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Development of new wavelength standards for the search<br/>for habitable planets

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Scrutare le stelle in cerca di pianeti abitabili

Nuovi metodi per rilevare le più piccole variazioni di onde di luce da stelle lontane hanno aiutato gli astronomi a trovare potenziali pianeti abitabili e hanno aperto la via a nuovi progetti creati per scoprire se siamo veramente soli nell’universo.

Finanziato dal Consiglio europeo della ricerca (CER), il progetto WAVELENGTH STANDARDS ha permesso al professor Ansgar Reiners della Georg-August-Universität Göttingen, in Germania, di svolgere esperimenti di precisione con telescopi locali e internazionali e accoppiarli a metodi di calibrazione della frequenza allo stato dell’arte (chiamati pettini di frequenza laser). Prima della sua conclusione a dicembre 2016, questo ha contribuito ad alcune scoperte spettacolari come Proxima b, l’esopianeta più vicino a noi che si trova a una distanza di circa 4,2 anni luce e orbita intorno a un sole all’interno di quella conosciuta come la zona abitabile. Attenta calibrazione Per rilevare pianeti “abitabili” al di fuori del nostro sistema solare, sono necessarie attrezzature estremamente sensibili. Bisogna identificare piccolissimi cambiamenti periodici nella luce delle stelle, che indicano che la stella è orbitata da un pianeta. “Un piccolo pianeta simile alla Terra è rilevabile come un cambiamento nella lunghezza d’onda osservata da una stella; in altre parole, la stella cambia molto leggermente colore,” spiega Reiners. “Abbiamo quindi bisogno di nuovi standard di lunghezza d’onda che ci dicano a quali lunghezze d’onda stiamo ricevendo dalla luce stellare in ogni momento ed è qui che il nostro progetto promette di fare la differenza. Il nostro gruppo è adesso uno dei pochi in tutto il mondo in grado di fornire strategie e strutture di calibrazione di prossima generazione di spettrometri della velocità radiale.” Gli ultimi mesi del progetto sono stati particolarmente interessanti, abbiamo infatti scoperto diversi altri esopianeti vicini in transito. Ma la cosa più importante di tutte è che il progetto è stato una piattaforma eccellente dalla quale condurre ulteriori esplorazioni spaziali. Una nuova era di scoperte “Un aspetto del progetto di cui sono molto fiero è stato l’impiego del primo NIRS (spettrografo nel vicino infrarosso) ad alta stabilità, che è stato usato per cercare esopianeti,” dice Reiners. Il progetto CARMENES ha costruito due spettrografi (strumenti per misurare lunghezze d’onda) per cercare pianeti simili alla terra intorno a stelle a massa bassa. Il team di Reiners era responsabile della calibrazione, della riduzione e dell’analisi dei dati. “Attualmente stiamo usando una quantità enorme di tempo di uso del telescopio per cercare pianeti extrasolari,” dice Reiners. “Stiamo raccogliendo un sacco di dati interessanti e stiamo aprendo una nuova via verso una conoscenza più approfondita degli esopianeti che orbitano stelle a bassa massa.” Il progetto WAVELENGTH STANDARDS ha inoltre favorito uno studio dettagliato dei campi di velocità del plasma in movimento sulla superficie solare. “Per questo stiamo associando diverse strutture nel nostro istituto e siamo stati certamente motivati dal nostro lavoro in WAVELENGTH STANDARDS”, dice Reiners. “Il nostro obiettivo è raccogliere dati unici che ci aiuteranno a capire il Sole e che miglioreranno ulteriormente i nostri metodi per la ricerca di pianeti in altre stelle.” Durante WAVELENGTH STANDARDS, Reiners e il suo team erano responsabili anche di calibrare il progetto CRIRES+ presso il VLT (Very Large Telescope) dell’ESO (Osservatorio europeo australe). Il VLT, attualmente in fase di aggiornamento, sarà il più sensibile spettrografo ad alta risoluzione nell'infrarosso disponibile, pronto per cercare firme molecolari nelle atmosfere dei pianeti extrasolari. Il team è incaricato anche di calibrare lo spettrografo pianificato ad alta risoluzione per il progetto principale dell’ESO, l’E-ELT (European Extremely Large Telescope) da 39m, il cui completamento è previsto per la metà degli anni 2020. “Questo strumento permetterà studi dettagliati di esopianeti e di molti altri casi scientifici tra cui la fisica fondamentale e la comprensione di oggetti estremamente sfocati,” dice Reiners. Attraverso un’attenta calibrazione delle attrezzature all’avanguardia e la collaborazione con gli astronomi, il retaggio principale del progetto WAVELENGTH STANDARDS è che esso assicurerà che la ricerca europea di esopianeti rimanga all’avanguardia anche in futuro.

Parole chiave

WAVELENGTH STANDARDS, extraterrestre, proxima B, esopianeti, stelle, CER, CARMENES, VLT, ELT

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