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Contenuto archiviato il 2023-03-02

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Il punto debole della malaria

I ricercatori europei hanno puntato da tempo alla lotta contro la malaria, una malattia potenzialmente mortale la cui diffusione non è ancora stata fermata nei paesi in via di sviluppo. Ora una nuova ricerca ha portato alla luce uno dei trucchi che la malattia utilizza per ren...

I ricercatori europei hanno puntato da tempo alla lotta contro la malaria, una malattia potenzialmente mortale la cui diffusione non è ancora stata fermata nei paesi in via di sviluppo. Ora una nuova ricerca ha portato alla luce uno dei trucchi che la malattia utilizza per rendersi invisibile al nostro sistema immunitario. Questo trucco è stato smascherato dalla ricerca condotta da Matthew Higgins del Dipartimento di Biochimica dell'Università di Cambridge nel Regno Unito. I risultati sono stati pubblicati nella rivista Journal of Biological Chemistry. La malaria è probabilmente una delle malattie parassitarie più mortali e secondo alcuni ricercatori è responsabile della morte di due milioni di persone l'anno. In diversi paesi in via di sviluppo, dove è più prevalente, alcune persone hanno sviluppato un'immunità parziale alla malaria dopo aver sofferto di diversi episodi della malattia. Sfortunatamente per loro, questa immunità parziale non fornisce una protezione. Al contrario, la malattia è in grado di imitare o usare questa immunità per nascondere la propria presenza ai farmaci progettati per sradicarla. Di conseguenza, la malattia è protetta e l'infezione prolungata. Ciò può portare alla comparsa di una forma più virulenta della malattia dato che le cellule infette vengono accumulate nel cervello durante la malaria cerebrale. Anche la placenta delle donne incinte è particolarmente sensibile alla malaria dato che fornisce alla malattia un nuovo obiettivo per l'aderenza dei globuli rossi infetti. Si stima che questo fenomeno causi la morte di circa 75.000 - 200.000 feti ogni anno e che riduca il peso alla nascita di molti più bambini. I parassiti della malaria, o plasmodi, vengono trasmessi alle persone tramite le zanzare infette. Una volta dentro l'ospite umano, i parassiti si spostano immediatamente e attaccano le cellule nel fegato. Dopo il primo attacco, si spostano nei globuli rossi (GR) per replicarsi e aspettano che la prossima zanzara li aiuti a continuare il ciclo. Il Dr Higgins ha studiato una proteina della malaria, chiamata PfEMP1 (proteina della membrana dell'eritrocito di falciparum del plasmodium1), presente sulla superficie dei globuli rossi infetti. Ha scoperto una regione variabile di questa proteina che copre la sezione della proteina che attacca i globuli rossi alla parete della placenta. Quando la seconda ondata di cellule sanguigne infette si avvicina alla parete, questa regione variabile si sposta e per un periodo molto limitato rivela il sito di legame, o punto di ancoraggio, consentendo ai globuli rossi infetti di fissarsi. Grazie a questa scoperta sarà possibile sviluppare nuovi farmaci per gestire e sfruttare questa debolezza. I farmaci che imitano il solfato di condroitina e che espongono questa regione potrebbero essere un approccio attuabile che può accelerare l'immunità corporea. A seguito del suo studio, il Dr Higgins è in grado di suggerire un modello che spiega come questa parte della proteina aiuta il parassita a eludere la risposta immunitaria, informazione che contribuirà a dare una spinta al futuro sviluppo di farmaci e vaccini. I suoi sforzi sono stati in parte supportati dal Laboratorio europeo delle radiazioni da sincrotrone (ESRF).

Paesi

Regno Unito

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