoli della malattia sono in grado di ritardare il picco dell’epidemia, appiattire la curva epidemica e ridurre il tasso di attacco». Il modello non ha preso in considerazione i dati demografici o l’eterogeneità nei modelli di contatto dei diversi soggetti esaminati. «Le nostre conclusioni possono pertanto essere tratte a livello qualitativo», sottolineano i ricercatori. Il progetto One Health EJP (Promoting One Health in Europe through joint actions on foodborne zoonoses, antimicrobial resistance and emerging microbiological hazards), che ha supportato lo studio, si protrarrà fino al dicembre del 2022. Il programma comune europeo «One Health» si avvale di un approccio interdisciplinare, integrativo e internazionale all’omonimo concetto, che riconosce l’esistenza di uno stretto legame tra la salute umana e quella degli animali e dell’ambiente. «È di conseguenza essenziale effettuare lo studio degli agenti infettivi che potrebbero attraversare le barriere ambientali e fra specie per muoversi tra questi ambiti», come si osserva sul sito web del progetto One Health EJP. L’approccio «One Health» è particolarmente rilevante per quanto riguarda la sicurezza alimentare, il controllo delle zoonosi (ovvero le malattie trasmissibili tra gli animali e gli esseri umani) e la lotta alla resistenza antibiotica (vale a dire le mutazioni dei batteri in seguito alla loro esposizione agli antibiotici, il che li fa diventare più difficili da trattare). Questo approccio rende essenziale lo sviluppo di capacità di sorveglianza e risposta e il rafforzamento di sistemi di rilevamento e allerta precoce per affrontare le epidemie di malattie. Per maggiori informazioni, consultare: sito web del progetto One Health EJP

Parole chiave

Covid-19, coronavirus, mascherina, zoonosi, distanziamento sociale, distanziamento fisico

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