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Contenuto archiviato il 2023-03-07

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Scienziati lanciano nuovo attacco contro l'AIDS

Ricercatori finanziati dall'UE hanno sviluppato una nuova difesa contro le infezioni dal virus dell'AIDS (sindrome da immunodeficienza acquisita). Il metodo pionieristico prevede la creazione di uno scudo protettivo che riduce la possibilità del virus di entrare in contatto co...

Ricercatori finanziati dall'UE hanno sviluppato una nuova difesa contro le infezioni dal virus dell'AIDS (sindrome da immunodeficienza acquisita). Il metodo pionieristico prevede la creazione di uno scudo protettivo che riduce la possibilità del virus di entrare in contatto con una cellula ospite suscettibile e introdursi nel sistema immunitario. Pubblicati sulla rivista Chemistry & Biology, i risultati aprono la strada a possibili nuovi farmaci in grado di combattere la malattia nella sua fase iniziale. Lo studio triennale è stato guidato dal dottor Félix Goñi del Consejo Superior de Investigaciones Científicas (CSIC ) in Spagna, insieme a diversi dipartimenti CSIC e istituti spagnoli specializzati in chimica e biologia molecolare. Il nuovo approccio si basa sulla regolazione della fluidità delle membrane cellulari, al fine di prevenire il verificarsi della "fusione della membrana", in cui avviene il contatto tra le membrane cellulari e la membrana del virus dell'AIDS. In quanto strato protettivo fragile del citoplasma, la membrana di una cellula ha una struttura simile a quella della membrana del virus dell'AIDS. La fusione avviene quando entrambe le membrane entrano in contatto, producendo un foro che funge da punto d'ingresso per il virus. In questa fase, il virus si attacca ad un recettore cellulare e inizia a diffondersi. L'obiettivo del dottor Goñi e del suo team era quello di rendere la struttura della membrana più resistente e più rigida, in modo da impedire la fusione complessiva, e per evitare la conseguente moltiplicazione virale. Il dott. Goñi ha spiegato che, affinché possa crearsi l'orifizio, le membrane devono essere fluide e mobili. Per contrastare questo fenomeno, il team ha scoperto una procedura che rende più resistenti e meno accoglienti le membrane cellulari. "Questo [metodo] potrebbe dare origine a un nuovo farmaco, che rende le membrane più rigide e impedisce l'ingresso del virus dell'AIDS. Anziché avere una membrana flessibile, viene creata una specie di armatura che rende impenetrabile la cellula", ha sottolineato il dott. Goñi. Quasi tutti i metodi esistenti per trattare il virus dell'AIDS si basano sulla necessità di arrestare la diffusione del virus quando è già all'interno della prima cellula. Un'eccezione è l'Enfuvirtide, un trattamento che mira a impedire al virus l'ingresso nella cellula ospite, ma si basa su un principio completamente diverso da quello individuato dal dott. Goñi e dal suo team. Al di là del virus dell'AIDS, la strategia potrebbe anche essere applicata al virus influenzale e ad altri virus con la membrana. La ricerca è stata supportata da due progetti UE per un totale di 21,89 milioni euro: CHAIN ("Collaborative HIV and anti-HIV drug resistance network") e INNOCHEM ("Innovative chemokine-based therapeutic strategies for autoimmunity and chronic inflammation"). Tali progetti sono stati finanziati nell'ambito del tema "Salute" del Settimo programma quadro (7° PQ) e dell'area tematica "Scienze della vita, genomica e biotecnologie per la salute" del Sesto programma quadro (6° PQ), rispettivamente.

Paesi

Spagna

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