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Contenuto archiviato il 2023-04-17

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Mappatura dei microbiomi per migliorare la quantità, la qualità e la sicurezza degli alimenti

Secondo un nuovo studio, gli alimenti fermentati possono essere una delle principali fonti di batteri lattici probiotici (LAB) per l’intestino umano.

Grazie al suo ruolo chiave nello sviluppo, nell’immunità e nella nutrizione, il microbioma, il materiale genetico di tutti i microrganismi che vivono nel corpo umano, ha attirato molta attenzione negli ultimi anni. Il microbioma intestinale in particolare, e il suo impatto sulla salute generale, è diventato un argomento popolare della ricerca scientifica e medica nell’ambito del crescente interesse per gli alimenti fermentati a causa dei loro benefici proposti per la salute gastrointestinale. Gli alimenti e le bevande fermentati sono prodotti tramite la crescita microbica controllata e la conversione dei componenti alimentari attraverso l’azione enzimatica. La maggior parte dei cibi fermentati come yogurt, kefir, kombucha e crauti contengono probiotici. Si tratta di «microrganismi vivi che, se somministrati in quantità adeguate, conferiscono un beneficio sanitario all’ospite», secondo una definizione usata dall’International Scientific Association for Probiotics and Prebiotics. I LAB sono fondamentali nella produzione di alimenti fermentati. Diversi ceppi sono considerati probiotici, con i più comuni appartenenti al genere Lactobacillus. Quanti di questi batteri raggiungono effettivamente l’intestino e diventano parte del microbioma? Un gruppo di ricercatori sostenuti dal progetto MASTER, finanziato dall’UE, ha affrontato la questione e ha dimostrato che «gli alimenti fermentati possono essere considerati una possibile fonte di LAB per il microbioma intestinale», come dichiarato in un articolo sulla rivista «Nature Communications». «Abbiamo eseguito una meta-analisi su larga scala sui microbiomi provenienti da fonti alimentari e siti del corpo umano per indagare la prevalenza e la diversità delle specie LAB nel microbioma umano e la loro sovrapposizione con le specie e i ceppi presenti negli alimenti». Come spiegato in un articolo dal coordinatore del progetto MASTER, Teagasc – l’Autorità per lo Sviluppo Agricolo e Alimentare, «I genomi dei LAB sono stati ricostruiti a partire da circa 300 alimenti e quasi 10 000 campioni di feci umane provenienti da diversi continenti, guardando alla distribuzione dei LAB negli esseri umani in base all’origine geografica, all’età e allo stile di vita». Nello stesso articolo si aggiunge: «I LAB sono stati trovati in abbondanza relativamente bassa nelle feci umane e la loro prevalenza dipendeva dall’età, dallo stile di vita e dalla geografia. I LAB più frequentemente presenti nelle feci umane erano lo Streptococcus thermophilus e il Lactococcus lactis, che si trovano comunemente nello yogurt e nel formaggio».

Benefico per la salute

I ricercatori hanno anche confrontato le sequenze di DNA di circa 3 000 genomi LAB «e l’analisi ha rivelato un alto livello di somiglianza di LAB dal cibo con quelli di LAB dall’intestino umano. Questa nuova scoperta suggerisce che il consumo di cibi ricchi di LAB può arricchire il nostro intestino con questi microrganismi potenzialmente probiotici». Nello stesso articolo, il Prof. Danilo Ercolini, autore senior dell’articolo della rivista «Nature Communications», afferma: «I nostri risultati supportano l’ipotesi che il cibo sia la fonte principale di LAB per il microbioma intestinale. Questa ricerca offre anche suggerimenti e metodologie per implementare nuove strategie per tracciare la vita dei probiotici e di altri LAB da alimenti e/o integratori fino al corpo umano». Conclude: «Questa ricerca apre nuovi orizzonti per gli studi sugli alimenti potenzialmente in grado di promuovere la salute». Il progetto MASTER (Microbiome Applications for Sustainable food systems through Technologies and EnteRprise) durerà fino al gennaio 2023. Utilizza tecniche di estrazione e sviluppa strumenti di gestione dei megadati «per identificare le interrelazioni tra i microbiomi attraverso le catene alimentari e, in base a ciò, genera applicazioni che promuovono la sostenibilità, la circolarità e contribuiscono alla gestione dei rifiuti e alla mitigazione del cambiamento climatico», come riassunto sul sito web del progetto. Per ulteriori informazioni, consultare: sito web del progetto MASTER

Parole chiave

MASTER, microbioma, cibo fermentato, probiotico, intestino

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