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Contenuto archiviato il 2023-03-02

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Scienziati internazionali fanno rotta verso una zona sismica giapponese

Una delle zone sismiche più instabili della terra è attualmente oggetto di uno studio internazionale. Il 21 settembre la nave da perforazione giapponese Chikyu è partita dal porto di Shingu per trasportare un gruppo di scienziati nell'area della fossa di Nankai, al largo delle...

Una delle zone sismiche più instabili della terra è attualmente oggetto di uno studio internazionale. Il 21 settembre la nave da perforazione giapponese Chikyu è partita dal porto di Shingu per trasportare un gruppo di scienziati nell'area della fossa di Nankai, al largo delle coste sudoccidentali del Giappone. Si tratta della prima di quattro fasi di un esperimento che verrà condotto in questa zona sismogenetica denominato NanTroSEIZE. La partecipazione dell'Europa all'esperimento è coordinata dal Consorzio europeo per la perforazione oceanica ai fini di ricerca (European Consortium for Ocean Research Drilling, ECORD), finanziato a titolo del Sesto programma quadro dell'Unione europea (6°PQ). Durante questa prima fase, il cui completamento richiederà vari mesi, gli scienziati effettueranno perforazioni e preleveranno campioni da sei diversi siti lungo la fossa per individuare le caratteristiche geologiche della regione. Lo scopo è ottenere le informazioni geotecniche necessarie per la successiva perforazione in profondità mediante un sistema con collettore verticale. Questa spedizione proseguirà fino al 16 novembre e il giorno successivo ne inizierà un'altra con nuovi scienziati a bordo. Nella quarta e ultima fase dell'esperimento verranno installati sensori in profondità sotto il fondale marino (a 6 000 metri al di sotto del fondo oceanico profondo 2 000 metri) per monitorare a distanza ravvicinata lo sviluppo dei terremoti nella zona della faglia sismogenetica. «Uno degli obiettivi fondamentali della spedizione NanTroSEIZE è inserire strumenti di monitoraggio a lungo termine in profondità nella faglia sismica, in modo da poter osservare la fisica del processo che avviene a livello della faglia», spiega Harold Tobin, un geologo marino dell'Università di Madison nel Wisconsin, che è responsabile di questa fase della spedizione. «Potremo determinare se esistono davvero segnali precursori misurabili dei terremoti che consentano di predisporre sistemi di allarme tempestivo per le persone sulla terraferma». Gli scienziati del programma IOPD (Integrated Ocean Drilling Programme) si augurano inoltre di acquisire una maggiore conoscenza del movimento dell'acqua e del modo in cui questa influisce sulle zone di subduzione, ossia le aree dove le zolle tettoniche si scontrano. La fossa è situata al confine della zolla tettonica del Mare di Okhotsk e da milioni di anni provoca terremoti e tsunami sul larga scala. Proprio qui hanno avuto origine due terremoti storici di intensità superiore a 8 gradi della scala Richter verificatisi nel 1944 e nel 1946. Masa Kinoshita, un geofisico marino dell'agenzia giapponese di scienze e tecnologie marine e terrestri (JAMSTEC) e condirettore scientifico di questo esperimento, sottolinea che per i giapponesi i terremoti e gli tsunami sono questioni serie. «Ne consegue che è logico e relativamente facile scavare nella fonte sismica per conoscerne il meccanismo», afferma. Le spedizioni NanTroSEIZE sono organizzate dallo IODP. Questa iniziativa di ricerca marina è finanziata congiuntamente da Giappone, Stati Uniti, un consorzio di paesi europei, Cina e Corea del Sud. La parte europea è gestita da ECORD, un'azione coordinata di ERA-NET finanziata a titolo del 6°PQ.

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