La perdita costante di biodiversità non permetterà di raggiungere gli obiettivi delle Nazioni Unite per il 2010, avvertono gli esperti
Secondo gli esperti non sarà possibile raggiungere gli obiettivi per il 2010 relativi alla riduzione della perdita di biodiversità a livello globale, che erano stati fissati nel quadro della convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica del 2003. La dichiarazione è stata fatta all'inizio dei lavori della Diversitas Open Science Conference, che si sta svolgendo in questi giorni (13-16 ottobre) a Città del Capo, in Sud Africa. Per arginare la crescente perdita in atto in termini di specie, gli esperti coinvolti nel programma Diversitas per la biodiversità esortano a individuare nuovi obiettivi appoggiati da una più ampia base scientifica. Gli stessi scienziati, inoltre, sono favorevoli alla creazione di un ente per la biodiversità analogo al Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC), per fare in modo che la comunità scientifica attiva nel campo della biodiversità abbia modo di esprimersi. La creazione di tale ente richiederebbe l'approvazione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite. "È difficile immaginare che vi sia un aspetto che merita un approccio più prioritario della tutela dei servizi ecosistemici, che esistono anche grazie alla biodiversità", dice la professoressa Georgina Mace dell'Imperial College London (Regno Unito), vicedirettore di Diversitas. "La biodiversità riveste un ruolo centrale nel consentire agli esseri umani di avere cibo, combustibili, acqua pulita e condizioni climatiche adeguate. "Gli ecosistemi cambiano sempre più rapidamente, così come procede a un ritmo sempre più serrato la perdita di biodiversità. Dal 1992 in poi anche le stime più conservatrici sono concordi nell'affermare che un'area di foresta tropicale, con un'estensione maggiore a quella della California, è stata trasformata per ottenere principalmente generi alimentari e combustibili", - ha commentato la professoressa Mace, per poi aggiungere che - la rapidità di estinzione delle specie ha subito un'accelerazione di 100 volte superiore rispetto all'epoca che non aveva ancora visto la comparsa dell'uomo, e il ritmo è destinato a crescere. Questa evoluzione è oggi particolarmente evidente negli ecosistemi di acqua dolce. Gli esperti di Diversitas ritengono che le specie di acqua dolce sono quelle esposte alle minacce maggiori, e presentano una velocità di estinzione dalle quattro alle sei volte superiore alle specie terrestri e marine. Tuttavia, la loro importanza ecologica ed economica - come sottolineano gli esperi di Diversitas - è stata troppo a lungo negata dagli attori politici. Sebbene gli ecosistemi di acqua dolce occupino solo lo 0,8% della superficie terrestre, essi ospitano il 10% delle specie animali e assorbono circa il 7% delle emissioni di carbonio derivanti dalle attività umane. L'attenzione dedicata a questi sistemi è molto recente, come dimostra anche la strategia comunitaria per la diversità biologica. "La complessità intrinseca alla valutazione dei servizi ecosistemici ha portato a una negazione del fenomeno da parte del mondo politico e alla perdita permanente di specie essenziali per il buon funzionamento dell'ambiente", ha spiegato Anne Larigauderie, direttore esecutivo di Diversitas, sottolineando l'importanza dello scambio di conoscenze all'interno della comunità scientifica. "Vi è una conoscenza scientifica evidente e sempre maggiore che dimostra che siamo sull'orlo di una crisi per quanto concerne la biodiversità degli ambienti di acqua dolce", ha aggiunto il professor Klement Tockner dell'Istituto Leibniz per l'ecologia delle acque dolci e per la pesca nelle acque interne di Berlino, in Germania. "Tuttavia, la consapevolezza del terribile declino relativo alla biodiversità degli ambienti d'acque dolce su scala sia regionale che mondiale è ancora limitata". Il professor Tockner avverte che nonostante le dimensioni abbastanza ridotte, il deterioramento di questi sistemi acquatici può influire sugli equilibri regionali di carbonio. "Gli ecosistemi di acqua dolce saranno i primi a subire le conseguenze del cambiamento climatico e della crescita della domanda di approvvigionamento idrico. Sta aumentando anche il ritmo delle estinzioni, in particolare nelle zone critiche del Mediterraneo, dell'America centrale, della Cina e nell'Asia sud-orientale. Il programma Diversitas è un programma internazionale per la biodiversità, ed è stato istituito nel 1991 dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'istruzione, la scienza e la cultura (UNESCO), dal comitato SCOPE (Scientific Committee on Problems of the Environment) e dall'International Union of Biological Science, con l'obiettivo di trattare gli aspetti scientifici associati alla perdita di biodiversità e alle modifiche della stessa a livello mondiale. In qualità di programma quadro non governativo, Diversitas mira a potenziare l'impatto globale delle iniziative dedicate alla biodiversità favorendo il trasferimento di conoscenze a rafforzando le reti scientifiche.
Paesi
Sud Africa