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Contenuto archiviato il 2023-04-17

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Salmone d’allevamento minacciato? L’effetto dell’innalzamento della temperatura del mare sulla produzione di salmone atlantico

Alcuni ricercatori hanno esaminato l’impatto dei cambiamenti climatici sull’allevamento del salmone. Il loro lavoro aiuterà la pianificazione dell’adattamento.

Alimenti e Risorse naturali icon Alimenti e Risorse naturali

Secondo una relazione dell’Osservatorio europeo del mercato dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura (EUMOFA), nel 2017 la produzione di acquacoltura nell’UE ha raggiunto il livello massimo del decennio grazie all’aumento della produzione di specie di alto valore quali il salmone e la spigola. La stessa relazione rivela anche che nel 2015 il consumo mondiale pro capite di pesce è stato dell’8°% superiore a quello del 2005, con l’Asia che ha registrato la crescita più elevata, seguita dall’Europa. Considerato che il consumo di pesce e molluschi dovrebbe aumentare ulteriormente e che i cambiamenti climatici incidono rapidamente sulla pesca e sugli habitat, è fondamentale analizzare le dinamiche della produzione della pesca e dell’acquacoltura. Il progetto ClimeFish, finanziato dall’UE, ha affrontato questo problema per aiutare i legislatori, i produttori di pesce e gli operatori del settore dell’acquacoltura a prevedere, prepararsi e adattarsi ai cambiamenti climatici. Parzialmente supportato da ClimeFish, un team di ricercatori ha scoperto che dagli anni ’80 le temperature degli oceani al largo della costa norvegese sono aumentate in media di 1 °C, come osservato in una notizia del partner del progetto Nofima. I ricercatori prevedono ulteriori aumenti nei prossimi decenni, che probabilmente causeranno problemi all’allevamento del salmone. Il salmone è il terzo pesce d’allevamento più consumato nell’UE, secondo EUMOFA. Il team ha esaminato l’impatto dei diversi scenari di temperatura sull’allevamento del salmone, coprendo tutte le 13 regioni di produzione in Norvegia per ogni decennio tra il 2010 e il 2069. Citata nella stessa notizia, la dottoressa Elisabeth Ytteborg, ricercatrice di Nofima, afferma: «Anche nello scenario più mite vediamo che l’innalzamento della temperatura degli oceani può rappresentare una sfida per il salmone». I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista «Aquaculture». «Sebbene questo studio si concentri sulla temperatura come esempio, è rilevante anche per altre variabili climatiche. Inoltre, i risultati sono applicabili a tutti i tipi di acquacoltura, compresa quella d’acqua dolce, nonché alla pesca costiera e ad altre attività acquatiche». Secondo i ricercatori, «i risultati del modello climatico devono essere valutati e calibrati rispetto alle condizioni locali per essere rilevanti per molte decisioni di pianificazione e gestione dell’acquacoltura, per la valutazione dell’impatto dei cambiamenti climatici e strategie di adattamento climatico. Altrimenti, i piani e le misure di adattamento potrebbero non essere appropriati o efficaci oltre a essere anche involontariamente fuorvianti». I ricercatori concludono: «La nostra ricerca mostra chiaramente che devono essere prese in considerazione le condizioni su scala locale, utilizzando proiezioni climatiche localmente risolte, per sviluppare piani di adattamento significativi e soddisfare la crescente domanda di frutti di mare in un clima che cambia».

Soglie di temperatura

Il loro studio sottolinea che per una crescita del salmone e l’assorbimento di mangime ottimali, la temperatura ideale dell’acqua deve essere compresa tra 8 e 14 °C, mentre a temperature superiori a 20 °C la crescita si interrompe e aumenta la mortalità. Nella notizia, la dottoressa Ytteborg afferma: «Le nuove tecnologie, la selettocoltura per una migliore tolleranza alla temperatura e luoghi di allevamento alternativi sono alcune delle soluzioni che potrebbero aiutare a mantenere i pesci in salute». E aggiunge: «Per quanto riguarda la determinazione delle misure da attuare, non sappiamo ancora abbastanza a proposito di come il salmone d’allevamento reagirà alle temperature più elevate, all’acidificazione degli oceani e alla riduzione dell’ossigeno. La nostra ricerca ha rivelato importanti lacune di conoscenza in termini sia di set di dati disponibili sia di biologia del salmone». Il progetto ClimeFish (Co-creating a decision support framework to ensure sustainable fish production in Europe under climate change) in atto «contribuirà a garantire che l’aumento della produzione di frutti di mare arrivi nelle aree e per le specie in cui esiste un potenziale di crescita sostenibile», afferma il sito web del progetto. Per maggiori informazioni, consultare: sito web del progetto ClimeFish

Paesi

Norvegia

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