Scienziati tedeschi catturano la struttura della membrana del bacillo della tubercolosi
Un gruppo di ricercatori tedeschi ha catturato le prime immagini tridimensionali della doppia membrana che avvolge il micobatterio, agente della tubercolosi. La loro scoperta ha posto fine a un annoso dibattito sulla struttura della membrana esterna del micobatterio e si prevede creerà nuove opportunità per lo sviluppo di nuovi farmaci. La tubercolosi è una malattia infettiva che può portare anche alla morte. Essa colpisce generalmente i polmoni, ma può anche affliggere il sistema nervoso, il sistema linfatico, l'apparato cardiocircolatorio, l'apparato genitourinario, le ossa, le articolazioni e persino la pelle. Si stima che ogni anno circa dieci milioni di persone si ammalano di tubercolosi, mentre ogni giorno sono quattromila quelle che muoiono a causa di questa malattia. L'infezione è causata da un batterio denominato Mycobacterium tuberculosis ed è difficile da curare a causa degli acidi micolici (lunghi acidi grassi che si trovano nelle pareti cellulari del micobatterio). La struttura di questi acidi rende l'organismo più resistente al degrado chimico e alla disidratazione, inibendo la penetrazione degli antibiotici all'interno delle cellule. Finora si è ritenuto che gli acidi micolici formassero uno strato chiuso intorno alla cellula o che fossero parte di una membrana considerevolmente spessa e asimmetrica, ma ora gli scienziati del Max Planck Institute di Biochimica di Martinsried in Germania hanno dimostrato che l'architettura del rivestimento esterno della cellula si struttura diversamente. I ricercatori hanno scoperto che, anziché di una membrane asimmetrica, la cellula si compone di un doppio strato lipidico ben definito. Con l'impiego di un microscopio elettronico, è stata sondato la struttura cellulare del Mycobacterium smegmatis e del Mycobacterium bovis BCG, uno stretto parente del bacillo della tubercolosi. In seguito, mediante la tomografia elettronica gli scienziati sono stati in grado di ottenere immagini tridimensionali del doppio strato che avvolge le cellule integre. Questa tecnica richiede immagini proiezione ottenute da diversi angoli di una medesima cellula congelata (-190 °C). Per prevenire i danni da radiazione, la cellula deve essere esposta al raggio elettronico solo per un periodo di tempo limitato. Grazie alle scoperte della loro ricerca, gli scienziati di Martinsried potranno ora condurre uno studio più circostanziato della membrana esterna del micobatterio. Si prevede che questi risultati possano spianare la strada allo sviluppo di nuovi farmaci chemioterapici. 'In ultima istanza, i farmaci devono riuscire a trapassare la parete cellulare quanto più efficacemente possibile, dunque una più profonda conoscenza del rivestimento esterno del micobatterio sarà senz'altro utile in questo senso,' osserva il dott. Harald Engelhardt, che ha diretto il progetto.
Paesi
Germania