L'oro stimola le celle solari organiche
Una finestra placcata in oro come elettrodo trasparente per le celle solari organiche è ora una realtà grazie a un team di ricercatori dalla University of Warwick nel Regno Unito. Il risultato di questo sviluppo, oltre alla sua innovazione, è che esso potrebbe essere relativamente economico poiché l'oro usato ha uno spessore di appena 8 miliardesimi di metro. Presentata nella rivista Advanced Functional Materials, la ricerca è stata in parte finanziata da una borsa del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR). Tradizionalmente gli scienziati si erano affidati a vetro ricoperto di ossido di indio-stagno (ITO) come elettrodo trasparente per le celle solari organiche, essenzialmente poiché non ci sono altre alternative. Il problema con l'ITO è che non solo si tratta di un materiale complesso, ma anche instabile. Esso ha un'elevata ruvidità della superficie e le possibilità che si incrini una volta piegato, se sostenuto da un substrato plastico, sono elevate. A peggiorare le cose vi è il fatto che l'indio, l'elemento chiave nell'ITO, è un componente relativamente scarso e quindi costoso. Da molto tempo gli esperti riconoscono che uno strato ultra-sottile di un metallo stabile all'aria come l'oro sarebbe un ottimo sostituto per l'ITO. Tuttavia, prima nessuno era in grado di generare uno strato così sottile, in particolare uno che sia allo stesso tempo trasparente ma abbastanza resistente per l'uso. Il dottor Ross Hatton e il professor Tim Jones del Dipartimento di chimica a Warwick assieme ai loro colleghi hanno scoperto come produrre un metodo veloce per la preparazione di robusti strati ultra-sottili di oro su vetro. Secondo il team, questo metodo potrebbe essere esteso anche all'uso per applicazioni su grandi aree, comprese le celle solari. Essi affermano che gli elettrodi prodotti con questo metodo sono chimicamente ben definiti. "Questo nuovo metodo di produrre elettrodi trasparenti basati sull'oro potenzialmente è applicabile in modo ampio a una varietà di applicazioni su grandi aree, in particolare dove sono necessari elettrodi piani stabili, chimicamente ben definiti e ultra-lisci, come nell'optoelettronica organica e nei campi emergenti della nanoelettronica e della nanofotonica," dice il dott. Hatton. Non soltanto i ricercatori hanno sviluppato un metodo pratico, semplice ed efficace per depositare pellicole su vetro, ma essi sono anche riusciti a migliorare le proprietà ottiche perforando la pellicola con piccoli fori circolari per mezzo di sfere di polistirene. In uno sviluppo collegato, il team di Warwick ha anche depositato pellicole ultra-sottili di oro direttamente su substrati plastici. In futuro il loro lavoro potrebbe portare a celle solari veramente flessibili.Per maggiori informazioni, visitare: University of Warwick: http://www2.warwick.ac.uk/ Advanced Functional Materials: http://onlinelibrary.wiley.com/journal/10.1002/(ISSN)1616-3028
Paesi
Regno Unito