INVISO: nessuna tregua per i soggetti radicalizzati sui social media
Negli ultimi anni, i social media sono diventati un importante terreno di gioco per utenti radicalizzati, permettendo loro di essere ascoltati, di reclutare persone e di formare comunità sempre più organizzate. Inizialmente riluttanti ad agire, le piattaforme di social media hanno compiuto grandi passi in avanti: oggi collaborano regolarmente con gli inquirenti per contribuire a rintracciare utenti sospetti e, presto, dovrebbero essere obbligate a rimuovere i contenuti radicali entro un’ora. Il problema risiede nel fatto che, nonostante queste contromisure, il numero di account radicalizzati è in costante crescita. «Alle forze dell’ordine mancano ancora strumenti investigativi efficaci per rintracciare questi account», afferma Jennifer Woodard, amministratrice delegata e fondatrice di INSIKT Intelligence, l’azienda che ha ospitato il progetto INSIKT, sostenuto dall’UE. «Le soluzioni esistenti non possiedono le capacità dell’intelligenza artificiale e abilità di analisi in tempo reale. Inoltre, le forze dell’ordine devono fare fronte a un crescente numero di casi, alla costante nascita di nuove piattaforme di social media e a ulteriori difficoltà legate alle politiche sulla privacy di tali piattaforme».
INVISO: una soluzione di social media intelligence
In tale contesto, le forze dell’ordine guardano oggi alla social media intelligence (anche abbreviata in SOCMINT) come a una potenziale soluzione a questo crescente problema. Grazie all’unione tra elaborazione del linguaggio naturale, analisi dei social network e intelligenza artificiale, gli strumenti di social media intelligence potrebbero essere esattamente ciò di cui hanno bisogno per combattere la radicalizzazione online. Uno di questi strumenti è INVISO, che si distingue per un’interfaccia e un’esperienza per l’utente uniche nel loro genere e, ovviamente, per la tecnologia alla sua base. «INVISO impiega sofisticati algoritmi di estrazione di testi per identificare contenuti radicali, messaggi sospetti e processi di radicalizzazione nascosti. Inoltre, la piattaforma fa affidamento sull’apprendimento profondo per sviluppare automaticamente nuovi modelli, che possono essere impiegati per rilevare altre attività criminali», spiega Woodard. «Il sistema si distingue da un punto di vista tecnico: solo una manciata di tecnologie concorrenti sono pensate specificatamente per le forze dell’ordine, e la maggior parte di esse non possiede funzioni di rilevazione automatica, né dispone di intelligenza artificiale. Questi sistemi non imparano dai contributi degli utenti, come fa INVISO, e di conseguenza non possono diventare più accurati con il passare del tempo o apprendere dai casi passati».
Una stretta collaborazione con le forze dell’ordine
INSIKT sta lavorando a stretto contatto con le forze dell’ordine per lo sviluppo di INVISO. In particolare, un team di esperti provenienti dall’Istituto internazionale per la lotta al terrorismo ha condiviso le loro approfondite conoscenze durante lo sviluppo del sistema, permettendo al gruppo di INSIKT di dar vita a un modello per identificare la pre-radicalizzazione. In altri termini, INVISO non permette solo di identificare post sospetti, ma anche di analizzare il comportamento online nel suo complesso e di stabilire la probabilità con cui un utente potrebbe radicalizzarsi. Woodard prevede che INVISO cambi radicalmente le operazioni degli inquirenti delle forze dell’ordine: «Grazie a questo sistema possono automatizzare gran parte del lavoro di raccolta di informazioni, concentrandosi quindi su altri compiti importanti». «Dopo il lancio, intendiamo commercializzare il prodotto in tutta Europa. Tuttavia, è importante evidenziare che INVISO non smetterà di evolversi: aggiorneremo costantemente la piattaforma e aggiungeremo nuovi strumenti pionieristici per rimanere al passo con i progressi tecnologici. Vogliamo accertarci che le forze dell’ordine siano ben attrezzate per combattere i reati sulla rete e prevenire la diffusione di contenuti radicali», conclude Woodard.
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