Ricercatori svedesi studiano l'impatto dei cambiamenti climatici sui mammiferi dell'Artico
Ricercatori dell'Università di Umeå in Svezia hanno scoperto che i mammiferi che vivono nell'Artico e nelle terre sub-artiche dell'Europa settentrionale potrebbero essere positivamente influenzati dai cambiamenti climatici tra adesso e il 2080, se riescono ad adattare il loro habitat geografico. Presentato sulla rivista PLOS ONE, lo studio ha mostrato come i cambiamenti climatici aiutano a guidare i cambiamenti della distribuzione e dell'estinzione delle specie e le restrizioni e le espansioni dell'habitat. I ricercatori ipotizzano che tali cambiamenti non faranno che aumentare in futuro. I ricercatori dell'Umeå non hanno incluso nella loro valutazione gli animali che si trovano nei mari e nelle isole artiche. Secondo il team, le probabilità che le zone artiche e sub-artiche siano influenzate da grandi cambiamenti del clima sono alte. Credono inoltre che anche l'ecologia naturale di queste terre sarà suscettibile a questi cambiamenti. I ricercatori hanno costruito un modello della distribuzione delle specie, scoprendo che la maggior parte dei mammiferi che vivono in queste zone specifiche non soffriranno dei cambiamenti previsti per i prossimi 68 anni. Alcuni però, come la volpe artica e il lemmo, non saranno così fortunati. "Questo si verificherà solo a condizione che queste specie possano raggiungere le zone nelle quali il clima adatto a questi animali continua a essere presente," ha detto il professor Christer Nilsson del Dipartimento di ecologia e scienze ambientali dell'Università di Umeå. "Sosteniamo che è altamente improbabile che tutti i mammiferi siano in grado di farlo, in parte a causa della maggiore frammentazione dei loro ambienti di vita causata dagli esseri umani. Queste specie ridurranno invece l'estensione della loro distribuzione". Lo studio ha scoperto anche che se i cambiamenti climatici non influenzeranno negativamente la maggior parte dei mammiferi artici e sub-artici, i cambiamenti della proporzione delle specie potrebbe rivelarsi disastrosa. I ricercatori hanno determinato come i predatori e le loro potenziali prede potrebbero finire per vivere nelle stesse zone. "Prevediamo inoltre che i grandi predatori coesisteranno sempre di più in futuro", scrivono gli autori. "Questo potrebbe costituire una minaccia per le prede, anche per quelle che attualmente sono classificate come 'a rischio minimo' dall'Unione internazionale per la conservazione della natura. Sia il lupo grigio (Canis lupus) che l'orso bruno (Ursus arctos) dovrebbero espandere il loro habitat". "Prevediamo che questi grandi predatori co-esisteranno in una parte più ampia dell'Europa sub-artica in futuro rispetto a oggi. Questo potrebbe avere conseguenze per l'abbondanza della popolazione delle specie di prede comuni come il capriolo (Capreolus capreolus), visto che in percentuale si prevede che una parte maggiore del suo habitat geografico sarà occupata da questi grandi predatori in futuro e una parte minore del suo habitat geografico sarà libera da questi predatori".Per maggiori informazioni, visitare: PLOS ONE: http://www.plosone.org/ Università di Umeå: http://www.umu.se/english
Paesi
Svezia