Servizi elettronici riuniti senza intoppi
Esperti di informatica (IT) e scienziati che si occupano di informatica provenienti da Europa e Israele hanno cominciato a lavorare su un progetto che cerca di risolvere gli intoppi dell'interoperazione tra servizi elettronici. La duplice soluzione del consorzio ACSI ("Artifact-centric service interoperation") esaminerà la fattibilità degli hub interoperativi e degli artefatti dinamici come modi di migliorare il processo per mezzo del quale i servizi elettronici vengono riuniti in un unico sistema dinamico. Il progetto è stato finanziato con 3,24 Mio EUR dal Tema "Tecnologie dell'informazione e della comunicazione" (TIC) del Settimo programma quadro (7° PQ) dell'UE. Per l'economia sempre più globalizzata e decentralizzata di oggi, la mancanza di interoperazione tra servizi elettronici rappresenta un problema considerevole. Molti e-business, per esempio, hanno bisogno di riunire servizi elettronici multipli per operare nell'insieme (le cosiddette fusioni di servizi elettronici), per collaborare le une con le altre e per raggiungere gli obiettivi comuni. Questo vale anche per i ministeri e i settori dei paesi europei e per tutta l'UE (cioè energia, salute, acqua, ambiente e trasporti) dove c'è un crescente bisogno di condividere la conoscenza, i sistemi e le competenze attualmente disponibili mediante una miriade di servizi elettronici. Il processo di "fusione" è normalmente complesso, pieno di difficoltà (i sistemi sono specifici per un'applicazione e non hanno la flessibilità per cambiare o evolvere), richiedono molto tempo, sono costosi e necessitano adattamenti (e manutenzione) manuale per permettere a operazioni diverse di lavorare insieme. Otto partner provenienti da Belgio, Estonia, Israele, Italia, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito seguiranno un programma di ricerca nel corso dei prossimi tre anni sulla base di due idee fondamentali. La prima, gli hub interoperativi, permetteranno un sostegno flessibile e scalabile per le collaborazioni di servizio in una rete aperta. La seconda, artefatti dinamici, semplificherà la gestione dei dati e dei processi tra diversi servizi e organizzazioni. Perché il sistema sia operativo entro il 2013, il team intraprenderà tre fasi di ricerca: lo sviluppo di una nuova nozione di un hub interoperativo centrato sull'artefatto, lo sviluppo di un prototipo per creare e far funzionare questi hub e la dimostrazione e il collaudo per convalidare tali risultati di ricerca. Il software open-source che sarà creato in definitiva permetterà a qualsiasi organizzazione in tutto il mondo di usare questa tecnologia. Il team dell'ACSI ha inoltre stabilito diversi obiettivi di produttività per ridurre il tempo di fusione e aumentare l'automazione e l'efficienza. Il suo obiettivo è ottenere notevoli risparmi rispetto ai metodi convenzionali per l'interoperazione dei servizi, in particolare: 40% minimo di riduzione della progettazione e installazione di ambienti che supportano grandi quantità di collaborazioni di servizio; 20% minimo di riduzione nel costo di onboarding (e manutenzione) delle collaborazioni di servizi; e una riduzione di minimo il 30% delle attività manuali in corso necessarie per supportare tali servizi. I ricercatori prevedono che almeno il 90% delle trasformazioni dei dati nelle collaborazioni di servizio sarnno automatizzate. Le attività di ricerca nell'ambito dell'ASCI saranno portate a termine da esperti di business process management, operations centrate sull'artefatto, verifica, integrazione e ontologie dei dati, process mining e architetture di servizi. Il progetto è coordinato da IBM Research (Israele) e include partner dell'Università degli Studi La Sapienza di Roma (Italia), Libera Università di Bozen-Bolzano (Italy), Imperial College of Science, Technology and Medicine (Regno Unito), Technische Universiteit Eindhoven (Paesi Bassi), Università di Tartu (Estonia), Indra Software Labs SLU (Spagna) e Collibra NV (Belgio).