Skip to main content
European Commission logo
italiano italiano
CORDIS - Risultati della ricerca dell’UE
CORDIS
CORDIS Web 30th anniversary CORDIS Web 30th anniversary

Article Category

Contenuto archiviato il 2023-03-07

Article available in the following languages:

Una nuova ricerca sostiene che l'intelligenza dei primati è sopravalutata

Una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Public Library of Science (PLoS) Computational Biology ipotizza che l'intelligenza dei primati sia in realtà meno sviluppata di quanto finora ritenuto, e che i rituali che li vedono pulirsi l'un l'altro non siano necessariamente espre...

Una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Public Library of Science (PLoS) Computational Biology ipotizza che l'intelligenza dei primati sia in realtà meno sviluppata di quanto finora ritenuto, e che i rituali che li vedono pulirsi l'un l'altro non siano necessariamente espressione di un comportamento razionale. Un team di ricercatori dell'Università di Groningen (Paesi Bassi) ha sviluppato un modello computerizzato - chiamato DomWorld - in grado di analizzare il comportamento dei primati. Secondo il team il modello evidenzierebbe la presenza di un'unica regola base che disciplina il pattern secondo il quale si puliscono i primati: gli animali procederebbero, infatti, a pulire un altro primato nel timore di uscire perdenti in caso di lotta con quest'ultimo. In passato gli scienziati ritenevano che i complessi rituali di pulizia dei primati - che li vedono pulirsi vicendevolmente dopo la lotta o per farsi aiutare durante la stessa - fossero espressione di un comportamento consapevole e intelligente. La nuova ricerca mette invece in evidenza una realtà più semplice: questi intricati rituali - che comprendono quelli di riconciliazione - sarebbero legati al timore degli animali di uscire sconfitti da una lotta. La professoressa Charlotte Hemelrijk dell'Università di Groningen ha spiegato: "La riconciliazione, così come l'attenzione reciproca, non è necessariamente espressione di un comportamento consapevole, bensì è determinata dalla gerarchia e dalla prossimità di determinati esemplari al primato che vuole pulire un altro animale". Da sempre gli scienziati considerano i primati animali dotati di grande intelligenza, secondi solo agli esseri umani. Di conseguenza, gli animali sono stati sottoposti a una nutrita serie di test di intelligenza. "È vero che i primati sono intelligenti, ma la loro intelligenza è stata sopravvalutata", ha affermato la professoressa Hemelrijk. "Si è postulato che i primati utilizzino di continuo la propria intelligenza e che il loro comportamento sia particolarmente razionale. Si ritiene che si riconcilino dopo aver lottato e che prediligano la riconciliazione con gli esemplari per loro più utili". Un tale comportamento implicherebbe che i primati sappiano riconoscere l'ultimo animale con cui hanno lottato e che siano in grado di tenere traccia di un'intricata serie di pensieri per calcolare chi è "necessario" ricompensare con la pulizia. La professoressa Hemelrijk ritiene che la realtà sia molto più semplice. "Il nostro modello computerizzato GrooFiWorld dimostra che non è assolutamente necessario un comportamento molto consapevole", ha affermato. "È possibile aggiungere questa semplice regola al modello DomWorld: un individuo comincia a pulire un altro esemplare se teme di perdere nella lotta con quest'ultimo. Questo di per sé determina molti dei modelli comportamentali complessi e 'amichevoli' osservati nei primati". I risultati della ricerca non negano la capacità dei primati di esibire comportamenti consapevoli e intelligenti, ma indicano la necessità di compiere ulteriori attività di ricerca per determinare se si tratti di un comportamento conscio o meno. "L'analogia tra i modelli comportamentali 'amichevoli' all'interno del nostro modello con quelli riscontrabili nella realtà dimostrano che è necessaria una quantità più significativa di dati per poter arrivare alla conclusione che le relazioni tra i primati siano governate da considerazioni razionali analoghe a quelle degli esseri umani", ha commentato la professoressa Hemelrijk. "Il nostro modello è un 'modello nullo', ovvero un modello che fornisce delle spiegazioni semplici utili soprattutto per le future ricerche sul comportamento 'amichevole' dei primati, in particolare dei macachi".

Paesi

Paesi Bassi

Articoli correlati