Una nuova tettonica delle placche
Le anomalie magnetiche marine sono il fondamento su cui si basano gli studi relativi alla tettonica delle placche. Insieme alla scala dei tempi nota, relativa alle inversioni di polarità del campo geomagnetico, queste anomalie possono essere utilizzate per datare la crosta oceanica, ossia lo strato superiore della porzione oceanica di una placca tettonica. Ciò può inoltre formare le basi per la quantificazione degli ultimi movimenti delle placche. L’iniziativa GEOPLATE (Global plate reconstructions during the Cretaceous normal superchron) ha usato le anomalie su piccola scala indicate come “piccoli guizzi magnetici”, formatesi durante gli ultimi cambiamenti di campo geomagnetico terrestre, per studiare nel dettaglio la firma magnetica della crosta oceanica del pianeta. Sono stati costruiti nuovi modelli cinematici per comprendere in maniera migliore l’apertura dell’Oceano Indiano e dell’Oceano Atlantico equatoriale e del sud. Il team di ricerca ha scoperto che l’apertura Atlantica Equatoriale tra Sud America e Africa si è formata 10 milioni di anni prima rispetto a quanto si pensava. Questi risultati hanno inoltre fatto luce sul modo in cui i continenti si separano e hanno spiegato alcune osservazioni geo-biologiche relative a continenti come Africa e Sud America. Inoltre, tali risvolti costituiscono la base di un nuovo studio per quantificare l’effetto di sedimentazione sullo stato termico e magnetico della crosta oceanica. È stato dimostrato che parte della crosta è riscaldata a sufficienza per cancellare una parte importante della sua magnetizzazione, colpendo circa il 10 % della crosta oceanica dell’intero globo. Raccogliendo nuovi dati magnetici durante quattro viaggi di ricerca, i ricercatori hanno cercato di trovare parti di crosta oceanica nel Mediterraneo orientale databili al periodo Cretaceo. I risultati hanno rivelato la prima prova diretta dell’esistenza di una crosta oceanica in questa parte del mondo. L’età della crosta era molto più antica di quanto ci si potesse aspettare, giungendo alla conclusione che si tratta della crosta oceanica più antica trovata sulla Terra, nel suo ambiente originario. Questa emozionante scoperta è stata pubblicata sulle principali riviste scientifiche e segnalata in tutto il mondo dai principali media. La scoperta ha implicazioni per quanto riguarda la formazione del supercontinente Pangea e circa il pericolo geodinamico e sismico intorno al Mediterraneo Orientale.
Parole chiave
Anomalie magnetiche marine, campo geomagnetico, GEOPLATE, crosta oceanica, Atlantic Equatorial Gateway