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Contenuto archiviato il 2023-03-09

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Un livello più alto di CO2 nell'atmosfera provoca il rilascio di potenti gas serra

Un nuovo studio di ricerca condotto dal Trinity College di Dublino in Irlanda suggerisce che il suolo rilascia metano e ossido di diazoto, potenti gas serra, quando nell'atmosfera è presente una maggiore concentrazione di biossido di carbonio (CO2). I risultati, pubblicati sul...

Un nuovo studio di ricerca condotto dal Trinity College di Dublino in Irlanda suggerisce che il suolo rilascia metano e ossido di diazoto, potenti gas serra, quando nell'atmosfera è presente una maggiore concentrazione di biossido di carbonio (CO2). I risultati, pubblicati sulla rivista Nature, sono in parte finanziati da una borsa Azioni Marie Curie nell'ambito del Settimo programma quadro (7° PQ) dell'UE. I ricercatori credono che la capacità degli ecosistemi di terra di mitigare il riscaldamento globale sia stata sopravvalutata. La Terra continua a subire le influenze negative dell'intervento umano, principalmente attraverso i cambiamenti dell'uso della terra, la deforestazione e la continua combustione di carburanti fossili. Questa attività porta a un aumento del CO2 nell'atmosfera e, di conseguenza, al riscaldamento globale. Finora, i ricercatori credevano che poiché la crescita delle piante accelerava in seguito a un aumento dei livelli di CO2 - visto che un'assimilazione stimolata di carbonio da parte delle piante può alimentare il contributo di carbonio del suolo e lo stoccaggio del carbonio nel suolo - gli ecosistemi sulla terra potessero anch'essi contribuire a ridurre i livelli atmosferici di CO2 e così rallentare i cambiamenti climatici. Questo studio dimostra che questo potrebbe non essere vero. Il forzante radiativo degli ecosistemi terrestri non è determinato solo dall'assorbimento e dal rilascio di CO2. Le emissioni di metano e di ossido di diazoto dal suolo possono verificarsi in concentrazioni atmosferiche più basse rispetto al CO2, ma le conseguenze a livello globale sono significativamente più gravi: 298 volte più alte per l'ossido di diazoto e 25 volte più alte per il metano. "Questa reazione alla nostra atmosfera in cambiamento significa che la natura non è tanto efficiente a rallentare il riscaldamento globale quanto si pensava in precedenza," spiega l'autore principale, il dott. Kees Jan van Groenigen, assegnista di ricerca presso il Dipartimento di botanica della Facoltà di Scienze naturali, Trinity College Dublino. Il dott. van Groenigen e i suoi colleghi statunitensi hanno riunito tutte le ricerche pubblicate fino a oggi di 49 esperimenti condotti in campi agricoli, paludi, foreste e praterie principalmente in Europa, Asia e Nord Africa. Tutti gli esperimenti si sono concentrati sulla misurazione di come il CO2 nell'atmosfera influenzi la capacità del suolo di assorbire o rilasciare l'ossido di diazoto e il metano. Usando la meta-analisi, i ricercatori dimostrano come l'aumento di CO2 stimola le emissioni sia di ossido di diazoto che di metano; il primo influenza il terreno degli altipiani mentre il secondo influenza le risaie e le paludi naturali. "Finora non c'era accordo su questo argomento, perché i risultati variavano da uno studio all'altro," dice il professor Craig Osenberg dell'Università della Florida negli Stati Uniti, co-autore dello studio. "Sono comunque emerse due tendenze chiare analizzando tutti i dati: prima di tutto più CO2 aumentava le emissioni del suolo di ossido di diazoto in tutti gli ecosistemi, e in secondo luogo, nelle risaie e nelle paludi, più CO2 faceva si che il terreno rilasciasse più metano." Le paludi e le risaie sono le due fonti principali di emissioni di metano nell'atmosfera. Secondo i ricercatori, i responsabili sono organismi microscopici specializzati che vivono nel terreno. Proprio come gli esseri umani respirano ossigeno, questi microrganismi respirano sia nitrato che CO2 e generano anche metano. Poiché non hanno bisogno di ossigeno per esistere, prosperano quando le concentrazioni atmosferiche di CO2 aumentano. "Concentrazioni di CO2 più alte riducono l'uso dell'acqua da parte delle piante, rendendo il terreno più umido e riducendo la disponibilità di ossigeno nel terreno, il che favorisce questi microrganismi," dice il dott. van Groenigen. Fioriscono anche grazie all'aumento dei livelli di CO2 che accelerano la crescita delle piante. La maggiore crescita delle piante fornisce più energia ai microrganismi del suolo, creando in effetti un metabolismo più forte. Il team dice che questa maggiore crescita delle piante potrebbe aiutare gli ecosistemi a rallentare i cambiamenti climatici. Un più alto livello di CO2 porta a una maggiore crescita delle piante, il che risulta in un maggiore assorbimento di CO2 attraverso la fotosintesi. I ricercatori però ipotizzano che una parte del CO2 in più aiuta anche i microrganismi a rilasciare il loro ossido di diazoto e il metano nell'atmosfera. Questo compensa qualsiasi azione fatta dalle piante per raffreddare il pianeta. "È un punto e contrappunto ecologico: più le piante assorbono CO2, più i microbi rilasciano questi più potenti gas serra," spiega il professor Bruce Hungate della Northern Arizona University negli Stati Uniti, co-autore dello studio. "Il contrappunto microbico è solo parziale e riduce l'effetto raffreddante delle piante di circa il 10%." Sottolineano, comunque, che è una sorpresa ecologica; i modelli climatici dovranno tenere conto di questo fattore per il futuro. "Trascurando il ruolo fondamentale di questi due gas serra, gli studi precedenti possono aver sopravvalutato il potenziale degli ecosistemi di mitigare l'effetto serra," conclude il dott. van Groenigen.Per maggiori informazioni, visitare: Trinity College Dublin: http://www.tcd.ie/ Nature: http://www.nature.com/

Paesi

Irlanda, Stati Uniti

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