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Contenuto archiviato il 2023-03-20

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I batteri intestinali potrebbero influire sulla predisposizione all'obesità

Un progetto finanziato dall'UE ha scoperto che i microrganismi ospitati dal nostro organismo potrebbero avere conseguenze significative per la comparsa dell'obesità. Questa scoperta potrebbe cambiare il modo in cui la medicina tratta questa malattia, che si prevede colpirà olt...

Un progetto finanziato dall'UE ha scoperto che i microrganismi ospitati dal nostro organismo potrebbero avere conseguenze significative per la comparsa dell'obesità. Questa scoperta potrebbe cambiare il modo in cui la medicina tratta questa malattia, che si prevede colpirà oltre 700 milioni di adulti nel mondo entro il 2015. Ma ciò che più conta, potrebbe fornire ai medici un semplice test per individuare le persone maggiormente a rischio. Il progetto, chiamato METAHIT ("Metagenomics of the Human Intestinal Tract"), ha scoperto che i soggetti con una scarsa quantità di batteri intestinali presentavano il più alto rischio di sviluppare malattie legate all'obesità come il diabete di tipo II e l'aterosclerosi. Anche se le cause dell'obesità sono in parte dovute a fattori esterni, come uno stile di vita sedentario e la facilità di accesso a cibi altamente energetici, è anche ampiamente riconosciuto il ruolo svolto dai fattori genetici. Tuttavia, sembra che la genetica giustifichi solo in minima parte l'aumento dell'obesità. Questo è il motivo per cui gli scienziati si sono chiesti se anche le variazioni nel microbioma, ovvero il genoma globale di tutti i microrganismi che ospitiamo nel nostro corpo, potrebbero avere un effetto sulla comparsa dell'obesità oltre alle variazioni nel genoma umano. Per scoprirlo, il progetto METAHIT si è concentrato su un gruppo di 292 soggetti adulti danesi, comprendente 123 non-obesi e 169 obesi. Gli scienziati hanno analizzato la composizione dei loro batteri intestinali con l'aiuto di un nuovo approccio analitico chiamato metagenomica quantitativa. Essi hanno scoperto che il gruppo poteva essere diviso in soggetti con abbondanza di alcune specie batteriche e soggetti privi. Questa distinzione non era basata sulla corpulenza, in entrambi i gruppi si trovavano soggetti magri e obesi, anche se l'80 % del gruppo con scarsa ricchezza batterica era costituito da obesi. Ciò che risultava interessante per gli scienziati era che il microbiota povero, in confronto a quello ricco, conteneva una proporzione più alta di specie batteriche pro-infiammatorie rispetto a quelle anti-infiammatorie. Il team ha quindi scoperto che le persone con un microbiota povero possedevano più grasso corporeo, erano più resistenti all'insulina e presentavano sintomi che li espongono a un maggiore rischio di contrarre il diabete di tipo II e malattie cardiovascolari. Inoltre, le persone obese del gruppo povero prendevano più peso con il tempo rispetto ai soggetti magri. Questi individui o erano completamente privi o avevano un'abbondanza molto limitata di otto specie particolari di batteri, che potrebbero quindi svolgere un ruolo protettivo contro l'aumento di peso. La loro scoperta potrebbe portare allo sviluppo di nuove terapie batteriche che aiutano a combattere l'aumento di peso. I risultati preliminari del progetto METAHIT sono stati ora pubblicati e dovrebbero contribuire a una migliore comprensione del perché alcuni soggetti appaiono più predisposti all'obesità rispetto ad altri. Lo studio dovrebbe anche aiutare la medicina a identificare prima i soggetti a rischio e a sviluppare le appropriate strategie preventive. Il progetto METAHIT, che comprendeva 13 partner provenienti da un totale di otto paesi, ha ricevuto 11,4 milioni di euro in finanziamenti UE. Il progetto è stato completato alla fine del mese di giugno del 2012.Per maggiori informazioni, visitare: METAHIT http://www.metahit.eu/ Scheda informativa del progetto INRA http://institut.inra.fr/en

Paesi

Francia

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