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Contenuto archiviato il 2023-03-02

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Secondo uno studio ghiacciai e calotte polari contribuiscono all'innalzamento del livello del mare

Secondo una nuova ricerca, in questo secolo, lo scioglimento di ghiacciai e calotte di ghiaccio contribuirà all'innalzamento del livello dei mari più delle masse di ghiaccio che ricoprono Antartide e Groenlandia. Lo studio, pubblicato on line dalla rivista «Science», è stato...

Secondo una nuova ricerca, in questo secolo, lo scioglimento di ghiacciai e calotte di ghiaccio contribuirà all'innalzamento del livello dei mari più delle masse di ghiaccio che ricoprono Antartide e Groenlandia. Lo studio, pubblicato on line dalla rivista «Science», è stato finanziato in parte dall'UE tramite una borsa di studio Marie Curie. Gli scienziati affermano che circa il 60% del ghiaccio che finisce negli oceani e contribuisce all'innalzamento del livello del mare proviene da ghiacciai e calotte di ghiaccio. Per contro, il contributo in tal senso dello strato di ghiaccio della Groenlandia è pari al 28%, mentre il restante 12% proviene dall'Antartide. «Anche se in un futuro lontano il contributo delle grandi masse di ghiaccio all'innalzamento del livello dei mari potrà superare quello apportato dai ghiacciai, l'azione dei GIC [glaciers and ice caps, ossia ghiacciai e calotte di ghiaccio] è importante in questo momento e lo sarà per il resto del secolo», si legge nell'articolo. L'équipe internazionale di scienziati è giunta a tali conclusioni dopo aver esaminato dati satellitari, aerei e terrestri su ghiacciai e calotte di ghiaccio di tutto il mondo, nonché sulle masse di ghiaccio di Groenlandia e Antartide. «Una ragione alla base di questo studio è l'opinione diffusa che gli strati di ghiaccio di Groenlandia e Antartide rappresentino la causa principale dell'aumento del livello del mare», ha dichiarato il professor Mark Meier dell'Università del Colorado, che ha condotto lo studio. «Noi dimostriamo invece che saranno i ghiacciai e le calotte di ghiaccio, e non le due grandi masse di ghiaccio suddette, a rivestire un ruolo preponderante nell'innalzamento del livello dei mari, almeno per le prossime generazioni.» Inoltre, il ritmo di perdita di ghiaccio sta aumentando a causa dell'accelerazione del flusso dei ghiacciai che scaricano gli iceberg direttamente nell'oceano. Quando i ghiacciai di tipo artico si assottigliano, una parte più consistente del loro peso viene sostenuta dall'acqua e ne causa un più rapido scivolamento sui rispettivi fondi. «Benché si tratti di un processo dinamico e complesso che non sembra essere direttamente correlato al riscaldamento del clima, probabilmente quest'ultimo funge da catalizzatore per tale reazione estrema», ha spiegato il professor Robert Anderson dell'Università del Colorado. Gli scienziati stimano che lo scioglimento accelerato dei ghiacciai causerà un ulteriore innalzamento del livello del mare tra i 10 e i 25 centimetri entro il 2100. «Nello scenario più prudente, le nostre proiezioni indicano che l'aumento futuro del livello del mare potrebbe essere maggiore del previsto e che la componente riconducibile ai GIC continuerà a essere sostanziale», hanno scritto. Gli scienziati rilevano al contempo che è importante monitorare quanti più ghiacciai possibile. «Poiché diviene sempre più evidente che l'innalzamento del livello marino è un problema molto reale, dobbiamo spiegare il ruolo svolto da tutte le masse ghiacciate e comprendere i meccanismi fisici in base ai quali scaricano le loro acque in mare», ha commentato il professor Anderson.

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