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Nutrient recovery from biobased Waste for Fertilizer production

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Recupero di sostanze nutritive dai rifiuti organici per la produzione di fertilizzanti minerali.

La scarsità di acqua, cibo e risorse, insieme all’aumento dei rifiuti, sono tra le principali sfide che l’umanità dovrà affrontare negli anni a venire. Con lo scopo di sfruttare i rifiuti, alcuni ricercatori europei hanno messo a punto una nuova soluzione per la gestione delle sostanze nutritive.

I rifiuti organici, ovvero i rifiuti generati da diverse fonti biologiche, rappresentano circa il 20% dei rifiuti prodotti nell’UE e possono fungere da potenziale risorsa di composti chimici preziosi, a sostegno di un’economia circolare. La valorizzazione dei rifiuti organici viene pertanto considerata un approccio alternativo e attraente nelle politiche di gestione dei rifiuti. Una nuova generazione di fertilizzanti Al giorno d’oggi, la maggior parte dei fertilizzanti si basa fortemente sulle risorse minerali fossili per l’approvvigionamento di sostanze nutritive. L’idea alla base del progetto NEWFERT, finanziato dall’UE, era quella di realizzare un concetto innovativo per l’industria dei fertilizzanti che essenzialmente trasformasse le ceneri di diverse origini e gli effluenti del bestiame in una nuova generazione di fertilizzanti. «Il nostro obiettivo era quello di sviluppare uno schema di riciclaggio dei nutrienti per fertilizzanti industriali che combinasse materiali fossili con materiali biologici», spiega Javier Brañas, coordinatore del progetto e Direttore R&S di Fertiberia. I ricercatori hanno identificato e analizzato oltre 45 diversi tipi di rifiuti organici provenienti da diverse aree d’Europa e ne hanno selezionati 10 per l’introduzione nel processo di produzione di fertilizzanti in base alle loro proprietà fisiche e chimiche. Ceneri contenenti alto contenuto di fosforo o potassio e disponibilità di sostanze nutritive sono state utilizzate direttamente per la produzione di fertilizzanti. Nel caso di ceneri con sostanze nutritive insolubili, i partner di NewFert ​hanno sviluppato nuove tecnologie di bioraffinazione con bassi costi di produzione e di energia per aumentare il recupero di nutrienti quali il fosfato. Inoltre, per liberare in un modo più economico minerali di fosfato (struvite) e azoto dai liquami provenienti dagli allevamenti suini, gli scienziati hanno sviluppato un nuovo processo con il quale si è riuscito a ridurre i costi, sostituendo il reagente tradizionale con l’azione di batteri che crescono naturalmente nel mezzo e realizzando una cella di elettrolisi più efficiente per il recupero dell’azoto. Queste nuove tecnologie hanno ottimizzato la capacità di estrazione e consentito ai partner di NewFert​di di ottenere prodotti appropriati per l’industria. «Collettivamente, queste materie prime ci hanno consentito di produrre fertilizzanti minerali su scala pilota con il 15% di nutrienti provenienti dal riciclaggio di rifiuti organici», afferma Brañas. Superare gli ostacoli per la produzione di fertilizzanti biologici Contrariamente al diffuso luogo comune, non tutti i rifiuti organici sono efficacemente utilizzabili come fertilizzanti. I rifiuti organici ideali devono contenere alti livelli di sostanze nutritive disponibili per l’assorbimento delle piante ed essere privi di componenti indesiderabili quali agenti patogeni, tossine e metalli pesanti. Sono inoltre da superare ulteriori ostacoli e strozzature che riguardano i trasporti, la logistica e le infrastrutture nei sistemi di approvvigionamento delle materie prime per la biomassa. Secondo Brañas: «La prossima generazione di impianti di fertilizzanti deve essere costruita in modo tale da riuscire a gestire più materie prime della biomassa al fine di produrre materiali commerciabili dai rifiuti organici». A tale scopo, NewFert​ ha creato una guida ai criteri di accettazione preliminari per determinare quali rifiuti organici possano essere utilizzati come materia prima per la produzione di fertilizzanti. Nel complesso, il progetto supporta la prevista trasformazione dell’Europa verso un’economia circolare sostenibile con schemi di produzione efficienti sotto il profilo delle risorse. Si prevede che l’implementazione della tecnologia NewFert a livello europeo ridurrà la dipendenza dalle materie prime e l’importazione di fosfato e potassio. Ciò potrebbe significare la riduzione dei costi di importazione, il miglioramento della gestione dei rifiuti organici in modo sostenibile attraverso l’economia circolare e, di conseguenza, la promozione e la diversificazione dell’occupazione nelle comunità rurali in tutta Europa. Come passo successivo, Brañas prevede un progetto dimostrativo a livello europeo che vedrà il coinvolgimento di agricoltori e produttori di rifiuti organici nella convalida dei nuovi fertilizzanti e della tecnologia da un punto di vista agronomico, industriale ed economico. «La fondamentale importanza di una distribuzione commerciale di successo di questi nuovi fertilizzanti minerali verdi sta generando fiducia nei consumatori», sottolinea.

Parole chiave

NewFert, fertilizzante, rifiuti organici, biologico, economia circolare

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